Non luogo a procedere con la formula del “fatto non sussiste”. Così muore l’accusa di peculato contestata all’amministratore delegato del colosso della diagnostica DiaSorin, Carlo Rosa, al loro direttore scientifico, Fabrizio Bonelli, e al professore Fausto Baldanti, direttore di Virologia del Policlinico San Matteo di Pavia. Accusa avanzata dal pm di Pavia, Paolo Mazza, che ruotava intorno alla presunta sottrazione di una sacca di 400 ml di siero ricavato dal sangue di due pazienti ex positivi al Covid, siero prelevato dai laboratori dell’ospedale San Matteo di Pavia ed utilizzato per il progetto del test sierologico Diasorin per la ricerca di anticorpi neutralizzanti, che ottenne la marcatura Ce nell’aprile 2020.

Questa la decisione del Gup di Pavia, Pietro Balduzzi, che ha respinto le richieste di rinvio a giudizio al termine dell’udienza preliminare iniziata il 14 dicembre e conclusa oggi, dopo aver rigettato la costituzione di parte civile dell’azienda concorrente Technogenetics, autrice dell’esposto sull’accordo DiaSorin-Icrss San Matteo che aveva dato il via alle indagini. Altri filoni nati da quell’esposto, e affrontati tra Milano e Pavia, si erano conclusi anch’essi con archiviazioni e assoluzioni. Baldanti è stato prosciolto, insieme al dg del San Matteo Carlo Nicora, anche per l’accusa di falso collegata alla presunta assenza di un ok del Comitato Etico del Policlinico sull’utilizzo di quel siero.

Ovvia la soddisfazione dei vertici dell’azienda di Saluggia, diffusa attraverso un comunicato, secondo il quale “il Gup ha completamente smontato il castello accusatorio costruito dalla Procura rilevandone la totale infondatezza. DiaSorin non ha mai mancato di rinnovare la piena fiducia nell’operato dell’amministratore delegato e del direttore scientifico, confidando che sarebbe stata dimostrata la assoluta inconsistenza anche di questa ennesima rivisitazione dell’ipotesi accusatoria. L’odierna decisione – si legge nella nota – non fa che confermare la correttezza dell’operato della società e dei suoi dirigenti”. Le motivazioni del giudice saranno rese note tra quindici giorni.

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