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Lo avevano preso un c… aso nazionale. “No, sei un eroe”. La giravolta di Sportweek su Sinner

Undici settimane e una Coppa Davis dopo, tout est pardonné. Scusate, non vorremmo essere accusati di pensare e scrivere in un’altra lingua: tutto è perdonato. Sportweek cancella la copertina nella quale montava un “caso nazionale” attorno all’assenza di Jannik Sinner nei quarti di finale della coppa del mondo indoor di tennis. E ora che ha portato un contributo determinante alla sua vittoria, dominando semifinali e finale a Malaga, rispolvera il tennista altoatesino in copertina. “Effetto Sinner”, titola il settimanale de La Gazzetta dello Sport. “Jannik – si spiega nel sottotitolo – ha trascinato l’Italia al vertice al vertice del ranking mondiale e ha riacceso la passione. Ora i bimbi sognano di diventare come lui”. Insomma, siamo alle porte del “boom del tennis”.

Sono lontani quei momenti, quando il rosso altoatesino provocava turbamenti. Aver detto, a settembre, “scusate, ma passo” quando era arrivata la convocazione per i quarti di Davis, complice un periodo di affaticamento fisico, aveva spinto La Gazzetta dello Sport e il suo settimanale ad aprire una vera e propria campagna stampa contro il più forte tennista italiano degli ultimi decenni, il primo in grado di poter ambire alla vittoria non occasionale di uno Slam e al numero 1 del ranking mondiale.

“Perché il numero uno del nostro tennis ha sbagliato a dire no alla Coppa Davis. I grandi campioni del passato, da Pietrangeli a Panatta, spiegano che alla maglia azzurra non si rinuncia”, era il sottotitolo di quel “Caso Nazionale”, diventato davvero un caso – ma al rovescio – negli ultimi due mesi. Nell’articolo, tra l’altro, si usavano parole forti nei confronti del tennista azzurro. “E se Jannik Sinner, il Peccatore, chiedesse scusa del suo peccato?”, si chiedevano pensosi giocando sul significato inglese del termine “sinner”, peccatore appunto. Quindi un suggerimento, le parole imboccate per la redenzione: “Mi scuso per non essere stato all’altezza di quello che avrei dovuto essere”, avrebbe dovuto dire il tennista. Mentre sulla Gazzetta si parlava di “Un amore mai nato che danneggia tutti”.

I due mesi che ne sono seguiti sono stati un’escalation: il quarto posto nella classifica mondiale per eguagliare Adriano Panatta, le prime vittorie contro Medvedev e Djokovic, la sfida per il titolo delle ATP Finals e il dominio in Coppa Davis. Nel mezzo, un altro attacco senza freni. Dopo la settimana delle Finals a Torino, ancora sulla Gazzetta, ecco una ricostruzione di quei giorni, nei quali Sinner si sarebbe scoperto “definitivamente ‘italiano’, senza esserlo davvero completamente, nostro e italiano”. Quindi la definizione di “apolide, nella migliore delle ipotesi” e un’allusione: “Quando parla una lingua e forse pensa in un’altra”. Nessuna scusa né marcia indietro, anzi. Dopo la vittoria in Coppa Davis è arrivata quasi una rivendicazione del direttore della rosea Stefano Barigelli: “Abbiamo fatto bene a volerlo fortemente in Coppa Davis”.

Ora la copertina di Sportweek che cancella questo apparente gigantesco equivoco, dal sapore di Lino Banfi portato in trionfo ne L’allenatore nel pallone. Mi avete preso un c… aso nazionale? No, sei un eroe. Così si torna alle origini quando, prima del Roland Garros, ne apparve una che titolava: “Puntiamo sul rosso”, giocando sulla chioma di Sinner e il colore della terra sulla quale si gioca lo Slam parigino. Sabato in edicola arriva il nuovo reportage, quello sull’effetto prodotto da Sinner sul movimento. Un modo elegante per ammettere una valutazione sbagliata (o almeno espressa frettolosamente) o una retromarcia che contiene un’implicita scusa? Nel caso si trattasse della seconda, se ben ricordiamo, potrebbe non essere sufficiente. Meglio “un’ammissione pubblica”. In faccia a una telecamera, per l’esattezza. Tout est pardonné.