È la data ufficiale dell’inizio della stagione più fredda, ma il solstizio d’inverno è il giorno in cui i minuti di luce sono al minimo. In questo periodo l’inclinazione dell’asse della Terra rispetto al piano dell’eclittica (il cammino apparente tracciato dal Sole nel cielo durante l’anno) è al suo massimo possibile. In Italia il fenomeno del solstizio d’inverno quest’anno cade alle 04:27 del 22 dicembre, quando inizierà la notte più lunga dell’anno, e di conseguenza il giorno con il minor numero di ore di luce, in cui il Sole illuminerà il cielo solo per 9 ore e 7 minuti. Il solstizio d’inverno non capita sempre nello stesso giorno e può cadere tra il 20 e il 23 dicembre. Si tratta di casi rarissimi: l’ultima volta che un solstizio di inverno è stato il 23 dicembre era, infatti, il 1903.
Il solstizio d’inverno non è proprio un giorno ma il momento nel quale il Sole, nel suo moto apparente lungo le costellazioni dello Zodiaco, raggiunge la posizione più a Sud dall’equatore celeste, che è la proiezione nel cielo dell’equatore terrestre. Da questo momento in poi, aggiunge, il Sole comincerà a “risalire” verso l’equatore celeste e le ore di luce aumenteranno gradualmente fino a raggiungere il culmine fra sei mesi, nel solstizio d’estate. Per questo, sin dalla preistoria è stato attribuito al solstizio d’inverno il significato sacro del trionfo della luce sulle tenebre.
Il 21 dicembre era una data attesa già 3mila anni fa nelle ‘Stonehenge’ d’Italia, da Petre de la Mola in Basilicata ai megaliti della valle del Belice in Sicilia. I calendari in pietra italiani risalgono quasi tutti alla Tarda Età del Bronzo e sono stati costruiti con la stessa tecnica di Stonehenge in Gran Bretagna, che consiste nell’osservare la posizione del sole nel giorno più corto o più lungo dell’anno e creare dei ‘punti di mira. Infine in Puglia, a Trinitapoli, ci sono buche scavate nella roccia, allineate con la direzione del Sole, nel solstizio d’inverno e d’estate.