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La guerra in Medioriente fa deviare le portacontainer da Suez a Buona Speranza: 7-10 giorni di viaggio in più e costi in aumento

La Msc Mediterranean Shipping Co, la più grande compagnia di spedizioni di container al mondo, smetterà di utilizzare il Canale di Suez dopo un attacco a una delle sue navi. La decisione, spiega la Bbc che ha dato la notizia, è stata presa dopo che venerdì 15 dicembre la portacontainer Msc Palatium III era stata attaccata mentre transitava nel Mar Rosso, riportando danni ma nessun ferito.

Le navi Msc sono ora dirottate attraverso il Capo di Buona Speranza, l’estremo sud dell’Africa. In seguito all’aumento degli attacchi degli Houthi yemeniti che hanno annunciato di avere come obiettivo dei loro droni e razzi proprio le navi straniere, la stessa decisione era stata presa dalla francese Cma Cgm, la danese Maersk e la tedesca Hapag-Llyod. Gli Houthi lanciano anche droni e missili contro Israele. Gli americani hanno reso noto sabato che una loro unità navale ha abbattuto 14 droni. La Msc ha denunciato che la situazione nella regione si sta facendo “grave”. E in effetti ormai sono 4 delle 5 maggiori compagnie di navigazione mondiali ad aver deviato le rotte a causa degli attacchi Houthi.

La nuova rotta attorno al Capo di Buona Speranza porterà “a prolungare il tragitto di 7-10 giorni“, secondo i calcoli della piattaforma di spedizioni Flexport per la quale i “questo impatterà sulle imbarcazioni che trasportano beni dall’Asia all’Europa e alla Costa Est degli Stati Uniti”. Flexport sottolinea tuttavia come sia “ancora presto” per misurare l’impatto sul commercio internazionale da un blocco di un’arteria vitale come il Canale di Suez. Ma per ammortizzare le spese diversi armatori hanno già applicato supplementi per centinaia di dollari a container, con ulteriori supplementi per le imbarcazioni da e per Israele.

“Sappiamo che la condizione della guerra è una condizione che a lungo ci danneggia. Tra un pò arriverà nelle nostre case il risultato degli attacchi alle navi che stanno passando nel Mar Rosso, e che hanno iniziato a non passare più da lì. E se una nave italiana non può più passare da Suez, e deve circumnavigare l’Africa per portare i prodotti, sapete cosa significa per l’Italia e il nostro commercio?”, ha commentato il ministro della Difesa, Guido Crosetto.

Gli Houthi affermano che i loro attacchi mirano a porre fine alla martellante offensiva aerea e terrestre israeliana contro la Striscia di Gaza nell’ambito della guerra del Paese contro Hamas. Dall’inizio del conflitto a Gaza gli Houthi (che l’Iran è accusato di sostenere) hanno spesso lanciato missili e droni in direzione di Israele. Hanno anche minacciato di impedire il passaggio dal Mar Rosso delle navi dirette in Israele. Tuttavia, i legami con le navi prese di mira dagli assalti dei ribelli sono diventati più tenui con il proseguire degli attacchi.

Venerdì una nave cargo della compagnia tedesca Hapag-Lloyd battente bandiera della Liberia è stata attaccata e ha riportato danni. Lo ha confermato all’agenzia tedesca Dpa un portavoce della compagnia precisando che non ci sono state conseguenze per l’equipaggio della nave portacontainer al-Jasrah. La nave era passata dal Canale di Suez proveniente dalla Grecia e diretta a Singapore, quando è finita nel mirino. Secondo rapporti di stampa, a bordo sarebbe divampato un incendio, ma il mercantile è riuscito a proseguire la rotta. Gli Houthi yemeniti hanno rivendicato – tramite il portavoce Yahya Sarèe – “due operazioni contro due navi cargo”, a loro avviso dirette in Israele.

Giovedì 13 dicembre il governo yemenita ha minacciato un assedio marittimo a Israele a partire dal Mar Rosso e dallo Stretto di Bab al Mandab, dove passa quasi metà del traffico mondiale via mare e che collega il Mediterraneo con il Corno d’Africa. Questo mentre nei pressi dell’altra strozzatura marittima cruciale per gli equilibri energetici, lo Stretto di Hormuz, passaggio obbligato tra il Golfo e l’Oceano Indiano, una nave cargo è stata affiancata per più di un’ora a largo delle coste dell’Oman da non meglio identificate cinque imbarcazioni da guerra che, secondo alcuni media, rispondevano agli ordini dell’Iran.