In ritardo sulle opere, con due Comitati organizzatori paralleli e uno scontro continuo fra governo e enti locali, i disgraziati Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026 hanno se non altro trovato il loro nuovo direttore generale: Carlo Molfetta, ex olimpionico di Taekwondo, oggi rappresentante della Federazione e del Coni, originario del luogo (di Mesagne in particolare, una cinquantina di chilometri da Taranto). Nel suo curriculum non ha nessuna esperienza dirigenziale di alto livello. In compenso, ha una referenza che in pochi possono vantare: è vicino di casa (vivono entrambi nel quartiere romano di Mostacciano) e compagno di burraco di Giorgia Meloni.
Nell’ambiente assicurano che la nomina non sia legata alla frequentazione con la premier (su cui il diretto interessato si schermisce: “Sapete più cose voi che io stesso!”), ma certo non guasta. E non sarebbe nemmeno indicazione diretta del ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto, che da mesi ha messo le mani sull’evento (al punto che le riunioni operative a Roma non si fanno più al Ministero in teoria competente, quello dello Sport di Andrea Abodi, ma nei suoi uffici), e con cui condivide le origini pugliesi. Classe 1984, medaglia d’oro nella categoria +80kg alle Olimpiadi di Londra 2012, Carlo Molfetta dal 2017 è team manager della nazionale di taekwondo, uomo di fiducia del presidente Angelo Cito. Molto gradito al Coni di Malagò e al ministro Abodi, il suo nome circolava da mesi come possibile consulente del Comitato organizzatore di Taranto 2026, per un ruolo di secondo piano. Lo hanno fatto addirittura direttore generale, forse anche per mancanza di alternative.
Nelle ultime settimane il candidato principale sembrava essere Bruno Campanile, numero 2 dell’Asi, vicino al sottosegretario Barbaro e al capogruppo di Forza Italia, Paolo Barelli, già direttore degli ultimi Europei di nuoto. Un profilo di sicuro affidamento, che però è sfumato probabilmente per l’indisponibilità del diretto interessato a trasferirsi in Puglia. Si era fatto anche il nome di Vito Cozzoli, ex presidente di Sport e Salute, che però attende una poltrona più importante nella Capitale. Rispetto ai loro curriculum, Molfetta che non ha mai ricoperto un ruolo apicale (ha svolto al massimo funzioni tecniche in Federazione, e sempre come rappresentante degli atleti nel Consiglio nazionale del Coni), rappresenta una scommessa. Mentre il Comitato organizzatore – dopo la fuoriuscita di Coni e governo, e la ricostituzione intorno alla figura del commissario straordinario Massimo Ferrarese – ha bisogno disperatamente di certezze.
Molfetta dovrebbe prendere il posto di Elio Sannicandro, l’ex dg del vecchio Comitato, l’uomo a cui la Regione Puglia aveva affidato le chiavi per la sua parte, interdetto per una brutta storia di appalti truccati all’Asset (l’Agenzia regionale per lo sviluppo ecosostenibile del territorio), e di conseguenza sospeso anche dal suo ruolo nei Giochi. Il condizionale è d’obbligo perché sulla nomina pende anche un’altra incognita: come tanti atleti di caratura nazionale, Molfetta è arruolato nelle forze armate, in particolare nei Carabinieri. Ma il posto di direttore generale in un Comitato privato potrebbe essere incompatibile con quello nell’Arma, circostanza che lo costringerebbe a lasciare la divisa. “Sono molto felice per la fiducia che mi è stata accordata, nei prossimi giorni scioglierò la riserva se accettare l’incarico”, le sue prime parole. Auguri.