Livelli di inquinamento superiori ai limiti e rischio di danni ambientali e di salute gravi. È quanto emerso dalle analisi nel Parco Agricolo Sud Milano finanziate dall’Associazione Parco Sud e dal WWF Martesana Sud Milano. La responsabilità, scrivono le associazioni in un comunicato, ricade su 45 aziende presenti nel “polo industriale” di Colturano, comune della città metropolitana di Milano, che sversano le acque reflue nel canale di irrigazione dei campi di mais del Parco Agricolo Sud Milano, anziché conferire i loro scarichi nella rete fognaria.
L’amministrazione comunale di Colturano, solo a seguito delle pressioni delle associazioni, il 27 giugno 2022 ha emesso 45 ordinanze per l’allacciamento delle aziende alla pubblica fognatura nel termine di 120 giorni. Ma i termini sono scaduti senza che le ordinanze siano mai state rispettate. E il Comune, scrivono sempre le assocazioni, non ha fatto nulla per farle rispettare, nonostante l’invio prima di una diffida e poi di un esposto alla Procura di Lodi.
Già a gennaio del 2022 gli attivisti delle associazioni, rilevando la presenza di reflui maleodoranti e schiumosi, avevano chiesto e ottenuto l’intervento dei tecnici di ARPA Lombardia e CAP Holding. E il campione di liquido per effettuare le dovute analisi era stato prelevato, ma i risultati delle analisi non sono mai stati resi noti, nonostante le ripetute richieste di informazioni. E così le associazioni hanno deciso di finanziare autonomamente nuove analisi.
L’Associazione per il Parco Sud ha quindi effettuato un campionamento delle acque e dei fanghi nella roggia (il canale di irrigazione artificiale). Le cui analisi hanno evidenziato la presenza di inquinanti di molto al di sopra sopra dei livelli consentiti. Le conclusioni della perizia del dottor Oscar Ghizzoni, consulente chimico forense accreditato, sono allarmanti: “I livelli di inquinanti rilevati superano di molto i limiti previsti dalla normativa dedicata”. E il mancato intervento può causare serie conseguenze ambientali e danni alla salute di tutti e tutte: “In assenza di un tempestivo intervento, rischiano di produrre danni rilevanti per quanto riguarda lo stato di salute dell’ambiente, delle colture e degli abitanti delle zone”.
Questi scarichi tossici abusivi, infatti, possono anche finire nel cibo. “Il WWF si occupa soprattutto di aree naturali”, ha spiegato Giorgio Bianchini, presidente di WWF Martesana e Sud Milano, “ma le nostre oasi non sono avulse dall’ambiente circostante, e poi non possiamo ignorare i gravi rischi che un’agricoltura inquinata può comportare per tutti gli esseri, umani e non umani”.