In Italia i top manager delle loro (ex) società sono a processo per il crollo del ponte Morandi e i suoi 43 morti. Dall’estero arrivano invece onoreficenze per la famiglia Benetton e il loro impegno per l’ambiente. Alessandro Benetton ha ricevuto infatti dalle mani del segretario delle Nazioni Unite António Guterres il “Global advocate of the year 2023“, per “la dedizione e leadership nella promozione di politiche sostenibili in qualità di presidente di Edizione Spa, una delle principali holding europee”.

“Brevi vie di purificazione” – Il riconoscimento è stato subito riportato da articoli entusiastici su vari media italiani, ma è stato poco gradito dai familiari delle vittime di Genova, che accusano il gruppo di greenwashing: “Non si può che restare perplessi rispetto alle brevi vie di purificazione”, commenta la portavoce Egle Possetti. “Gli azionisti, infatti, dopo avere letteralmente spremuto le autostrade italiane in concessione, che hanno all’attivo due tragedie come quella di Avellino e Genova, assumono ora il ruolo di filantropi premiati. Siamo terribilmente perplessi che le vie per il ritorno a candide vesti non passino per la verità, non passino per la giustizia. Dovremmo riflettere tutti sui percorsi che portano ai riconoscimenti, a volte per ottenerli le persone calpestano quello che incontrano, in questi casi immediatamente il valore di quanto ottenuto diventa così flebile che non si percepisce più”.

Edizione e i Benetton – Edizione, che racchiude i patrimoni dei quattro rami della famiglia Benetton, è la storica cassaforte attraverso cui la famiglia di Treviso per anni ha controllato Atlantia, holding che a sua volta era azionista di maggioranza di Autostrade per l’Italia (Aspi). Come noto, dopo aver annunciato l’avvio di una procedura di revoca della concessione, il governo italiano si è ricomprato Aspi, attraverso una cordata guidata da Cassa depositi e prestiti, liquidando i Benetton con oltre otto miliardi di euro. Alessandro Benetton, chiamato a risollevare la reputazione delle aziende del gruppo dopo i morti di Genova, non aveva ruoli attivi nelle società di famiglia al momento del disastro, se non quello di socio azionista. Uno dei suoi primi provvedimenti è stato quello di ribattezzare Atlantia, citata di tanto in tanto ancora nelle cronache della strage, in Mundys.

Il premio – Ma in cosa consiste il premio “Global advocate of the year”? E perché è stato scelto proprio Benetton? Ad assegnarlo è l’Unca, associazione che raggruppa oltre duecento corrispondenti internazionali presso le Nazioni unite, e che dal 2019 è guidata da una giornalista italiana, Valeria Robecco. Benetton, si apprende dalle motivazioni, è stato premiato per oltre tre miliardi di euro investiti nella sostenibilità e proprio per le politiche portate avanti da Mundys, “capogruppo infrastrutturale le cui asset companies presenti in 24 Paesi dimezzeranno le emissioni proprie entro il 2030, per azzerarle al più tardi entro il 2040, e a cui il World Economic Forum ha affidato la leadership del tavolo per indirizzare il processo di decarbonizzazione del trasporto aereo mondiale“.

Gli ex vincitori – Tra gli insigniti, negli anni, anche l’ex presidente Usa Bill Clinton, Richard Branson, Ted Turner, il professor Jeffrey Sachs, Nicholas Cage, Stevie Wonder e Michael Douglas. Nelle foto dell’evento, celebrato a Casa Cipriani, Alessandro Benetton posa a fianco a Sharon Stone: “Sono onorato di ricevere questo riconoscimento per l’impegno sullo sviluppo sostenibile, proprio nei giorni in cui è stato raggiunto l’importante accordo di Cop28 per rinunciare ai combustibili fossili entro il 2050. Ora è compito di ciascuno di noi lavorare perché questo accada”.

“Non si cancella ciò che è stato” – “A noi non basta l’impegno in progetti di sostenibilità pur apprezzabili”, conclude Possetti. “Crediamo che la risonanza di questa notizia strida come il rumore del cemento frantumato del ponte Morandi sotto il peso degli utili stellari. Nessun premio, nessun riconoscimento potrà cancellare quello che è stato, sarebbe necessario molto di più, sarebbe necessario liberare definitivamente il vaso di Pandora che è stato aperto dalla tragedia del ponte Morandi, ma purtroppo questa via al momento sembra sbarrata. Il tempo verrà, noi e tante persone che hanno a cuore il bene, stiamo lavorando per ottenere quel piccolopremio” nella nostra vita che si chiama giustizia, che non ci darà nuovamente le nostre famiglie, ma forse potrà salvarne altre”.

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