Il mondo della sanità continua a protestare per chiedere maggiori investimenti e considerazione da parte del governo. È in corso il secondo sciopero nazionale nel giro di 10 giorni e, stando alle prime comunicazioni che arrivano dai sindacati, la partecipazione si conferma alta. “Nove sale operatorie su 10 destinate ad interventi programmati oggi negli ospedali sono bloccate”, ha dichiarato Alessandro Vergallo, presidente Aaroi-Emac, mentre partecipa al presidio davanti al ministero della Salute. Non lavorano, ha aggiunto, salvo che “per un’indicazione etica di salvaguardare i pazienti fragili, intesi come oncologici, grandi anziani e le categorie più fragili di tutte”. Circa 25mila gli interventi saltati. “E naturalmente le urgenze sono garantite”.

Oltre ai medici,protestano anche infermieri e ostetriche. Ma anche i veterinari. In sei regioni “nevralgiche per la catena di macellazione e zootecnica”, fa sapere Aldo Grasselli presidente della Fvm- Federazione Veterinari, ci sono state defezioni per lo sciopero. “Non c’è bisogno che scioperi il 100% dei veterinari ma basta la percentuale giusta nei punti più cruciali”, ha continuato. “Abbiamo realtà come la Lombardia, dove l’adesione allo sciopero da parte dei colleghi è stata altissima così come in Campania, buona in Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Marche”.

Intanto nella notte sono passate le proposte di moficia alla legge di Bilancio. E c’è stata anche una marcia indietro sui tagli alle pensioni dei medici. Una soluzione che però non convince fino in fondo. “Si è arrivati una soluzione che non è una soluzione, perché viene fatta pagare con il taglio alle pensioni cosiddette anticipate”, ha detto ancora Vergallo. “In Italia oggi un medico va in pensione a 67 anni e la famosa quota 41, quota 101, che è diventata quota 103 e mezzo che è stata pubblicizzata, per i medici non sarà possibile, perché il taglio dell’assegno pensionistico che viene dato in caso di pensione anticipata è draconiano. Perché è pari a meno di 3.000 euro lordi, che colui il quale va in pensione anticipata è capace di riscuotere fino a 67, quindi di fatto viene reso impossibile e questo fa il paio con una norma che ci dicono è stata ritirata stanotte, che era quella del trattamento di servizio fino a 72 anni, in buona sostanza si vuole un ospedale ‘geriatricò”. E ha continuato:” Il Fondo Sanitario Nazionale è sempre più sottofinanziato, perché quel misero incremento che viene pubblicizzato in realtà non basta a coprire l’aumento di rischio. Il costo di rischio per la tecnologia che serve è sempre in evoluzione e chiaramente comporta dei costi in più. Questo vuol dire che il personale verrà pagato sempre di meno sotto la voce personale. Verrà sostituito col personale gettonista che solo per un trucco di bilancio, perché viene scritto nella voce beni e servizi, non figura come costo”.

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