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Adriano Giannini: “La morte di mio fratello per aneurisma cerebrale mi lasciò anestetizzato dal dolore, lì cominciai ad andare sul set con le maestranze…”

L'attore si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera

di F. Q.

Tra film e serie in uscita, Adriano Giannini di cose da raccontare sul suo lavoro ne ha. E lo ha fatto al Corriere della Sera, in un’intervista dove ha parlato anche della serie Supersex, prossimamente su Netflix e nella quale interpreta “Tommaso, il fratellastro di Rocco (Siffredi, del quale la serie racconta la storia, ndr), più grande di lui. Personaggio estremo e complesso. Ruppe con la famiglia. Andò a Parigi dove aprì un ristorante. Entrò in un giro un po’ losco di marsigliesi e corsi. Era il punto di riferimento e l’idolo di Rocco, che a Parigi conobbe Pontello, l’attore hard che lo introdusse al porno”. Il racconto diventa privato quando Giannini spiega che di amare le scrittura e di aver scritto una favola per bambini con la moglie, Gaia Trussardi: “Mi piace scrivere, la notte che morì Bertolucci ho buttato una storia che tengo per me, su Bernardo in cielo, finalmente libero, anche di parlare con Giulio Cesare e Shakespeare, o di ritrovare Marlon Brando”. Poi gli esordi: “Dopo la maturità, l’ho fatto per undici anni. Il primo film è quello di mia madre, Evelina e i suoi figli. La storia, autobiografica, di una donna con due figli. Ero disposto a fare qualunque lavoretto sul set, senza avere competenza. Non avevo idea di cosa fare. Volevo guadagnare qualche soldo per andare in America a imparare l’inglese. C’entrava anche la perdita di mio fratello Lorenzo, morto per aneurisma cerebrale. Eravamo molto legati, le vacanze insieme, le risate e le litigate. Rimasi anestetizzato dal dolore, cercai di andare avanti senza pensarci, mi buttai tra le maestranze dei set. All’epoca gli operatori e gli assistenti erano i primi a vedere il girato, anche prima del regista”. Giannini, figlio d’arte sì ma una condivisibile affermazione: “Ho fatto una lunga gavetta. Ricordo Olmi, un alchimista costruiva i filtri per aiutare l’effetto notte. Mi sono meritato il diritto di appartenere al mondo del cinema“.

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