Sono iniziate dopo la mezzanotte le votazioni sulla manovra in commissione Bilancio al Senato. Una maratona notturna rese necessaria dai ritardi della maggioranza, che aveva la necessità di approvare tutti gli emendamenti e gli ordini del giorno. All’alba l’esame è stato completato e alle 11:30 è stato votato il mandato ai relatori a riferire in Aula, dove il provvedimento dovrebbe arrivare mercoledì 20 dicembre. Il voto di fiducia sul maxi-emendamento e il voto finale sono previsti per la mattina di venerdì 22. “Siamo stati trascinati a votare di notte da un governo incompetente”, attacca in un’intervista a Repubblica il capogruppo del M5s al Senato, Stefano Patuanelli. Che aggiunge: “Siamo arrivati a questo punto per l’incapacità totale del governo e per la follia di Giorgia Meloni. Non riesco a trovare un termine più adatto per definire il divieto di presentare emendamenti che la premier ha impartito ai miei colleghi della maggioranza”.
Nella notte è arrivato il via libera ai quattro emendamenti del governo sulle pensioni di medici e dipendenti pubblici, la rimodulazione delle risorse per il Ponte sullo Stretto, le risorse aggiuntive per gli stipendi delle forze armate e delle forze dell’ordine e i fondi alle Regioni per la variazioni intervenute sulle aliquote Irpef. Approvata anche la proposta delle opposizioni che destinano tutto il tesoretto a loro disposizione – 40 milioni – al contrasto alla violenza sulle donne. Bocciata invece la proroga dello smart working per i fragili, e non c’è traccia di modifiche riguardanti il Superbonus, nonostante il tentativo in extremis di Forza Italia. Il relatore Dario Damiani di FI ha però spiegato di sperare nel Milleproroghe. Il collega di Fdi Guido Liris ha detto di non escludere “un provvedimento ad hoc, un decreto legge del governo”, che concretizzi l’ipotesi del Sal straordinario “senza proroghe e senza onerosità sul 2024, che andava incontro ai paletti messi dal Mef. C’è un’apertura in questa direzione sui condomini sicuramente, vediamo per il resto”.
Gli emendamenti del governo – Ha ottenuto via libera l’emendamento del governo all’articolo 33 della manovra: salve dai tagli inizialmente previsti le pensioni di vecchiaia di medici, dipendenti di enti locali, maestri e ufficiali giudiziari. Restano penalizzate quelle anticipate ma c’è un taglio più soft per i sanitari con una riduzione di un trentaseiesimo del taglio per ogni mese in più di permanenza al lavoro. I dirigenti medici e gli infermieri potranno, se vorranno, rimanere al lavoro fino ai 70 anni. Una retromarcia attesa da parte del governo, che per trovare i fondi ha deciso di tagliare (dal 2033) il finanziamento del Servizio sanitario nazionale. L’emendamento che avrebbe consentito ai dirigenti sanitari o docenti universitari di andare in pensione su base volontaria a 72 anni – anziché a 70 – non è stato invece presentato. “Un argomento così importante a quest’ora rischia di essere oggetto di un dibattito troppo frettoloso quindi il governo considera di ripresentarlo in un’altra occasione”, ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani.
Ok anche agli emendamenti del governo che prevedono, tra l’altro, la rimodulazione dei fondi per il Ponte sullo stretto con una parte delle risorse prese dal Fondo di coesione, alla cabina di regia per il disagio abitativo e ai fondi per i concorsi per il comparto della sicurezza. Passato anche l’emendamento che prevede più tempo per circa 200 Comuni per fissare le aliquote Imu. Solo per il 2023, in deroga alla normativa vigente, le delibere regolamentari e di approvazione delle aliquote e delle tariffe “sono tempestive – si legge – se inserite nel portale del federalismo fiscale entro il 30 novembre 2023″. Di conseguenza, il termine per la loro pubblicazione delle delibere, ai fini dell’acquisizione della loro efficacia, è fissato al 15 gennaio 2024. La norma, che rimanda quindi le scadenze del 14 e 28 ottobre, ha un impatto sui cittadini, chiamati a versare la seconda rata dell’Imu entro il 18 dicembre. Se le nuove aliquote comporteranno una differenza positiva, i contribuenti saranno di nuovo chiamati alla cassa entro il 29 febbraio 2024 (senza sanzioni e interessi). Nel caso di una differenza negativa, il rimborso è invece “dovuto secondo le regole ordinarie“.
Gli emendamenti dei relatori – Per quanto riguarda gli emendamenti dei relatori, passata la specifica sugli affitti brevi voluta da Forza Italia, per cui la cedolare secca è al 21% per la prima delle case affittate e al 26% per le altre. Ok anche alle misure per agevolare l’accesso al credito per l’acquisto della casa di abitazione da parte di famiglie numerose con Isee basso attraverso l’accesso al Fondo mutui prima casa. Inoltre è stato approvato un emendamento in base al quale i lavoratori poligrafici di imprese stampatrici ed editrici di giornali quotidiani e di periodici, che abbiano presentato al Ministero del Lavoro piani di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale in presenza di crisi, potranno accedere al pensionamento in deroga sino al 31 dicembre 2026.
Gli emendamenti delle opposizioni – Approvato l’emendamento di opposizione per cui tutti i 40 milioni di euro del tesoretto per le modifiche parlamentari spettante alle opposizioni saranno impiegati per il contrasto alla violenza sulle donne. Anche la maggioranza ha votato a favore. Applauso in commissione dopo il via libera alla misura. Altre proposte di modifica avanzate da Pd, M5s e Iv sono state approvate: risorse per un milione per il sequenziamento genetico per le malattie rare e un milione per il rifinanziamento del sequenziamento per i tumori. La senatrice del Pd Beatrice Lorenzin ha fatto sapere che non è stato approvato un suo emendamento che prevedeva per il 2024 il contributo di 1 milione di euro per la Fondazione Ebri: ha ricevuto parere contrario e su richiesta di Lorenzin è stata trasformata in ordine del giorno. Secondo quanto ha spiegato l’esponente del Pd “senza questo finanziamento la Fondazione rischia la chiusura”.
Approvato invece un emendamento formulato dalla commissione, e dunque bipartisan, che aumenta di 4,9 milioni per il 2024 e 15 per il 2025 e 2026 il fondo Alzheimer e demenze. Un’altra proposta bipartisan stanzia 5 milioni l’anno dal 2024 da destinare a borse di studio a favore dei giovani studenti dei paesi africani, compresi quelli di cittadinanza o di origine italiana. La misura mira a “rafforzare la diplomazia culturale che favorisca il dialogo, la formazione di una nuova classe dirigente nel continente africano e la costruzione di partenariati su basi paritarie”.
No smart working per i fragili, niente sul Superbonus – Bocciata invece la proroga dello smart working per i lavoratori fragili nel pubblico. L’emendamento del Pd alla manovra proponeva una proroga da fine anno al 31 gennaio 2024 anche per consentire che il tema fosse poi ripreso nel milleproroghe. Emendamenti in materia erano stati depositati anche da altri gruppi di opposizione. Non c’è stata traccia, infine, di una proposta di modifica sul Superbonus. Ancora ieri, domenica, il vicepremier e segretario di Forza Italia Antonio Tajani aveva ribadito: “Siamo favorevoli ad una breve proroga per permettere la conclusione di lavori che hanno superato il 70% nella Legge di Bilancio per il 2024 o nel Milleproroghe. Una scelta di buon senso a tutela di cittadini onesti”. Per Forza Italia quindi la questione non è ancora chiusa, ma per ora non c’è nessuna proroga in manovra.