È il minuto 58 allo Stadio Parken di Copenaghen. Claesson riceva palla sulla sinistra e favorisce l’inserimento di Achouri. In area è appostato Lukas Lerager, centrocampista arrivato in Danimarca nel 2021 e da lì rinato dopo due stagioni dimenticabili con la maglia del Genoa (due reti in 51 presenze tra campionato e coppe). Il passaggio è semplice, la copertura della difesa del Galatasaray assente, il tocco per battere l’ex laziale Muslera elementare. È la terza rete in questa Champions League per Lerager, per il Copenhagen assume contorni storici. È quella che spedisce la squadra danese agli ottavi di finale di Champions League per la seconda volta nella sua storia, dopo il precedente del 2010/11. Un traguardo sicuramente più prestigioso rispetto a quello di 13 anni fa. In quella occasione infatti vennero superati Rubin Kazan e Panathinaikos, questa volta invece avversari sulla carta fuori portata – per blasone, interpreti e potenza economica – come Galatasaray e soprattutto Manchester United.

L’impresa dei danesi è stata certificata da Lerager, ma un ruolo chiave lo hanno avuto anche altre meteore passate dall’Italia, come Andreas Cornelius e Denis Vavro. Il primo passato da Atalanta e Parma, il secondo nella Lazio. Protagonisti di questo risultato sono stati pure l’ex Benfica Diogo Gonçalves e l’ex Southampton Elyounoussi. Entrambi hanno segnato due reti in questa fase a gironi ed entrambi hanno un passato deludente in Portogallo e Inghilterra. È soprattutto con questi nomi che il Copenhagen è stato capace di fare quattro punti contro il Galatasaray, battere il Manchester United e costringere il Bayern Monaco al pareggio all’Allianz Arena. Un gruppo il cui artefice non è un allenatore dal grande curriculum, ma un 35enne danese ritiratosi nel 2011 e senza esperienza internazionale, Jacob Neestrup. Alla guida della squadra dal 2022, Neestrup nella sua prima stagione ha centrato subito la doppietta campionato-coppa nazionale. “Ci abbiamo sempre creduto – ha detto il tecnico danese dopo aver ottenuto la qualificazione europea -. Oggi nessuno può dire che questo sia ‘solo’ un secondo posto. È un secondo posto fantastico. Siamo stati senza dubbio la seconda migliore squadra in sei partite in questo girone”.

Cresciuto all’interno del club a partire dalla guida dell’Under 17, Neestrup incarna perfettamente la politica del Copenhagen : vincere dando spazio e fiducia ai giovani del vivaio. Ed è questo il grande segreto, la base di un exploit europeo non casuale. Il calcio danese d’altronde è l’esempio perfetto di sostenibilità. La consapevolezza di non poter competere con i top club europei spinge a puntare sui giovani per costruire qualcosa di importante. Una visione seguita anche da altri club del paese scandinavo, come Nordsjælland e Midtjylland. Attualmente nel Copenhagen circa 10 giocatori della rosa provengono dalle selezioni giovanili. Tra questi c’è anche uno dei prospetti più promettenti in Europa, seguito da tutti i top club, Ronny Bardghji. Professione: attaccante esterno. Nato nel 2005 in Kuwait, da piccolo passava le vacanze in Siria, poi la guerra civile scoppiata nel 2011 ha cambiato tutto. Da qui, la scelta di “scappare” in Svezia, a Kallinge, città di quattromila abitanti, dove ha cominciato a giocare a calcio. La Svezia ora se lo coccola, gli ha già affidato le chiavi dell’U21. La rete che ha svoltato il girone dei danesi (il 4 a 3 contro il Manchester United a due minuti dalla fine) è sua.

Bardghji sarà il prossimo che probabilmente lascerà Copenaghen. Perché qui il modello è quello: scoprire giovani, crescerli e poi venderli. La cessione da record del club è arrivata nel gennaio scorso. Nelle tasche del Copenhagen sono entrati circa 14 milioni di euro per il passaggio di Viktor Kristiansen (attualmente al Bologna) al Leicester. Ma altre cessioni eccellenti sono passate dal campionato italiano. In particolare vengono in mente quelle di Rasmus Hojlund e Morten Hjulmand, oggi perni di Manchester United e Sporting Lisbona e capaci di fare le fortune (economiche e sportive) di Atalanta e Lecce nella passata stagione.

E ora? Tra le possibili avversarie agli ottavi potrebbero capitare Real Madrid, Arsenal, Manchester City, Barcellona, Real Sociedad, Atletico Madrid o Lazio e Borussia Dortmund o Paris Saint-Germain. Insomma, sarà probabilmente un sorteggio proibitivo, ma che rappresenterà anche un’ulteriore occasione per continuare un processo di crescita e per raggiungere più grandi soddisfazioni in futuro, anche fuori dai confini nazionali. Sempre nel segno della sostenibilità.

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