Alessandro Amadori “non è il coordinatore” del progetto sull’educazione alle relazioni nelle scuole. “Anzi il progetto sarà guidato da tre donne. Una è Paola Concia che ci ha lavorato dall’inizio e ora ha accettato di esporsi pubblicamente”. Il ministro Giuseppe Valditara davanti alla commissione d’inchiesta sui femminicidi è tornato a doversi giustificare sul ruolo del suo consulente e spin doctor, finito al centro delle polemiche perché autore di un libro che mette sullo stesso piano la violenza contro le donne e un presunto piano delle donne per sovrastare gli uomini. Interpellato dal senatore Pd Filippo Sensi, il ministro ha ribadito la difesa d’ufficio già fatta nelle scorse settimane ed è tornato, di nuovo, a leggere la conclusione del testo sotto accusa (“La guerra dei sessi”). Una arringa fatta a tutela del collaboratore, ma sempre più difficile di fronte alle frasi che lo stesso politico si è trovato a pronunciare ad alta a voce. “Il patriarcato lo condanna”, ha commentato Valditara. Peccato però che poi il testo prosegua prefigurando l’arrivo di una ginarchia, ovvero di una società tutta dominato da donne: “Forse si potrebbe parlare di matriarcato… mah“, si è fatto scappare il ministro. E ha subito precisato: “Io non ho detto che mi riconosco. Dico che auspica il superamento del patriarcato e credo che voi vi riconosciate. Sostiene che non si debba andare verso forme.. io francamente su ginarchia.. va bè, migliaia di anni fa sì, oggi no”, ha tagliato corto di fronte a quella che è una teoria senza alcuna base scientifica. “Ma l’idea di una sintesi su una società fondata sul dialogo…”, ha detto ancora. “Mi sembra che su questo.. e lui è un ricercatore, non un politico. Non mi sembra questa la sede per discutere del suo curriculum”.
Di fronte ai parlamentari d’opposizione che rumoreggiavano, Valditara ha insistito con la difesa già fatta in conferenza stampa due settimane fa di Amadori con tanto di stralcio del testo letto ad alta voce. Ma questa volta, per convincere la platea che Amadori non sarà tra i responsabili del progetto che deve andare nelle scuole, ha rivelato che alla guida del piano ci sarà un personaggio molto noto politicamente ed ex esponente proprio dei dem: Anna Paola Concia. Un annuncio che ha lasciato tutti di sorpresa: Concia è ex deputata Pd, nota per le sue battaglie per i diritti delle donne e della comunità lgbtqi+, è stata promotrice di una delle prime proposte di legge contro l’omofobia (mai approvata). Negli ultimi sette anni ha portato in Italia Didacta, lo spin off di Didacta Germania, fiera dedicata alla scuola del futuro. “Con Valditara lavoro da quando è diventato ministro e mi trovo molto bene“, ha dichiarato poco dopo all’agenzia Ansa. “Ci siamo anche confrontati sul tema della violenza sulle donne. Dalla prima volta che ci siamo visti ha detto di voler costruire un progetto contro la violenza di genere, sulla cultura del rispetto. Poi mi ha chiesto di guidare ‘Educare alle relazioni’ e io ho accettato. Sono stata contenta, da trenta anni faccio battaglie e oggi un ministro dell’Istruzione vuole impegnarsi seriamente su questo tema. metterò a disposizione del Paese e di una battaglia importante da condurre tutta la mia esperienza che non deve avere un colore politico”. E ha detto: “Lo faccio per tutte le donne, le Giulia e le nuove generazioni. Mi farebbe piacere coinvolgere il papà di Giulia Cecchettin“.
Valditara ha scelto quindi la commissione contro i femminicidi per l’annuncio. Nella sua audizione, arrivata il giorno dopo quella del ministro della Giustizia Carlo Nordio (che si è presentato senza avere tempo per le domande), ha parlato appunto del progetto che il ministero vuole avviare nelle scuole. Parlando della violenza contro le donne, Valditara ha sostenuto che il tema sta “molto a cuore” a lui e al governo. E, ha detto, “la scuola ha una finalità educativa, interviene sui processi culturali e ha una fondamentale rilevanza”. Il ministro però, come premessa, ha anche evocato una delle tesi delle destre per sminuire il fenomeno dei femminicidi in Italia (nonostante le 107 donne ammazzate da inizio dell’anno): “Voglio sottolineare che è un fenomeno assai diffuso. Abbiamo appreso che ci sono Paesi che sembrerebbero particolarmente avanzati e che hanno un problema di violenza sessuale particolarmente elevato. Penso ad esempio alla Svezia e all’Islanda”. In realtà, come sostenuto dagli esperti, i confronti con gli altri Paesi non sono possibili proprio perché non c’è una modalità univoca di contare i casi. Senza dimenticare che l’Italia non ha ancora i decreti attuativi della legge che permette la conta dei femminicidi come dei reati spia della violenza contro le donne, nonostante le promesse di Meloni.
Il ministro ha quindi difeso il progetto di educazione previsto nelle scuole che ha ribadito “è sperimentale” e che dovrà far dialogare i ragazzi. “Non saranno lezioni dalla cattedra“, ha detto. “L’idea mi è venuta dal peer tutoring, che abbiamo anche esteso all’educazione stradale. Il docente della classe deve essere il moderatore e sarà retribuito”. A formare i prof saranno l’ordine degli psicologi e i pedagogisti. Alla senatrice Pd Valeria Valente, ex presidente della commissione, che insisteva sulla necessità che nelle classi vadano persone preparate e che chiedeva perché non siano stati coinvolti i centri antiviolenza, Valditara ha risposto: “Potranno essere coinvolti poi dalle scuole autonomamente”. Ovvero ha confermato che la rete dei centri non è stata consultata e che, solo su base spontanea, potrà essere tirata in causa. Nonostante siano coloro che ogni giorno hanno a che fare con la violenza maschile contro le donne e la loro prevenzione. “Non basta essere psicologi o insegnanti, bisogna essere formati”, ha ribattuto Valente. “Io credo che chi svolgerà questi corsi a bambine e bambini, ragazze e ragazzi debba essere formato da chi conosce la violenza, sa riconoscerla e prevenirla, cioè dalle operatrici dei centri antiviolenza, che per quanto mi riguarda sarebbe prezioso avessero anche voce in capitolo sulla formazione degli operatori della giustizia”. Per ora non ce l’avranno.