Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, dopo aver partecipato al dibattito sugli scenari geopolitici, passeggia tra gli stand del villaggio di Natale di Atreju. I cronisti lo intercettano. Sulle trattative in Europa in merito al patto di stabilità per definire i vincoli di bilancio europei “la trattava è ancora in corso” afferma. Ma già ieri il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sempre ad Atreju, ha espresso forti perplessità rispetto ad un esito positivo delle trattative nella riunione dell’Ecofin fissata per mercoledì prossimo. Obiettivo italiano: scorporo della spesa per investimenti sugli interessi del Pnrr dall’ammontare di deficit e debito utilizzato per calcolare i vincoli da rispettare, ovvero, il 3% nel rapporto deficit-Pil e del 60% in quello tra debito e Prodotto interno lordo.
E nelle trattive, per arrivare ad una proroga di queste, forse fino a dopo le elezioni europee, si sta delineando un’alleanza Italia-Francia. Paesi tra i quali, nell’ultimo anno, non sono mancate le frizioni. Fazzolari afferma che “dossier per dossier uno fa alleanze con il Paese che ha la tua stessa posizione su quella determinata materia, quindi perché no, Italia e Francia su molti dossier hanno posizioni simili”.

Il sottosegretario sottolinea che “noi non abbiamo grandi problemi a rispettare parametri che prevedano giustamente di ridurre l’enorme debito pubblico che abbiamo, il problema è che noi abbiamo delle questioni contingenti”. Il braccio destro del presidente del Consiglio Giorgia Meloni le elenca. “La prima, drammatica, è il superbonus. Da solo vale l’1% del PIL; abbiamo i tassi d’interesse che quest’anno ci costano circa 13 miliardi in più degli anni passati e abbiamo la parte a debito del Pnrr, che pur essendo un grande aiuto per gli investimenti in Italia, incidono nei parametri di deficit e debito. L’Italia sta dicendo noi abbiamo queste situazioni contingenti che ci vanno a pesare fino al 2027. La trattava è tutta qua. Trovare buonsenso in modo che possiamo dal 2027 avere le carte in regola per rispettare i nuovi parametri”. Fazzolari dunque punta su una “deroga temporanea” perché “a noi non serve di più, a noi serve semplicemente gestire questi tre fattori momentanei”. Immaginabile un veto dell’Italia? “Non possiamo accettare dei parametri che non siamo in grado di rispettare. Se i parametri che vengono chiesti non sono alla portata dell’Italia non li possiamo accettare”.
E anche se tutto venisse rinviato a dopo le elezioni europee per Fazzolari pur ammettendo che “è importante – perché – una nuova Commissione europea potrebbe su molti aspetti avere una visione diversa – però in realtà – il patto di stabilità noi non abbiamo grandi difficoltà con la Commissione Ue, il dibattito è tra Stati membri e su questo anche dopo le elezioni europee non cambierà molti lo scenario”.

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