“Giorgia Meloni dice che è un successo l’ok del Consiglio europeo ai negoziati di adesione dell’Ucraina alla Ue? Francamente non mi pare, tra le parole e i fatti c’è un abisso. L’Ucraina è ai piedi di Cristo, praticamente è un paese distrutto e in una guerra da cui non sa come uscire. Dire che magari tra 10 o 20 anni entrerà nella Ue mi pare discutibile. Stiamo giocando coi simboli, mentre le realtà ci sfuggono”. Così a Otto e mezzo (La7) il direttore di Limes, Lucio Caracciolo, stronca gli entusiasmi dell’Europa e le auto-attestazioni di successo di Giorgia Meloni per l’avvio dei negoziati di ingresso dell’Ucraina nella Ue.
E aggiunge: “Quale Ucraina entrerà nella Ue? L’Ucraina è un paese invaso e diviso in cui metà della popolazione non c’è più. Di cosa stiamo parlando? Dovremmo parlare delle cose concrete, perché in realtà avremmo dovuto dare 50 miliardi di aiuti necessari all’Ucraina, ma non se ne parla più per il veto di Orban. Anzi – continua sarcasticamente Caracciolo, riferendosi allo sblocco dei fondi di coesione autorizzato dalla Commissione von der Leyen per l’Ungheria – il presidente ungherese, che indubbiamente è un genio della trattativa, si è fatto dare 10 miliardi dalla Ue, perché, a quanto pare, le condizioni della libertà dei media sono migliorate”.
Caracciolo analizza poi la situazione israelo-palestinese, soffermandosi sull’uccisione di tre ostaggi israeliani da parte dell’esercito di Israele: “Quando adotti il criterio della punizione collettiva, evidentemente finisce che ammazzi pure i tuoi. Credo che siamo agli inizi di una vicenda che durerà molti mesi. Alcuni ufficiali israeliani e alcuni americani parlano apertamente di una guerra da fare anche contro Hezbollah. Nel frattempo, è esplosa la Cisgiordania. Insomma, Israele – conclude – si è ficcato in quello che gli americani avevano previsto: il classico schema della guerra al terrorismo, per cui più ammazzi terroristi e più finisce il terrorismo, non rendendosi conto però che avviene esattamente il contrario. Come ha detto ieri il segretario della Difesa americano Blinken, gli israeliani scambiano una vittoria tattica, che peraltro è discutibile, con una vittoria strategica. E strategicamente Israele sta perdendo“.