La sete di amore e libertà, l’amicizia, il rapporto fra padri e figli. L’oppressione del potere e la sua solitudine. “Don Carlo”, l’opera che inaugura la stagione del teatro alla Scala di Milano il 7 dicembre, contiene tutti i temi cari a Giuseppe Verdi. Ambientata nella Spagna di Filippo II, scritta in francese per l’Opéra di Parigi e poi adattata dallo stesso compositore in quattro atti in italiano, torna al Piermarini nella versione della sua prima rappresentazione scaligera del 1884. La nuova produzione, con un impianto scenico e un allestimento di ricercata forza evocativa che ha già affascinato le nuove generazioni della Primina del 3 dicembre, vede sul podio il direttore musicale Riccardo Chailly.
Il cast
In scena una parata di stelle: Anna Netrebko (Elisabetta di Valois), Francesco Meli (Don Carlo), Luca Salsi (Rodrigo, Marchese di Posa), Michele Pertusi (Filippo II) Elina Garanča (Principessa d’Eboli) e Jongmin Park nella breve ma fondamentale parte del Grande Inquisitore. Protagonista di non minore rilievo è il coro teatro alla Scala diretto da Alberto Malazzi. Lo spettacolo è firmato da Lluís Pasqual. Le scene sono i Daniel Bianco, i costumi di Franca Squarciapino, le luci di Pascal Mérat, i video di Franc Aleu e la coreografia di Nuria Castejón.
Il parterre degli ospiti
Saranno presenti alla serata inaugurale il presidente del Senato Ignazio La Russa, il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, la ministra per le Riforme Istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati, i sottosegretari alla Cultura Gianmarco Mazzi e Vittorio Sgarbi, il prefetto Claudio Sgaraglia, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, i senatori a vita Liliana Segre e Mario Monti, il capo di Stato Maggiore Giuseppe Cavo Dragone. Grandi assenti, invece, la premier Giorgia Meloni, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ma soprattutto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Esattamente nella prima fila del palco reale ci saranno il presidente del Senato Ignazio La Russa con la moglie Laura Di Cicco. Accanto a lui Federica Belli Paci con la madre Liliana Segre e ancora il sindaco Sala e la compagna Chiara Bazzoli. E’ la prima volta per la senatrice a vita Liliana Segre, che della Scala è una affezionata frequentatrice ma a Sant’Ambrogio non era mai stata ospite del palco centrale.
Fra le altre personalità attese al Piermarini, oltre a Roberto Sergio, Ad della Rai, dal mondo dello spettacolo il soprano Raina Kabaivanska, le cantanti Ornella Vanoni e Patti Smith, l’attrice Andrea Jonasson. Tra i volti del giornalismo Natalia Aspesi e Corrado Augias. Sorpresa dell’ultimo minuto il regista spagnolo, Pedro Almodovar.
Il mondo teatrale è rappresentato dai direttori dei principali teatri d’Opera non solo italiani, fra cui Alexandre Neef dell’Opèra di Parigi Con loro gli ex sovrintendenti del teatro alla Scala Carlo Fontana e Alexander Pereira. Dal balletto la neo étoile Nicoletta Manni, la star Roberto Bolle e tutta la folta schiera di primi ballerini.
La produzione
“Don Carlo” torna al teatro alla Scala in una grande produzione che rispecchia la doppia natura di dramma storico e manifesto romantico dell’originale schilleriano. Con un impianto scenico che si trasforma senza interrompere lo svolgimento dell’azione nei diversi spazi previsti dal libretto grazie all’alternanza di colossali elementi scenografici. A dominano i colori nero e oro, simbolo di potere. Ma l’opera anche e soprattutto dietro le quinte del potere: l’autodafé, cerimonia abbagliante e macabra di autorappresentazione dell’assolutismo, è mostrata soprattutto nel momento della preparazione e solo pochi minuti sono riservati alla “festa” nella sua magniloquente esteriorità.
Cosa ne pensano gli artisti
Riccardo Chailly, il direttore d’orchestra: “Il Don Carlo è un’ipotesi impensabile senza questi sei cantanti. Le difficoltà interpretative e vocali sono straordinarie. Si uniscono a un’opera di dialoghi meravigliosamente nuova, con una grandezza della visione globale che continua a stupirmi. La partecipazione corale è magnifica”.
Anna Netrebko, la soprano: “Il mio è un ruolo difficile. Elisabetta è luminosa, splendente, bassa e drammatica. Ha tutto nascosto in sé, questa e la sua personalità. Niente può davvero uscire da questo personaggio se non la bellezza della sua voce. La sua solitudine e tristezza e la sua bontà. Ho dovuto cercare nel mio timbro vocale questa tristezza”.
Francesco Meli, il tenore: “Don Carlo è un ruolo che mette a dura prova il tenore ma è motivante. E’ uno dei ruoli più variegati della scrittura verdiana. E sempre in scena ma non ha un’aria tutta sua. E’ il filo della storia che cambia colore e ci fa vedere chi è solo in quel momento esatto. A emergere è la sua impossibilità ad avere rapporti sani con gli altri, in particolare con il padre. Alterna momenti di esplosione e depressione e sconforto. Non è un ruolo eroico”.
Lluís Pasqual, il regista: “Ho cercato di portare tutti i temi cari a Verdi nel Don Carlo in una dimensione shakespeariana. Mi sono venute in grande aiuto le scenografie per risolvere quelle scene d’insieme che devono dialogare con le parti intime dell’opera. I cantanti sono come in un primo piano cinematografico. In scene e costumi domina il nero. All’epoca un segno di ricchezza”. Su scene e costumi aggiunge: “Mi sono ispirato all’alabastro, un materiale che apparteneva sia all’architettura civile sia religiosa. Anche i costumi hanno un’impronta shakespeariana perchè Verdi ne era un grande ammiratore. Sono ispirati al XVI secolo ma leggeri e adatti ad asservire alla musica”.
