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Femminicidi, lunedì un emendamento per destinare il tesoretto della manovra ai centri antiviolenza

Femminicidi, lunedì un emendamento per destinare il tesoretto della manovra ai centri antiviolenza
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“Veniamo da giorni di forte scossa nel Paese per i femminicidi, violenza e stupro. A quelle piazze che il 25 novembre si sono riempite di persone e di donne per chiedere alla politica di far fare un salto in avanti nel Paese come rispondiamo? Le opposizioni si stanno unendo su un emendamento affinché i pochi soldi lasciati al Parlamento per la manovra siano messi per il contrasto alla violenza di genere, la maggioranza faccia la stessa cosa: rinunci a mance e mancette e metta quelle risorse con noi”.

È stata la segretaria del Pd Elly Schlein a lanciare alla maggioranza la palla dell’iniziativa concordata venerdì 15 dicembre, mentre la presidente di Azione, Mara Carfagna, parla di “un segnale positivo nelle ultime ore dal Senato”, dove “tutte le opposizioni hanno deciso di utilizzare i soldi che il Governo ha riconosciuto al Parlamento per le modifiche alla Legge di Bilancio, per finanziare le iniziative di contrasto alla violenza sulle donne“.

Carfagna sottolinea che se il governo accetterà la proposta 40 milioni di euro “saranno utilizzati per potenziare i centri antiviolenza esistenti, per costruirne di nuovi, per costruire nuove case rifugio, ma anche per formare tutti gli operatori che entrano in contatto con il tema della violenza, affinché la violenza di genere venga sempre riconosciuta come tale e nessun dettaglio possa mai essere sottovalutato”. Un buon segnale, insomma, che “naturalmente non basta e la lotta contro la violenza di genere deve continuare ogni giorno”.

“Il governo ha considerato fin dal primo giorno la violenza contro le donne fra le priorità assolute”, ha commentato Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità sottolineando che “non può dunque che farci piacere che anche l’opposizione segua questa linea e intenda contribuire nell’esame della legge di bilancio al potenziamento degli strumenti e delle risorse per il contrasto della violenza”.

La questione del cosiddetto tesoretto, ossia il Fondo per il finanziamento dei provvedimenti legislativi, e del suo ammontare preciso rimane ancora aperta, dunque. Sembra certa la suddivisione tra il 60% alla maggioranza e il 40% alle opposizioni. Tutte le forze politiche di minoranza hanno deciso di far convergere la loro quota sulla misura per il contrasto alla violenza sulle donne.

Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva rivendica per il proprio partito la proposta “di far convergere in un’unica voce di spesa, cioè gli interventi sul tema del femminicidio e del contrasto alla violenza contro le donne, tutto il fondo parlamentare a disposizione della legge di bilancio. Prendiamo spunto da vari emendamenti presentati dalle opposizioni, Italia Viva in particolare si batte per l’aumento del reddito di libertà, il cui fondo sale da 4 a 10 milioni di euro per il prossimo triennio. È previsto l’innalzamento dell’assegno fino a un massimo di 1000 euro per donna. La battaglia è quella iniziata da Maria Elena Boschi e Lucia Annibali nella scorsa legislatura”.

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