Il sindacato degli attori ha ratificato ufficialmente l’accordo con i produttori di Hollywood. Dopo 118 giorni di sciopero, per la cronaca la più lunga battaglia frontale tra star e studios della storia del cinema, l’intesa è stata approvata dal 78% dei 160mila iscritti al sindacato SAG-AFTRA. Si tratta di un nuovo contratto triennale che prevede, rispetto ai piani previsti prima dello sciopero, un aumento generale dei salari di oltre un miliardo di dollari, quindi dei salari minimi del 7% nel primo anno, poi a scalare del 4% e del 3,5%, più i bonus per le repliche delle serie in streaming. La pasionaria Fran Drescher, presidente del sindacato ha parlato di “enorme vittoria per gli attori” e “di nuova era per il settore”.
Drescher ha poi sottolineato come il sindacato SAG-AFTRA proprio grazie allo “sforzo collettivo” di queste settimane “non è mai stato così potente”. Rimane comunque un certo malumore tra diversi iscritti riguardo i risultati ottenuti nell’accordo su uno dei tre temi, anzi sul tema numero uno, in esame: l’uso e le tutele dell’Intelligenza Artificiale direttamente nella sostituzione dell’attore. Per alcuni iscritti infatti la contrattazione sindacale sul tema non si è spinta abbastanza in là soprattutto “non vietando esplicitamente l’uso di attori creati artificialmente e non proibendo alle aziende di utilizzare gli strumenti di Intelligenza Artificiale per crearli”.
Per gli entusiasti dell’accordo invece, le clausole di tutela ottenute – tra cui la copertura sindacale delle performance in motion capture (quelle di Avatar per intenderci ndr) – sono i primi passi avanti per una difesa che si intensificherà nella prossima contrattazione tra due anni e mezzo.