Il 21 dicembre potrebbe essere il D Day del calcio: alle 9.30 sarà resa pubblica la sentenza della Corte di Giustizia Europea sul ricorso presentato dalla European Superleague Company il 27 maggio 2021 al tribunale di Madrid e ora sottoposto al verdetto definitivo della CGUE, sede in Lussemburgo. Il presidente, il belga Koen Lenaerts e i quindici giudici, riuniti in seduta plenaria, possono scrivere una pagina di storia che potrebbe sconvolgere il football non solo europeo, ma mondiale. Si è già parlato di possibile effetto Bosman, rievocando la sentenza che nel dicembre 1995 rivoluzionò la figura dei giocatori e le regole del calciomercato, ma, in realtà, se il ricorso della Superlega sarà accolto, il sistema attuale sarà terremotato in profondità. Uefa e Fifa perderanno il monopolio dello sport più popolare del pianeta e il futuro sarà tutto da scrivere. Il 21 dicembre potrebbe chiudersi definitivamente, o riaprirsi clamorosamente, la sfida lanciata il 19 aprile 2021, 976 giorni dopo il famoso pronunciamento che fece vivere al calcio 96 ore di caos.

La Corte di Giustizia Europea dovrà rispondere a sei domande nelle quali è articolato il ricorso della Superlega, ma in sostanza dovrà pronunciarsi sull’eventuale abuso di posizione dominante in base alla quale l’Uefa – e di rimbalzo la Fifa – si attribuisce la competenza esclusiva nell’organizzazione di competizioni per club in Europa e proibisce la creazione di altre manifestazioni da parte di organizzazioni diverse, condannando con pene severe chi voglia mettere in discussione questo monopolio. La super domanda rivolta dai promotori del progetto Superlega, in primis l’ex presidente della Juventus Andrea Agnelli, Real Madrid e Barcellona, è la seguente: il sistema attuale è compatibile con le leggi che regolano l’Unione Europea?

Il CEO di A22 Sports Management, la società che cura il progetto Superlega, il tedesco Bernd Reichart, in carica dall’ottobre 2022, ha svolto in questi quattordici mesi un’infaticabile attività di lobby e di incontri in tutta Europa. Ha lavorato su due binari: l’elaborazione di un progetto Superlega più ampio e colloqui diplomatici per cercare di far arrivare alla Corte di Giustizia il messaggio convincente di un monopolio calcistico non più accettabile, contrario ai principi dell’Europa. Florentino Perez, presidente del Real Madrid, ha scelto Reichart non solo per l’eccellente curriculum o per lo spagnolo fluente, ma anche perché rappresenta la Germania, ovvero il cuore dell’Europa.

“Tutti i campionati nazionali vengono gestiti dai club, solo a livello europeo non hanno voce in capitolo. Crediamo nella Corte europea e nelle leggi dell’Unione. Se il nostro ricorso sarà accolto e sarà confermata l’illegalità del monopolio Uefa, pubblicheremo i risultati di oltre un anno di consultazioni e proporremo un format di competizioni europee aperto a oltre sessanta club, in cui tutti saranno trattati in modo corretto ed equo”, le parole di Reichart. Un anno fa, l’avvocato generale Athanasios Rantos diede un parere pro UEFA: “Le regole Uefa, in base alle quali qualsiasi nuova competizione è vincolata all’approvazione preventiva, sono compatibili con il diritto della concorrenza dell’Unione Europea”. Un giudizio personale che non può essere considerato un’anticipazione della sentenza. La CGEU, in sostanza, può seguire tre strade: 1) confermare lo status quo; 2) accogliere il ricorso; 3) respingere l’istanza della Superlega, ma limitare il regime di monopolio Uefa in termine, ad esempio, di contrattazione commerciale, magari riproducendo lo schema FIA e Formula 1. Ovvero: un ente organizzativo e commerciale e un altro che fissa le regole. Il calcio è però uno sport non riconducibile alla Formula 1. Lo schema è molto più complesso e intricato. Abbraccia tutti i paesi del mondo. Ed è questa la ragione per cui la sentenza del 21 dicembre scriverà, o potrebbe scrivere, una pagina di storia. Una sola certezza: non è una battaglia tra santi, ma tra uomini di affari che vogliono fare business.

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