I destini dell’Ucraina di Volodymyr Zelensky si giocano in queste ore a Washington. Non che prima fosse diverso, ma lunedì la Casa Bianca ha avvertito che i soldi per finanziare lo sforzo bellico di Kiev stanno per finire e che serve il via libera ad un nuovo pacchetto di aiuti. Ma il clima è cambiato, la controffensiva è fallita, la coesione interna vacilla, la guerra promette di protrarsi ancora per chissà quanto tempo e nuove “priorità” sono apparse sullo scenario internazionale. L’opinione pubblica è stanca e disinteressata e si fa strada la posizione di chi sostiene sia giunto il momento di sedersi ad un tavolo con Mosca. Così, per ora, i fondi per Kiev rimangono ostaggio di una contesa politica tra repubblicani e democratici che riguarda tutt’altro, ovvero le politiche migratorie statunitensi. Il nuovo pacchetto di aiuti vale 106 miliardi di dollari (70 quelli già stanziati) ma deve essere diviso tra Ucraina, Israele e dossier migrazione. Un anno fa la priorità sarebbe stata chiara, oggi lo è molto meno.
Così dalla Casa Bianca il presidente Joe Biden lancia un appello quasi disperato: “Il Congresso deve approvare i nuovi fondi all’Ucraina entro Natale. È incredibile che siamo arrivati a questo punto“, ha detto. Se il via libera non arriverà il rischio è di “fare a Putin il più grande regalo che potesse sperare” e “abbandonare la nostra leadership globale“, ha avvertito, accusando i repubblicani di “tenere in ostaggio” i finanziamenti ma dicendosi pronto a “significativi compromessi”. “Non possiamo lasciare che Putin vinca, è nel nostro preponderante interesse nazionale e nell’interesse internazionale di tutti i nostri amici”, ha sottolineato. “Se gli Stati Uniti non sostengono l’Ucraina, chi lo farà? Cosa succederà alla Nato? Al G7? Se noi molliamo, come faranno i nostri amici europei ad aiutare Kiev?”, incalza. Anche perché, ribadisce, “se Putin conquista l’Ucraina non si fermerà lì”: anzi, ha specificato nel pomeriggio il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, potrebbe “minacciare i nostri alleati della Nato”. Con il rischio, sostiene la Casa Bianca, di avere “qualcosa che non vogliamo: truppe americane che dovranno combattere quelle russe”.
Martedì sera un’esortazione ai parlamentari era arrivata anche dalla segretaria al Tesoro Janet Yellen. Gli Stati Uniti sarebbero “responsabili della sconfitta dell’Ucraina” se il Congresso non riuscisse ad approvare l’ultima richiesta di finanziamenti miliardari dell’amministrazione Biden”, ha detto Yellen. Martedì è saltato all’ultimo minuto anche il previsto videocollegamento di Zelensky con il Senato Usa, qualcuno ipotizza proprio a causa dello stallo sui finanziamenti. Oggi il capo staff del presidente ucraino Andriy Yermak ha ricordato che il paese “rischia di perdere la guerra senza altri aiuti militari statunitensi. Sarebbe difficile mantenere le stesse posizioni, e per la popolazione sopravvivere”, ha messo in guardia. Mercoledì prossimo Zelensky parteciperà in videocollegamento al vertice con i leader del G7.