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Ucraina, Putin manda in guerra i migranti. Per evitare l’espulsione accettano di “lavorare per lo Stato”, e finiscono al fronte

Non c’è solo la nuova, massiccia mobilitazione annuale dei russi under 30, che recentemente il Cremlino ha raddoppiato portando i coscritti da 260mila e 420mila. A combattere sul fronte ucraino, volenti o nolenti, ci finiscono anche i migranti, compresi quelli intenti a trovare il modo di entrare in Europa. Lo scrive la BBC dopo aver raccolto testimonianze dirette di persone arrestate perché il loro visto era scaduto. Rinchiuse nei centri di espulsione, si sono viste avvicinare da militari e offrire un “lavoro per lo Stato“. Chi ha firmato pur di evitare l’espulsione è stato portato in un campo di addestramento al confine ucraino. E all’emittente britannica parla di imbroglio, che nulla era stato spiegato riguardo alla guerra e all’Ucraina.

Prima i detenuti, stranieri e non, agganciati con la promessa della grazia e mandati in prima linea. Così tanti che i rientri dal fronte sono già diventati un problema di ordine pubblico per il Cremlino, alle prese con l’aumento dei reati. E adesso anche i migranti, quelli che tentano di entrare in Polonia attraverso Russia e Bielorussia. Ma anche in Finlandia, dove nei mesi scorsi il flusso di richiedenti è aumentato al punto da spingere il Paese a chiudere tutti i confini. Il governo di Helsinki, che ha aderito alla Nato a inizio 2023, ha accusato direttamente Mosca di usare i migranti per causare una crisi e destabilizzare il Paese, citando i tanti stranieri muniti di biciclette “nuove di zecca” per aggirare il divieto di attraversamento a piedi della frontiera. L’Agenzia europea Frontex ha promesso di inviare personale per aiutare la Finandia a gestire la situazione.

Archiviata per il momento la questione finlandese, Mosca sembra averne già pensata un’altra. Secondo le organizzazioni umanitarie russe sentite dalla BBC, la stretta sui visti scaduti con arresto e processo immediato è una novità recente. Tra coloro che tentano di attraversare il confine non è raro che i documenti non siano più in regola, ma finora, raccontano le ong, la cosa era stata tollerata. Adesso, invece, il numero di arresti è aumentato: le udienze in Carelia, una delle tre regioni russe confinanti con la Finlandia, mostra che nelle ultime tre settimane 236 persone sono state arrestate per il visto scaduto, e destinate all’espulsione. Un quadro simile è stato riscontrato nelle altre due regioni di confine, Leningrado e Murmansk.

Una volta nei centri di espulsione, ecco l’offerta, con la promessa di una buona paga, l’assistenza medica e il permesso di rimanere in Russia al termine di un contratto militare di un anno. Ad accettare, scrive la BBC, cittadini somali che in patria hanno subito le minacce dei militanti di al-Shabab, e iracheni che pur di non subire la deportazione avrebbero accettato. Ma si tratta di sottoscrivere documenti in russo il cui contenuto, dicono le denunce raccolte dalla BBC, non viene spiegato, né l’Ucraina e la guerra sarebbero menzionate. E così i testimoni si sono ritrovati in campi fangosi, pieni di tende, al fronte. Dove alle loro proteste sono seguite minacce di arresto e per alcuni l’annullamento del contratto e la ripresa delle procedure di espulsione. “Ho detto di no, perché non so cosa ho firmato e non è scritto nella mia lingua”, ha detto un cittadino somalo, ancora nel campo militare e in attesa, spera, di un’udienza. “Sono un richiedente asilo, non un soldato”.