Non c’è migliore immagine della vita di quella dipinta dai versi del poeta Antonio Machado: ”Caminante”, diceva, “son tus huellas el camino”. Siamo viandanti le cui orme stesse formano il cammino. Non c’è strada, se non quella che facciamo noi: il percorso del futuro non è già scritto, lo creiamo con ogni passo. Una metafora illuminante per descrivere il futuro della mobilità, considerato il fatto che nei prossimi decenni dovremo “ricostruire” reti di trasporto che col tempo, tra cavalli e automobili, sono diventate nemiche dell’uomo.
Scenari di opportunità: ubiquità mentale e fisica
L’utopia è un mondo dove le strade sono popolate da veicoli elettrici e autonomi, che sfrecciano silenziosamente riducendo l’inquinamento e trasformando l’esperienza urbana in un ambiente più pulito, tranquillo e anche sicuro. Le modalità condivise (car, bike ecc in sharing) diventano un pilastro fondamentale di questo scenario: diminuiscono il bisogno di possedere un veicolo personale e alleggeriscono il traffico. Una mobilità divenuta “dolce” ed eco-friendly, composta non solo da auto e moto, tram e autobus, metropolitane e treni, ma anche da biciclette, monopattini, segway e innovativi mezzi di trasporto leggero. Senza dimenticare lo spazio aereo, nel quale i droni taxi portano il trasporto passeggeri e quello delle merci letteralmente su altri piani.
Le città diventano intelligenti, regolate da infrastrutture capillari dotate di sensori high-tech che comunicano con i veicoli in un dialogo costante, rendendo gli spostamenti più efficienti. E anche le aree interne, rurali o montane, che caratterizzano gran parte del paesaggio italiano, vengono connesse e “avvicinate”.
Scenari critici: nel caos, paralizzati anche in movimento
Tra le ombre di incertezza, un senso di iniquità. L’accesso alle nuove tecnologie (o alla stessa mobilità) può essere sempre più appannaggio degli abbienti, aumentando il divario tra ricchi e poveri e creando disuguaglianze nella libertà di spostamento. Non tutti potranno permettersi una mobilità evoluta.
La privacy e la sicurezza, questioni di primo piano con l’adozione di veicoli autonomi e sistemi intelligenti, sollevano preoccupazioni su possibili abusi e cyber-attacchi che dirottano anche i nostri percorsi. E senza una pianificazione adeguata, i nuovi mezzi di trasporto potrebbero addirittura peggiorare il traffico e il caos urbano ed extraurbano, anziché migliorarli. Il rischio è finire in una babele di veicoli, senza regole chiare, nella quale vige una “legge della giungla d’asfalto”. Sistemi intelligenti di regolazione del traffico e monitoraggio dei dati potrebbero essere sfruttati anche come reti di sorveglianza pervasiva. Un “Grande Fratello” di orwelliana memoria, per nulla paragonabile all’intrattenimento televisivo cui siamo abituati. Forse vanto per i paladini delle politiche securitarie, ma anche fonte di controllo con finalità commerciali decisamente tossiche.
Transizioni possibili: il futuro è mobile
Per navigare verso un futuro di mobilità equo e sostenibile, è necessario adottare un approccio sistemico. Le politiche pubbliche devono promuovere un accesso equo alle nuove tecnologie (come i robotaxi), garantendo che i loro benefici siano fruibili da tutti. È fondamentale stabilire normative solide e coerenti per la sicurezza e la privacy, garantendo la protezione degli utenti e la sicurezza dei sistemi di mobilità. Sono necessari fin da subito programmi di sensibilizzazione sull’uso responsabile e sostenibile dei mezzi di trasporto (educazione stradale e civica incluse). E le aziende dovrebbero essere incoraggiate a sviluppare tecnologie in modo etico, tenendo conto degli impatti ambientali e sociali, nonché delle esigenze di privacy.
In sintesi, il futuro della mobilità si prospetta ricco di opportunità innovative e sfide critiche significative. La questione fondamentale di come ci muoveremo, riprendendo Machado, è che non ha tanta importanza la “destinazione tecnologica”. Ciò che conta è il processo di innovazione, adattamento e apprendimento continuo che trasformerà le nostre strade in sistemi circolatori intelligenti, capaci di portarci in giro come una linfa vitale. E di sostituire con il verde il crescente numero di parcheggi “orfani” di auto.