La Commissione Europea ha avviato il procedimento formale per valutare se X, ex Twitter, abbia violato il Digital Services Act (Dsa), il codice dell’Unione europea che regola i contenuti illegali, la pubblicità e la disinformazione online, che fissa gli standard sulla responsabilità delle piattaforme online. Il social network di proprietà di Elon Musk, infatti, potrebbe non aver rispettato il regolamento in merito alla gestione dei rischi, alla moderazione dei contenuti, alla trasparenza della pubblicità e all’accesso ai dati per i ricercatori.
L’indagine preliminare era già stata annunciata dal commissario Ue per il Mercato interno Thierry Breton lo scorso ottobre, facendo seguito alla lettera di richiamo inviata a Musk sulla disinformazione e i contenuti terroristici, violenti e di incitamento all’odio apparsi online a seguito dell’attacco di Hamas in Israele. La Commissione ha deciso di aprire la procedura formale di infrazione sulla base non solo dell’indagine preliminare condotta finora, ma anche di un’analisi della relazione di valutazione del rischio presentata da altri, e riguardante proprio la diffusione di contenuti illegali nel contesto degli attacchi terroristici di Hamas, ai sensi della legge sui servizi digitali.
L’indagine riguarda inoltre presunte carenze nel fornire agli investigatori l’accesso ai dati accessibili al pubblico di X come previsto dall’articolo 40 del DSA, nonché carenze nell’archivio degli annunci di X. Dovrà essere verificata anche l’efficacia delle misure adottate per combattere la manipolazione delle informazioni sulla piattaforma, in particolare del cosiddetto sistema “Community Notes” di X nell’UE e l’efficacia delle relative politiche che mitigano i rischi per il discorso civico e i processi elettorali. Verrà verificato anche il funzionamento dei cosiddetti “dark patterns“, cioè i meccanismi che inducono l’utente a cliccare dove la piattaforma vuole. Sembra che il social abbia peraltro un design ingannevole dell’interfaccia utente, in particolare in relazione ai segni di spunta collegati a determinati prodotti in abbonamento, i cosiddetti segni di spunta blu.
Non è la prima volta del resto che X finisce sotto l’attenzione mirata della Commissione: a maggio 2023 l’allora Twitter – già di proprietà di Musk – aveva deciso di uscire dal Codice di condotta sulla disinformazione, scatenando la reazione della vicepresidente della Commissione Vera Jourova, che lo aveva avvertito: “Se vuole operare e fare affari nel mercato europeo, deve rispettare il Digital Services Act”.
La nuova legge sui servizi digitali, entrata in vigore il 25 agosto 2023, prevede la sorveglianza dell’Ue sulle piattaforme che contano più di 45 milioni di utenti attivi al mese e a differenza della precedente norma – che riteneva responsabili solo le piattaforme che, venute a conoscenza del caricamento di contenuti illegali da parte degli utenti, non avessero provveduto alla loro rimozione – pretende che le Big Tech siano dotate di un team dedicato al controllo delle segnalazioni provenienti da Autorità e utenti.