“Siamo donne, siamo madri, siamo figlie, siamo sorelle e siamo arrabbiate“. Comincia così, parafrasando un ormai noto discorso di Giorgia Meloni, l’appello della rete Südtirols sisters (Susi) che chiede alla Svp di ripensarci. Dopo il mondo della cultura e quello accademico, un altro pezzo della società civile in Alto Adige si schiera contro la decisione della Südtiroler Volkspartei di formare la giunta provinciale insieme alle destre italiane e tedesche: da un lato Fratelli d’Italia e Lega, dall’altro gli indipendentisti dei Freiheitlichen. La stessa Svp l’ha definito un “matrimonio di convenienza”, un patto con il governo Meloni per ottenere in cambio il più possibile della partita sull’autonomia. Un accordo talmente smaccato da irritare anche il Südtiroler Schützenbund, l’associazione che si ispira agli antichi tiratori scelti tirolesi per rivendicare le tradizioni locali e l’appartenenza culturale ed etnica al mondo tedesco: “L’autonomia non è una merce di scambio tra partiti”, hanno tuonato gli Schützen.
La protesta in Alto Adige si allarga ogni giorno che passa. E le critiche arrivano da tutte le direzioni. Ci sono pezzi di società preoccupati per una deriva a destra del governo di Bolzano. C’è una parte del mondo tedesco (anche interno alla Svp) irritata per l’accordo con Fratelli d’Italia, quelli fino all’altro ieri veniva considerati dai sudtirolesi come i “nipoti” dei fascisti. Negli ultimi giorni perfino l’Associazione biologi altoatesini e l’associazione turistica Amici della Natura di Merano hanno criticato la nuova coalizione di destra. Il 21 dicembre, per il terzo giovedì consecutivo, è in programma la manifestazione organizzata dal movimento “No Excuses” che si concluderà in via Brennero a Bolzano, sotto la sede della Svp. Giovedì scorso alla fiaccolata contro una giunta “di fascisti, omofobi e razzisti” hanno partecipato circa 500 persone, un numero comunque considerevole per la solitamente placida Alto Adige.
Così come sono notevoli le sottoscrizioni all’appello lanciato in rete dalle Südtirols sisters, che già lunedì sera aveva superato le 1500 firme. Prima c’era stata la lettera di 200 artisti ed esponenti della cultura, poi l’appello di oltre 100 scienziati e rappresentanti del mondo accademico. Infine il documento di Susi, delle donne sudtirolesi “arrabbiate e deluse per le trattative di coalizione in corso tra la Svp e i partiti Fratelli d’Italia (FdI), Lega e Die Freiheitlichen”. In uno dei passaggi dell’appello si legge: “Condividiamo le preoccupazioni di molti cittadini riguardo alla potenziale partecipazione al governo di questi partiti. Una coalizione con partiti essenzialmente discriminatori, reazionari, antifemministi, antiqueer e populisti non solo significa un passo indietro per i diritti delle donne, ma indebolisce ancora di più l’intero tessuto sociale e non ha risposte alle pressanti questioni sociali del momento”. La lettera (qui il testo completo) si conclude con un messaggio chiaro: “Perché, uomini, è tempo di futuro!”.
Dopo le donne, oggi sono arrivati anche gli Schützen, che avvertono: “Le modifiche all’autonomia devono avvenire in un quadro ordinato e non sono merce di scambio politico“. “È inaccettabile – si legge in una nota – che la nostra autonomia venga usata in contrattazioni politiche. È grande il rischio di un mercanteggiamento altamente pericoloso. La società civile altoatesina, così come è stata costituita nella Convenzione sull’autonomia, doveva assolutamente essere coinvolta“. Quello dello Schützenbund non è un attacco alla destra italiana, ma al trasformismo della Svp, capace negli ultimi anni di passare agevolmente dalle intese col Pd a quelle con la Lega, ora anche con FdI.
Più degli Schützen, però, fanno male alle Svp le critiche che arrivano dall’interno. “Risparmiateci ulteriori post e dichiarazioni per giustificare i futuri partner di coalizione, che fischiano pubblicamente i diritti umani, rendono chiaramente omaggio al fascismo e se ne fregano delle nostre minoranze. Lasciate alla Svp un po’ di dignità“, è la durissima presa di posizione della Plattform Heimat, l’ala patriottica del partito guidata da Michael Epp. Mentre lunedì sulle pagine del quotidiano Alto Adige è arrivata la presa di posizione di Oskar Peterlini, ex senatore per tre legislature: “Un partito non può girare come il vento. La Svp nel suo complesso dovrebbe rispettare la linea che ha tenuto”. E ancora: “L’autonomia è importante, ma ci sono anche i diritti e la giustizia sociale”. Un pezzo grosso che – pur evitando la rottura – critica apertamente la linea di partito.