Dopo i ritardi nella presentazione degli emendamenti e la ridda delle mance sparse in quelli dei relatori, il governo propone ora di portare la legge di Bilancio in aula al Senato il 21 dicembre con la fiducia, per poi procedere alla votazione finale il 22. La decisione, comunicata durante una riunione in commissione Bilancio con i capigruppo, farebbe sì che per la Camera si vada a dopo Natale. Un nuovo slittamento, dunque, rispetto ai tempi stabiliti nei giorni scorsi dalla conferenza dei capigruppo in Senato, che prevedevano l’approdo in aula il 18.

Il Partito democratico vorrebbe un percorso più ordinato rispettando le tempistiche dell’illustrazione e votazione in Commissione, con i pareri del governo sui testi degli emendamenti e dei sub. “Per quanto mi riguarda – ha affermato il senatore dem, Daniele Manca – non c’è nessun accordo. Con questa impostazione, ci porteranno in esercizio provvisorio“. Anche il M5s con il capogruppo dei senatori Stefano Patuanelli ha spiegato: “Noi abbiamo chiesto di arrivare in aula al Senato il 23 dicembre per avere uno spazio di discussione ampio”. E pure da Iv arriva uno stop: “Non c’è accordo né di metodo né di merito”.

Se la posizione del governo non dovesse cambiare, l’opposizione potrebbe voler procedere alla illustrazione e votazione di tutti i 2500 emendamenti. Il che porterebbe a un ulteriore allungamento dei tempi. “Questa è la nostra ultima proposta”, ha chiuso il senatore di Fratelli d’Italia e relatore Guido Liris, “perché altrimenti significherebbe affrontare in altra maniera i lavori, rovinando un clima che è sempre stato positivo in commissione. Sarebbe l’inizio di un percorso nuovo che non c’è mai stato, quando invece si è lavorato sempre in armonia. Se poi l’obiettivo è andare in aula senza relatori – ha concluso – adesso non è più il momento di tattiche: si girano le carte adesso e si capisce così di conseguenza ci regoleremo tutti”.

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