Diritti

Domenica la marcia della Pace ad Assisi: “Camminiamo insieme per chiedere lo stop del massacro a Gaza. Evitiamo un genocidio”

Domenica torna la Marcia della pace. Si svolgerà ad Assisi in occasione del 75esimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (che fu firmata il 10 dicembre 1948). “Quell’anno l’Onu decise la nascita di due Stati”, ha ricordato giovedì in conferenza stampa Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace e organizzatore della marcia Perugia-Assisi. “Quei due stati erano Israele e Palestina, ma ancora oggi ne esiste uno solo. Dobbiamo costruire per i palestinesi la stessa dignità e il diritto alla sicurezza che sono riconosciuti doverosamente a Israele. Domenica camminiamo insieme per chiedere di fermare il massacro a Gaza. Per fermare una catastrofe umanitaria e impedire che ci sia un genocidio”, ha concluso Lotti.

La convocazione è domenica ad Assisi alle 10, alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli per un incontro pubblico “dei costruttori di pace”. Parteciperanno, tra gli altri, don Luigi Ciotti, Padre Alex Zanotelli, Marco Tarquinio, Maurizio Landini, i vertici nazionali di Anpi, Arci e Acli. La marcia della pace fino al Sacro Convento di San Francesco ad Assisi partirà dopo l’evento, alle 14 e 30. La conferenza stampa di lancio dell’evento, stamattina, è stata segnata dall’intervento di Andrea De Domenico, direttore dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari umanitari nei Territori Palestinesi Occupati (Ocha). De Domenico ha ribadito le condizioni drammatiche, inumane in cui versa la popolazione civile palestinese: “A Gaza non sono sicuri nemmeno gli ospedali, i centri accoglienza e i campi profughi. Muoiono bambini, operatori sanitari e umanitari. Questo palese disprezzo per l’umanità deve finire, sono otto settimane che chiediamo alle armi di tacere”.

Il direttore di Ocha è in partenza per Rafah, dai suoi colleghi al fronte arrivano testimonianze strazianti: “Ieri è stato evacuato l’ospedale di Jabalia perché è impossibile continuare ad operare a causa dell’intensità dei combattimenti in quell’area e perché ormai mancano gli strumenti medici di base. Hanno dovuto lasciare 20 pazienti che non potevano trasportare, li hanno dovuti abbandonare nei loro letti. Non ci sono parole. La mancanza del rispetto internazionale umanitario, in particolare verso gli ospedali, è una delle sistematiche richieste che abbiamo fatto alle parti. Non rispettare gli ospedali va al di là di ogni possibile immaginazione”.

Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha fatto appello all’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite, lo strumento diplomatico più forte a sua disposizione per invocare un intervento risolutivo del Consiglio di Sicurezza sulla crisi israelo-palestinese. “Un tentativo disperato – ha commentato De Domenico – per mettere gli Stati membri di fronte alle proprie responsabilità in questa tragedia. Stanno trasformando Gaza in un cimitero per bambini. I minori feriti vengono portati negli ospedali completamente compromessi dalle operazioni militari e sottoposti a operazioni senza anestesia. Non c’è più anestetico. Anche l’umanità sta scomparendo, forse la compassione è l’ultima spiaggia. Spero che almeno il popolo della pace possa scuotere animi e coscienze della gente e della politica. Dobbiamo fermare questa guerra”.