Anno 2023 dopo Cristo. Città Metropolitana di Bologna. Scuola dell’infanzia Dozza. Nel nostro secolo abbiamo raggiunto traguardi impensabili in molti campi. In campo scientifico, siamo riusciti a stampare organi umani in 3D che un giorno, speriamo non troppo lontano, potrebbe rendere obsoleto il concetto di liste d’attesa per i trapianti. Abbiamo robot che eseguono interventi chirurgici con precisione millimetrica, mentre i medici dirigono le operazioni comodamente seduti in un altro continente.

Nel mondo dell’informatica, abbiamo creato intelligenze artificiali che possono scrivere poesie, comporre musica e, per qualche ragione, persino creare ricette di cucina che sfidano ogni logica culinaria. La nostra connessione a internet è così veloce che si può scaricare l’intera biblioteca di Alessandria in un nanosecondo, e abbiamo auto che si guidano da sole, mentre il conducente si rilassa guardando l’ultimo episodio della sua serie TV preferita in streaming.

Abbiamo esplorato Marte, inviato sonde ai confini del sistema solare, e stiamo pianificando colonie sulla Luna. I nostri smartphone sono più potenti dei computer che hanno mandato l’uomo sulla Luna, e possiamo comunicare istantaneamente con chiunque, in qualsiasi parte del mondo.

Eppure, con tutte queste meraviglie tecnologiche e scientifiche, nella mia città, a Bologna, una scuola dell’infanzia sembra essere rimasta intrappolata in un lontano passato, dove l’idea di accessibilità per carrozzine è un concetto più alieno di un viaggio interstellare. Sì, nel 2023, un padre in carrozzina deve fare affidamento sulla pubblica assistenza per partecipare a un laboratorio natalizio nella scuola di sua figlia, perché affrontare delle scale sembra essere un ostacolo insuperabile per una struttura educativa moderna.

Nella foto mi vedete in una rara esibizione acrobatica, eseguita con la complicità di due generosi volontari della pubblica assistenza. Mentre nel XXI secolo abbiamo ascensori che possono raggiungere il cielo e scale mobili che ci portano ovunque senza sforzo, io ho avuto il privilegio di sperimentare il trasporto ‘stile antico’, in una scuola che sembra aver dimenticato che il XX secolo è passato da un po’. Non è esattamente il tipo di ‘viaggio nel tempo’ che la fantascienza ci aveva promesso, ma sicuramente un’esperienza indimenticabile. Un sincero ringraziamento ai miei ‘portantini’ che hanno reso possibile questa ‘scalata al successo’ in un edificio che, ironicamente, è destinato all’educazione e al progresso delle nuove generazioni.

Terrei inoltre a precisare che l’intervento della pubblica assistenza è stato PAGATO da due dade (insegnanti, ndr) di nostra figlia che si sono battute per avermi lì. Vorrei anche precisare che la pubblica assistenza è arrivata dal Comune di Casalecchio.

La scuola avrà un montascale ma verso la fine di gennaio. Il Natale ce lo siamo giocato, forse pure la befana. Nutro speranze per la Pasqua.

Dal XXI secolo è tutto, passo e chiudo.

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