Rossella Cominotti e Alfredo Zenucchi avevano espresso in una lettera, scritta da lei e firmata da entrambi, l’intenzione di suicidarsi. Il foglio è stato ritrovato nella stanza d’albergo di Mattarana, in provincia della Spezia, dove è stato rinvenuto anche il corpo della donna. Uccisa dal marito, che ha confessato alcune ore dopo il delitto, quando è stato rintracciato e fermato dai carabinieri ancora a bordo della propria auto, la scoperta della lettera sembra chiarire il movente del delitto e confermare almeno in parte quanto confessato da Zenucchi: “Volevamo farla finita. Prima dovevo uccidere lei, poi mi sarei tolto la vita io. Ma alla fine non ce l’ho fatta”, aveva infatti riferito l’uomo agli inquirenti.
La procura ha confermato che la ricostruzione appare credibile. Nel corso del sopralluogo dei carabinieri nella stanza è emersa “sin da subito una situazione di coppia particolare e la volontà dei due coniugi di volersi togliere la vita”, si legge in una nota. Secondo quanto si apprende, nella sua confessione Zenucchi ha affermato di aver ucciso la moglie mercoledì 6 dicembre. È quindi rimasto con il corpo nella stanza d’albergo per un giorno e mezzo prima di allontanarsi in auto, venerdì alle prime ore del mattino dopo aver consumato la colazione nella stessa struttura.
È stata la titolare della struttura ricettiva a segnalare al 112 di aver rinvenuto all’interno di una camera il corpo esanime di una donna. Personale del Nucleo Investigativo è intervenuto sul posto per i rilievi del caso e dopo aver constatato il decesso della donna e averla identificata, ha accertato che la salma presentava una profonda ferita al collo e sui polsi provocati da un rasoio trovato sulla scena del delitto sporco di sangue.
Nel corso del sopralluogo nella camera è emerso sin da subito la volontà da parte dei due coniugi di volersi togliere la vita, intenzione confermata dal contenuto della lettera, apparentemente scritta dalla donna e sottoscritta da entrambi, che esplicita i propositi di suicidio della coppia. Zenucchi, assistito dal difensore d’ufficio Alberto Rimmaudo del foro di Massa, e sottoposto a interrogatorio dal sostituto procuratore Elisa Loris, ha raccontato di essere stato accanto al corpo della moglie fino alla mattina del giorno 8 e di essersi allontanato dalla struttura ricettiva con l’intento di togliersi la vita, senza tuttavia riuscire a farlo. L’uomo è stato quindi dichiarato in stato di fermo e condotto nel carcere di Massa.