La trama
Atto I
Parte prima
Il chiostro del convento di San Giusto
Mentre un frate prega dinanzi alla tomba di Carlo V, don Carlo, infante di Spagna, ricorda l’incontro con l’amata Elisabetta di Valois, andata in sposa a suo padre Filippo II. Compare in scena Rodrigo, marchese di Posa e amico di Carlo, recando notizia dei moti che stanno infiammando la regione delle Fiandre in risposta allevessazione della corona spagnola. Carlo confida l’amore infelice a Rodrigo, che lo sprona a farsi inviare nelle Fiandre per risollevare le sorti del popolo oppresso. I due amici si giurano eterna amicizia mentre Filippo II ed Elisabetta attraversano il chiostro.
Parte seconda
Un sito ridente alle porte del chiostro di San Giusto
Tramite l’aiuto di Rodrigo, Carlo riesce a incontrare Elisabetta per chiederle di intercedere presso il monarca affinché questi acconsenta a far partire il figlio per le Fiandre. Carlo non può fare a meno di dichiarare il suo amore, ma viene interrotto da Elisabetta che gli ricorda che la loro unione non potrà mai avere luogo.
Il re ha un colloquio con il marchese di Posa, durante il quale questi lo invita a concedere più autonomia alle Fiandre. Filippo si rifiuta, ricordando a Rodrigo il potere del Grande Inquisitore; successivamente gli confida di essere consapevole dell’amore che unisce Carlo ed Elisabetta, incaricandolo di sorvegliare la coppia. Rodrigo accetta di buon grado.
Atto II
Parte prima
I giardini della regina a Madrid
Al ballo della regina, Elisabetta domanda alla principessa d’Eboli, segretamente innamorata di Carlo, di prendere il proprio posto, indossando il suo manto e la sua maschera. Eboli fa pervenire a Carlo un biglietto che lo invita a un appuntamento notturno: quando questi, dopo averle dichiarato il proprio amore, ingannato dal travestimento, riconosce la principessa, non riesce a celare il proprio stupore. Eboli allora, compreso il legame nascosto tra Carlo e la regina, gelosa del loro amore, giura di vendicarsi. Compare Rodrigo che, dopo aver minacciato di morte la principessa per costringerla al silenzio, domanda a Carlo di consegnargli i documenti provenienti dalle Fiandre in suo possesso.
Parte seconda
Una gran piazza innanzi Nostra Dama d’Atocha
Il popolo assiste al corteo di eretici condannati al rogo. Un gruppo di fiamminghi, inginocchiandosi davanti al monarca, chiede giustizia per le Fiandre, ma Filippo lo fa allontanare. Carlo, dunque, dopo aver richiesto invano al padre di essere inviato nelle Fiandre, sguaina la spada, schierandosi con i fiamminghi. Il sovrano ordina di disarmarlo, ma solo Rodrigo riesce a eseguire l’ordine. Mentre riprende la cerimonia del supplizio, una voce dal cielo invoca la pace.
Atto III
Parte prima
Il gabinetto del re a Madrid
Il re consulta il Grande Inquisitore per stabilire la giusta punizione per il figlio. Il Grande Inquisitore propone di condannare Rodrigo, che incolpa della ribellione di Carlo, ma il re si oppone a tale soluzione. Giunge Elisabetta, che il sovrano accusa di adulterio, essendogli stato recapitato, da parte della principessa d’Eboli, uno scrigno della regina in cui era contenuto un ritratto di Carlo. Entrano in scena Eboli e Rodrigo: la principessa confessa alla regina la propria colpa e viene scacciata da corte, mentre Rodrigo comprende di doversi sacrificare per salvare la vita di Carlo.
Parte seconda
La prigione di Don Carlo
Rodrigo confida a Carlo il proprio piano per farlo scarcerare: essendosi fatto trovare in possesso dei documenti che l’infante gli ha consegnato, potrà essere accusato delle agitazioni. Un colpo d’archibugio colpisce Rodrigo, il quale, morendo, annuncia a Carlo un incontro con Elisabetta che avrà luogo nel chiostro di San Giusto. Sopraggiunge Filippo, che rimpiange la morte di Rodrigo, per la quale viene accusato dal figlio. Nel frattempo, il popolo irrompe nelle carceri richiedendo la liberazione dell’infante e solo l’arrivo del Grande Inquisitore riesce a domarlo.
Atto IV
Il chiostro del convento di San Giusto
Elisabetta e Carlo si incontrano per dirsi addio: l’infante s’impegnerà nella causa dell’amico Rodrigo e combatterà per la libertà delle Fiandre. Irrompono nel chiostro Filippo, il Grande Inquisitore e le guardie del Santo Uffizio per arrestare Carlo. Improvvisamente appare Carlo V, che trascina il nipote con sé suscitando il terrore degli astanti.
L’opera in tv e radio
Si rinnova la collaborazione tra Rai e teatro alla Scala per il 7 dicembre. Rai Cultura riprende la Prima della Scala per trasmetterla in diretta su Rai Uno. Ma questa volta Don Carlo sarà visibile in una definizione quattro volte superiore rispetto agli standard televisivi abituali. Lo spettacolo, con la regia televisiva di Arnalda Canali, sarà trasmesso in diretta anche su Radio3, su Rai1 HD canale 501 e su RaiPlay. L’opera resterà in scena fino al 2 gennaio, ma è tutto esaurito in gran parte delle recite. Su Raiplay si potrà vedere per 15 giorni dopo la prima. Diretta dalle 17.45 a cura di Rai Cultura su Rai 1.