Il 26 maggio il Tribunale amministrativo regionale di Trento aveva sospeso l’uccisione degli orsi JJ4 e MJ5, oggi i magistrati hanno sospeso i giudizi relativi rimettendo gli atti alla Corte di giustizia europea. Resta fermo il provvedimento di cattura per MJ5. Il Tribunale amministrativo regionale era chiamato a sentenziare sul futuro degli orsi JJ4 e MJ5 su cui pendono due diverse ordinanze di abbattimento firmate dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti. Nel primo caso il plantigrado, attualmente rinchiuso al centro di recupero fauna alpina Casteller, è responsabile dell’aggressione mortale del 26enne Andrea Papi mentre faceva running sui sentieri del monte Peller. Nel secondo, invece, l’orso si sarebbe reso responsabile di un’aggressione ai danni di un escursionista in passeggiata con il suo cane nei boschi di Malè.
“Aspettiamo con fiducia che il Tribunale amministrativo regionale di Trento si pronunci sui nostri ricorsi contro i provvedimenti con cui il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha condannato a morte gli orsi JJ4 e MJ5. Siamo sempre più convinti che l’unica soluzione possibile per questa terribile vicenda sia quella di lasciare in vita gli orsi. Quanto mamma orsa JJ4, reclusa al Casteller, abbiamo proposto il trasferimento in un sito idoneo come soluzione alternativa. Ricordiamo peraltro che JJ4, ritenuta responsabile della morte di Andrea Papi, ha solo messo in atto un naturale comportamento difensivo in una situazione percepita come pericolosa” avevano dichiarato le associazioni Enpa, Leidaa e Oipa il giorno dell’udienza.
“Le vere responsabilità di quanto accaduto a Caldes vanno ricercate altrove. Vanno ricondotte a quegli esponenti politici e istituzionali che poco o nulla hanno fatto per promuovere la convivenza tra animali selvatici e attività antropiche. Anche oggi, a più di otto mesi di distanza da quel tragico aprile, la Provincia autonoma di Trento risulta gravemente inadempiente sul fronte della prevenzione, unica vera soluzione a ogni possibile problema di convivenza. Ancora meno è stato fatto da Fugatti per informare adeguatamente residenti e turisti sui corretti comportamenti da adottare in natura e su cosa fare in caso di incontro con un animale selvatico. Da anni ripetiamo e lo ricordiamo anche oggi: gli animali non devono pagare gli errori e le omissioni degli uomini”, concludevano Enpa, Leidaa e Oipa. sil
Il Tar a maggio aveva stabilito che, data la peculiarità del tema e l’irreversibilità di un eventuale provvedimento di soppressione, la trattazione del merito avrebbe dovuto avere luogo in seduta pubblica il 14 dicembre, mentre il decreto del presidente della Provincia era stato sospeso fino al 27 giugno. Perché entro questa data, il ministero dell’Ambiente e le associazioni di animalisti avrebbero potuto attivarsi per formulare delle concrete proposte di trasferimento in “un’altra idonea struttura”, in Italia o all’estero, anche valutando possibili sinergie.
Foto di archivio