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Ponte dell’Immacolata, un itinerario nei luoghi pucciniani sulle orme del compositore della Bohème e della Turandot

Melomani e non, partite con noi alla scoperta dei siti pucciniani, tra incantevoli paesaggi, edifici liberty e località mondane

Testo di Giuliana Lomazzi

A novembre 2024 saranno cent’anni dalla morte di Puccini, ma già da qualche mese sono partite le celebrazioni in suo onore. Il ponte dell’Immacolata, contrassegnato anche dalla Prima alla Scala (quest’anno il Don Carlo di Verdi, diretto da Riccardo Chailly), può essere l’occasione per ricordarlo seguendone le tracce nei “suoi” luoghi. Melomani e non, partite con noi alla scoperta dei siti pucciniani, tra incantevoli paesaggi, edifici liberty e località mondane.

Il gaudente compositore
Chi era Puccini? Nelle immagini d’epoca il grande musicista compare sotto le vesti di un gentiluomo serio e compunto, che firmò tra l’altro dodici immortali opere liriche, curate fino alla perfezione, capolavori noti ancora oggi perfino a chi poco gradisce il genere: La Bohème, La Tosca, Madama Butterfly, Turandot… Lui, la musica l’aveva nel sangue – fu preceduto da quattro generazioni di maestri di cappella al duomo di Lucca – ma a spingerlo verso l’opera fu l’Aida di Verdi; per ascoltarla, l’allora diciottenne Giacomo si era fatto a piedi i 20 km tra la natia Lucca e Pisa. Era il 1876, da un pezzo era morto il padre e di soldi in casa ce n’erano pochissimi. Ma poi ne arrivarono, e tanti, sufficienti per comprare, tra l’altro, 14 auto (tra cui un’Isotta Fraschini e un inedito fuoristrada creato per lui da Vittorio Lancia), 6 case, 5 barche a motore e uno yacht. Generoso, toscanaccio fino al midollo, amante del buon cibo, Puccini si definiva “un potente cacciatore di uccelli selvatici, libretti d’opera e belle donne”. Di certo le donne le amò, pur non essendo tipo da rapporti fugaci, e le fece protagoniste immortali delle sue opere. Last but non least, amò anche la sua terra natia.

I luoghi pucciniani
Gli studi lo portarono a Milano, i successi in tutto il mondo, ma il suo genius loci rimase sempre la Toscana. Soggiornò in Valdinievole, nel Pistoiese, verde terra ricca di storia dove compose gran parte della Bohème. A Montecatini Terme, sull’esempio di Verdi, incontrò il bel mondo dei musicisti suoi colleghi, mentre a Bagni di Lucca, località termale nella valle del fiume Lima, lavorò alla Fanciulla del West e alla Turandot. Per due anni, tra il 1919 e il 1921, visse vicino a Orbetello, davanti al mare di Ansedonia, nella torre della Tagliata che lui ristrutturò (non visitabile). Tutte mete attrattive, ma ora stringiamo il cerchio intorno a Lucca dove nacque nel 1858, nella casa a Corte san Lorenzo, oggi un museo che conserva arredi, foto, documenti e il pianoforte su cui Puccini compose la Turandot. A Lucca seguì i primi studi e iniziò la formazione al conservatorio Boccherini. Per campare, suonava nelle chiese e al caffè Caselli (oggi Di Simo, che riaprirà nel 2024). La casa di famiglia, anch’essa museo, si trova invece a Celle, frazione di Pescaglia; anche qui foto, lettere, pianoforte. Ma il posto che gli fu più caro fu Torre del Lago, sul lago di Massaciuccoli e non lontano dal mare.

Oasi lacustre
Vi arrivò dopo aver lasciato la villa di Chiatri, sulle colline di Massarosa, immersa nel verde di lecci e ulivi e con una grande vista sul Tirreno (non visitabile). Ma troppo isolata, secondo la moglie Elvira. A Torre del Lago, il compositore acquistò nel 1899 la casa torre che dava il nome alla località e la fece ristrutturare nell’elegante stile liberty che ancora conserva. Dotata di riscaldamento centralizzato, telefono e luce elettrica – modernissima per l’epoca – circondata da un giardino e affacciata sulle acque tranquille del lago in un’atmosfera incredibilmente suggestiva, la casa era il suo bon refuge. Qui compose la maggior parte dei suoi capolavori, tra cui Tosca e Madama Butterfly, e qui riposano le sue spoglie, in una cappella. Puccini visse in questa casa per trent’anni.

Ultima tappa, Viareggio
Da Torre del Lago, il compositore si recava spesso con l’auto a Forte dei Marmi e a Viareggio. Era un habitué del Gran Caffè Margherita, elegante ritrovo in perfetto stile liberty italiano, situato sulla Passeggiata di Viareggio e ancora oggi attivo. Nel 1921 il compositore si trasferì nella villa viareggina che oggi porta il suo nome, un grande edificio liberty di mattoni e pietre a vista, preceduto da una scalinata e da una veranda, con l’immancabile giardino. Il mare poco distante, appena oltre la pineta. Qui visse per tre anni. La morte lo colse a Bruxelles a 65 anni, dopo un’operazione per cancro alla gola e con la Turandot ancora da finire. E così, il 29 novembre 1924, calò il sipario su di lui.

Dedicati a Puccini
Puccini e la sua Lucca: Festival permanente con concerti tutti i giorni dell’anno nella basilica di San Giovanni e nell’oratorio di San Giuseppe, nel centro storico cittadino. Un ricco calendario con musiche e approfondimenti storico-culturali. Teatro del Giglio, fino al 22 dicembre.
Mese Pucciniano: Concerti, incontri e conferenze a cura della Fondazione Festival Pucciniano, varie location in Versilia. Si conclude il 1° gennaio 2024 con il concerto di Capodanno.
Celebrazioni Pucciniane: Comitato Puccini.

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