Immediata la reazione del titolo Mps in borsa alla notizia dell’assoluzione degli ex vertici Alessandro Profumo e Fabrizio Viola. Le azioni guadagnano ora il 3,4% a 3,38 euro. Da inizio anno la risalita del titolo sfiora il 65%, per una capitalizzazione che vale ora 4,2 miliardi di euro. L’assoluzione, che attiene alcuni strumenti finanziari derivati, alleggerisce il peso delle eventuali spese legali che gravano sui bilanci Mps, con richieste complessive di risarcimento per 2,9 miliardi. La pronuncia di oggi abbatte di circa un miliardo questa cifra. Una buona notizia per il Tesoro, in vista di possibili ulteriori cessioni azionarie dopo l’operazione di vendita del 25% della banca senese che ha fruttato circa 920 milioni di euro.
Nel bilancio dei primi 9 mesi del 2023 diffuso lo scorso 8 novembre, la banca senese ha evidenziato profitti per quasi 930 milioni di euro, più delle attese, e nell’ultimo mese il titolo ha guadagnato il 28%. Dal canto suo il governo ha indicato nella Nota di aggiornamento di finanza pubblica un piano pluriennale di privatizzazioni da 20 miliardi di euro, progetto la cui fattibilità è stata accolta con scetticismo da molti osservatori. Mps è stata nazionalizzata nel 2017 al fine di salvare l’istituto. L’Italia ha assunto un impegno con Bruxelles per una successiva dismissione della partecipazione la cui scadenza è però slittata al 2024. Mps è una “banca più solida dopo la sentenza Profumo – Viola” e per il Mef sarebbe “un errore vendere ancora sul mercato” mentre “serve un progetto con le Fondazioni bancarie al centro”, afferma però il segretario della First Cisl, Riccardo Colombani