Più che un autunno caldo si preannuncia un inverno rovente quello del mondo della Scuola. Stamattina la capitale si è risvegliata con una decina di secondarie di secondo grado del centro storico occupate, ma ben presto – assicurano i ragazzi che manifestano – la protesta contagerà altre città italiane. Il blitz è stato messo in atto nella notte: tra le due e l’alba al Virgilio, al Righi, al Manara, all’Archimede, all’Aristofane, al Tasso, al Mamiani, al Morgagni e al Vittoria Colonna, centinaia di studenti hanno invaso le aule e bloccato i cancelli perché nessuno potesse entrare al suono della prima campanella. Una protesta con diversi slogan precisati in una bozza di documento che circola tra gli addetti ai lavori: “Soldi alla scuola e non per finanziare la guerra in Ucraina”, “Necessità di una nuova scuola pubblica contro la riforma Valditara”. Alla base della protesta il non sentirsi rappresentati né dal governo né da quella che definiscono “falsa opposizione“, la piena solidarietà alla Palestina e l’avversità al progetto sulle relazioni messo in campo dal ministero di viale Trastevere nei giorni scorsi. Un’occupazione che vede da una parte i giovani e dall’altra i dirigenti delle scuole, costretti a presentare esposto-denuncia alle Forze dell’ordine per interruzione di pubblico servizio.

Stavolta, pur essendo chiaro che il gesto è stato messo in atto in maniera coordinata, non c’è alcuna sigla dietro l’occupazione: non c’è la Rete degli Studenti Medi che, tuttavia, è pronta anch’essa a mettere in campo qualche azione di protesta prima di Natale, ma non c’è nemmeno l’Osa, l’Opposizione Studentesca Alternativa che circa un mese fa aveva chiuso i cancelli di altre scuole. A muovere il tutto sono i collettivi autonomi dei licei del centro, spiega il referente dell’assemblea degli occupanti del Morgagni. “Siamo – racconta a ilfattoquotidiano.it – in 650 studenti circa dentro la scuola che dall’alba è nelle nostre mani. Stiamo producendo un documento che prevede una riforma degli studenti in opposizione a quella di Valditara. Le politiche portate avanti finora da questo governo vanno in una direzione punitiva e repressiva nei confronti delle realtà studentesche. Così non va bene”.

Una data di fine occupazione non c’è: “Non usciremo da qui finché non saremo ascoltati”, ma da chi non l’hanno ancora definito. Il referente sottolinea: “Spesso ai tavoli dove ci fanno sedere ci sentiamo solo presi in giro. Invitiamo anche i professori a unirsi alla nostra lotta”. Più preoccupati i dirigenti scolastici. Patrizia Chelini, preside al Morgagni: “Abbiamo trovato i cancelli chiusi. Abbiamo fatto denuncia per la sicurezza stessa dei ragazzi perché non abbiamo più il controllo della situazione e molti sono minorenni. La responsabilità ricade sulle famiglie noi siamo sempre aperti al dialogo”. Al Morgagni, tuttavia, le attività programmate al di fuori della scuola (viaggi d’istruzione, Pcto etc) saranno garantiti per quei ragazzi che non occupano. Cinzia Giacomobono del Righi sta monitorando ora per ora la situazione: “Sono entrati all’una e mezza di notte e si sono barricati all’interno. Sono una minoranza ma costringono tutti a non andare a scuola. Nel pomeriggio avremo un consiglio d’istituto e speriamo che i rappresentanti degli studenti partecipino così da capire meglio le loro intenzioni. Partiamo dal presupposto che sono dei bravi ragazzi, cui voglio bene ma da dirigente devo intimare che occupare è interruzione del diritto allo studio. Siamo al termine del trimestre, molti avrebbero bisogno di recuperare, è un danno per i compagni”. Più critica Tiziana Sallusti, a capo del Mamiani che ci ricorda i danni dell’ultima occupazione: 8.300 euro. “Hanno fatto irruzione in una trentina e hanno chiuso i cancelli. Sono incappucciati per non farsi vedere. Ho chiesto anche lo sgombero della scuola perché all’interno abbiamo un cantiere edile per un progetto del Pnrr. Tra l’altro se ci saranno dei ritardi chi se ne assumerà le responsabilità?”.

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