Società

Trenord sui treni troppo alti: ‘Colpa delle gallerie basse’. Meno male che è il Sud a fare pasticci

di Pietro Francesco Maria De Sarlo

Siamo alle solite. Questo Sud sprecone, inconsistente e pasticcione, mentre al Nord sudano e pagano per tutti. Ancora una volta una conferma e per fortuna la stampa di sistema, esclusivamente nord oriented, non ha infierito. Nessuna inchiesta televisiva, nessun format di bla bla bla ne ha parlato e solo per un fortuito caso mi sono imbattuto in questa notizia che, se non fosse seria e vera, sarebbe una ridicola barzelletta e che la dice lunga sul Sud e su come si sprecano le risorse. E poi si lamentano anche se con i soldi della Sme (Società Meridionale di Elettricità) si sono salvate Motta, Alemagna, Star ecc., come denuncia il giornalista Marco Esposito, autore di Fake Sud e Zero al Sud!

A informare il Bel Paese di questo ennesimo scempio ci ha pensato il Corriere della Sera nella pagina interna dedicata a Milano. Non in prima pagina, come di solito si fa per il malcostume del Sud, ma nella pagina interna dedicata alla capitale morale d’Italia. Che delicatezza, tutto per non offendere i cittadini del Sud; anche la Cgia di Mestre, di solito così precisa e puntuale a denunciare gli sprechi del Sud invece di occuparsi di quello che accade a Mestre e dintorni, questa volta ha avuto pietà. Come l’Osservatorio del Nord Ovest d’altronde.

Ma qual è la notizia? Una società ferroviaria ha comperato dei treni che si sono rivelati troppo alti per le gallerie che dovevano attraversare. Un errore costoso, ma un errore che qualcuno paga e sicuramente sarà una società pubblica del sud perché il privato non sbaglia mai, e il pubblico del Nord … quasi mai. Ma qual è stata la risposta della società ferroviaria interessata? “Non sono i treni alti, ma le gallerie basse”. Eh, al Sud ne sanno sempre una più del diavolo! E io pago! Altro che autonomia differenziata! I cavalli di frisia sull’Arno, anzi meglio sul Po, ci vorrebbero! E poi riaprire il Canale D’Africa con i coccodrilli che mangiano i terroni al suono di pizziche e tarantelle.

E poi vogliono anche il Ponte sullo Stretto, che, come tutti sanno, va fatto dopo che sono state fatte le ingenti opere pubbliche già previste al Sud il cui elenco è talmente lungo che non lo trova neanche l’Intelligenza Artificiale. Solo al Nord si possono fare insieme alta velocità come quella tra Torino e Milano, enormemente sovradimensionata, la BreBeMi e la Pedemontana e altre opere inutili, o alimentare tangenti e corruzioni con il Mose e far fallire banche come Antonveneta o le banche venete, per poi salvarle con quattrini pubblici.

Ma torniamo alla nostra società ferroviaria, perché occorre fare nomi e cognomi e non generalizzare. Dunque vediamo di quale società si tratta: le Appulo Lucane? No. La Circumvesuviana? No. Ecco, trovata: si tratta di Trenord S.r.l., partecipata pariteticamente dal Gruppo Fnm (Ferrovie Nord Milano) e Trenitalia S.p.A. Ma che strano, una società del Sud con un nome nordico? Eh, capite la furbizia dei sudisti? Danno un nome del Nord a una società che opera al Sud. Ah, mi dite che è proprio una società pubblica del Nord? Sicuri? Sì, ne siete sicuri e quindi nessuna inchiesta, nessun servizio, nessuno sbandieramento di spreco di risorse pubbliche, nessuna denuncia e nessuna grancassa mediatica.

È così che si condiziona il giudizio della pubblica opinione, scegliendo le notizie e i temi da dare in pasto al pubblico ludibrio, esaltandone alcune e sottacendo o nascondendone altre; gli esempi abbondano. Non solo sulla pubblicistica antimeridionale, ma sul Mes, su Draghi, sull’economia liberista, su Gaza e Ucraina. Ogni volta che esprimete un giudizio sul Sud e su qualsiasi altra cosa, chiedetevi perché e in base a quali informazioni lo esprimete, invece di ripetere a pappagallo.

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