“Siamo davvero preoccupati per la sorte del giornalista Diaa al Kahlout”. A esprimere sconcerto è Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres. “Sappiamo che i nostri colleghi dell’ufficio diritti umani dell’Onu stanno seguendo la situazione – ha continuato intervistato durante la conferenza stampa di martedì mattina dal quotidiano panarabo Al Araby El Jadeed – Ma hanno difficoltà a ottenere informazioni dagli israeliani”. Quello che sappiamo, ha concluso, “è che un grande numero di uomini, incluso il giornalista, sono stati arrestati”.
Del giornalista Diaa al Kahlout, corrispondente da Gaza proprio del giornale panarabo Al Araby El Jadeed, si sono perse le tracce il 7 di dicembre. Per il quotidiano, il collaboratore sarebbe stato arrestato dall’esercito israeliano nella strada del mercato, a Beit Lahia, durante una campagna di rastrellamenti. Insieme a al Kahlout, continua Al Araby el Jadeed, “sarebbero stati portati via, verso una destinazione sconosciuta, anche i suoi fratelli e altri civili”.
Unica traccia del giornalista sono alcuni fotogrammi diffusi dall’esercito israeliano in cui ci sono centinaia di palestinesi, probabilmente arrestati durante dei rastrellamenti, in cui si vede al Kahlout seduto a terra insieme ad altre centinaia di uomini. Le immagini, subito circolate sui social media, hanno causato molte polemiche fra chi sostiene la versione israeliana (quella che gli uomini catturati sarebbero miliziani di Hamas) e chi quella palestinese che, invece, accusa l’esercito di aver condotto una campagna di arresti indiscriminati ai danni di civili.
Jeremy Lawrence, portavoce dell’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, ha dichiarato al quotidiano New Arab che il suo ufficio sta seguendo la questione degli arresti israeliani e il destino di Kahlout, aggiungendo: “È difficile ottenere informazioni confermate. Quello che sappiamo è che l’esercito israeliano ha arrestato decine di palestinesi di sesso maschile. Fra questi ci sarebbero anziani, ragazzi e un noto giornalista palestinese, il vostro collega Diaa al-Kahlout”. E ha concluso invitando “Israele a ricordare i suoi obblighi davanti alle leggi umanitarie internazionali e i regolamenti per il rispetto dei diritti umani che chiedono di garantire che tutti i detenuti siano trattati umanamente”
Il numero dei giornalisti morti fino a oggi, dall’inizio della crisi fra palestinesi e israeliani, è di 89. “L’esercito israeliano deve rivelare il luogo della detenzione di Kahlout, rilasciarlo immediatamente e promuovere azioni che garantiscano la sicurezza di tutti i giornalisti che stanno seguendo la guerra, specialmente quelli a Gaza che sono i più a rischio”, ha dichiarato Sherif Mansour, coordinatore per il Medioriente e Nord Africa del CPJ, al giornale Arab News.
Il numero dei palestinesi morti dal 7 ottobre, secondo una nota diffusa dal ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, è di 18.412. Più di 50mila sarebbero i feriti. Mentre il 12 dicembre otto soldati israeliani sono rimasti uccisi nel nord di Gaza. Lo ha reso noto l’esercito di Israele. Il totale dei militari uccisi dall’inizio delle operazioni di terra nella Striscia sale così a 112.