Balzo del costo delle polizze rc auto. Lo segnala l’Ivass, l’Istituto che vigila sull’industria assicurativa, dalla cui indagine emerge che per i contratti sottoscritti nel mese di ottobre 2023, il prezzo medio dell’assicurazione auto è stato di 388 euro, in aumento del 7,9% su base annua in termini nominali (ossia incluso l’effetto inflazione, ndr). In termini reali (al netto dell’inflazione), precisa l’Istituto di vigilanza, l’incremento è del 6,2%. Il differenziale di premio tra Napoli e Aosta è di 239 euro, stabile su base annua. Nel capoluogo campano per assicurare una vettura si pagano in media 556 euro mentre ad Aosta ci si ferma a 317 euro. Nei grandi centri si segnalano i 435 euro in media di Roma, i 376 euro di Milano, i 417 euro di Torino, i 442 di Genova. Al Sud risulta mediamente contenuto il costo delle polizze a Palermo (37o euro). A Bari si sale a 390 euro. I rincari più forti su base annua si segnalano a Caltanisetta e Vercelli (+ 12%) e poi a Milano e Roma (+ 10%). Viceversa ,quelli più contenuti, a Catanzaro (+ 3,6%), Reggio Calabria (+ 3,7%) e Potenza (+ 4,3%). Per macro aree geografiche il premio effettivo, rileva l’Ivass, risulta più elevato al Centro, dove di pagano 424 euro, e al Sud, dove invece si arriva a 413 euro. L’Istituto sottolinea che sono ampiamente diffuse le clausole di guida esperta (63,6%) e risarcimento in forma specifica (27,2%).
I rincari dell’Rc auto registrati ad ottobre “sono mostruosi e confermano purtroppo in pieno le nostre previsioni circa l’andamento delle tariffe assicurative nel corso del 2023″, dice Assoutenti commentando i dati Ivass. “A dicembre dello scorso anno avevamo previsto come le tariffe Rc auto avrebbero subito sostanziosi aumenti nel corso del 2023, e i dati dell’Ivass ci danno purtroppo ragione”, spiega il presidente Furio Truzzi secondo cui si tratta di “Incrementi del tutto ingiustificati che non rispondono né ad un aumento dei costi in capo alle imprese assicuratrici, né ad un aumento dell’incidentalità, ma sono dovuti unicamente alle troppe anomalie del comparto assicurativo, dove le compagnie dettano legge imponendo clausole illecite ai propri clienti che fanno salire i prezzi”.
L’aumento del 7,9% dell’rc auto è “una vergogna! Un prezzo che non si registrava dall’ottobre del 2019 quando era pari a 403,96. Un rialzo del tutto spropositato, che non trova alcuna giustificazione, se non la volontà di aumentare i profitti a scapito delle famiglie“, commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Secondo la presidente di Adoc, Anna Rea, “Questi aumenti sono insostenibili e stanno minacciando seriamente le tredicesime, che andranno letteralmente in fumo, per chi ha la fortuna di averle – prosegue Rea. Le famiglie italiane, che già stanno facendo i conti con le stangate di mutui, dell’energia e, in generale, con l’aumento del costo della vita, sono allo stremo e i loro bilanci messi a dura prova per garantirsi una copertura assicurativa obbligatoria per la circolazione. Bisogna intervenire con urgenza per tutelare i consumatori e impedire che le assicurazioni continuino a speculare”. Anche Aiped, l’associazione periti estimatori danni, giudica “anomali i forti rincari delle polizze Rc Auto”. “Da tempo solleviamo la questione dei costi in capo alle compagnie di assicurazioni che si riflettono poi sulle tariffe praticate al pubblico, spiega il presidente Aiped, Luigi Mercurio, nell’ultimo anno abbiamo assistito a cambiamenti nel comparto assicurativo che hanno determinato un vero stravolgimento del concetto di perizia, attraverso l’utilizzo sempre più diffuso dei sistemi da remoto, perizie in authority, videoperizie e addirittura il crescente ricorso alla IA (intelligenza artificiale) da parte delle compagnie di assicurazioni”