Sono stati revocati i domiciliari all’ex senatore di Forza Italia Giancarlo Pittelli, arrestato il 24 novembre per bancarotta fraudolenta nell’ambito di un’indagine relativa al fallimento della società “AT Alberghiera Turistica Srl” di cui l’ex parlamentare era socio unico e, secondo la Dda di Catanzaro, amministratore di fatto. L’ex senatore e gli altri indagati, stando all’indagine della guardia di finanza, ha distratto un terreno a Stalletì, che era l’unico bene che serviva a pagare un debito con la Regione Calabria di oltre un milione di euro, derivante dall’anticipo di un contributo pubblico ottenuto nel 2005 per la realizzazione di un complesso alberghiero. La struttura ricettiva non è mai nata e il contributo non è mai stato restituito alla Regione Calabria nemmeno dopo che il terreno dell’ “AT Alberghiera Turistica”, adibito a uliveto, è stato venduto. Per la distrazione di quei fondi dalla società, già in liquidazione e poi dichiarata fallita, Pittelli è finito agli arresti domiciliari revocati adesso dal Tribunale del Riesame che ha accolto il ricorso presentato gli avvocati Astolfo di Amato, Salvatore Staiano e Guido Contestabile.
In una nota i difensori scrivono “di aver dimostrato come a fronte di ammanchi significativi operati da un terzo di cui l’indagine si è completamente disinteressata, l’avvocato Pittelli si sia prodigato per ripianare il passivo, saldando alcuni creditori più urgenti. Avrebbe pagato anche la Regione Calabria (per un finanziamento finito nelle tasche del terzo) se non fosse stato arrestato nell’ambito dell’operazione ‘Rinascita-Scott’ (per la quale è stato recentemente condannato in primo grado a 11 anni di carcere per concorso esterno con la ‘ndrangheta). Donde il fallimento su richiesta della Procura e non del creditore e le contestazioni di bancarotta”. Secondo i legali di Pittelli, “l’intera vicenda restituisce la figura dell’indagato come soggetto che non ha intascato un solo euro e si è limitato a pagare dei debiti (non suoi) per evitare il fallimento”.
Nell’ordinanza di arresto firmata dal gip Chiara Esposito su richiesta della Dda di Catanzaro, invece, si legge che “la condotta distrattiva risulta incontrovertibilmente provata” e che Pittelli “ha dato prova di forte capacità di prosecuzione nella condotta delittuosa, avendo continuato a gestire, di fatto, le società di cui erano rappresentanti legali soggetti a lui vicini, ed avendo posto in essere una serie di condotte distrattive. Tale elemento connota di particolare concretezza e attualità il rischio di ricaduta criminosa, avendo dato l’indagato prova di essere già ‘ricaduto’, più volte, nel crimine”.