Dopo un post sul blog de ilfattoquotidiano.it in cui ho argomentato una decisione della organizzazione che sostengo, Sardegna chiama Sardegna, ho parlato con diverse persone, ricevuto messaggi e telefonate di donne e uomini che stimo che mi ripetevano “così fate vincere la destra”. Pochi commenti sui social, forse anche per paura.
Si tratta di persone che stimo, che legittimamente pensano che mandare a casa Christian Solinas sia l’unico e primo obiettivo, e che lo si debba fare a qualunque costo. Penso a che a queste critiche si debba rispondere.
La prima osservazione, che non è mia perché io non mi riconosco nel centrosinistra, è questa: siete sicuri che sia stato Renato Soru a rompere il centrosinistra? Soru, che si riconosceva in quella parte politica, ha chiesto di applicare le regole del suo ex partito, che è il partito più grande della coalizione e di svolgere le primarie. Gli avrebbe fatto piacere partecipare e avrebbe riconosciuto la sconfitta, nel caso una donna o un uomo avesse preso un voto più di lui. Chi ha rotto il centrosinistra?
La seconda osservazione, sempre interna al discorso del centrosinistra, è: siete sicuri che Renato Soru prenda meno voti di Alessandra Todde? Per quale ragione? Nelle elezioni regionali del 2024 il candidato presidente, la sua riconoscibilità, vale moltissimo.
Una parte importante di chi mi vuole convincere a votare centrosinistra (per #battereledestre) argomenta più o meno così: “La legge elettorale ce lo impone”. La legge elettorale è una dei più grandi scandali della politica sarda. Il Pd e i Cinquestelle non hanno fatto nulla, negli ultimi 5 anni in cui erano all’opposizione, per cambiarla. Perché dovremmo dargliela vinta? E se gliela dessimo vinta, qualcuno pensa davvero che poi cambieranno la legge elettorale?
Nel 2014, alle elezioni che diedero la vittoria a Francesco Pigliaru, votai un candidato di una lista che lo sosteneva. Me ne pentii dopo sei mesi. Pigliaru fu un disastro, tanto che non venne ricandidato, e poi il centrosinistra perse con una enormità di voti di scarto. Ad oggi non ci sono elementi, di rottura politica, programmatica e di metodo, che mi convincono che il cosiddetto centrosinistra del 2023 sia differente dal centrosinistra del 2014. La candidatura di Alessandra Todde è positiva, come fu positiva allora quella di Francesco Pigliaru, ma poi i risultati non ci furono.
Infine, vi è poi un ragionamento più profondo, su cui tutti i sostenitori di #battereledestre devono riflettere: la vittoria della destra nella società, nei luoghi di lavoro, nella politica estera, è colpa di un destino cinico e baro o di chi a parole dice di essere di “centro” e addirittura di “sinistra”? Io penso che sia colpa loro se oggi assistiamo, per esempio, ad un genocidio di bambine e bambini a Gaza e nessuno fa nulla. Io penso sia colpa loro, di chi ha governato per il “centrosinistra” facendo politiche di destra, se oggi la destra vince.
Se è così, perché dovrei continuare a sostenerli, a votarli? Perché? Se riuscite a spiegarmelo ve ne sarei grato.
Da sardo, permettetemi una ultima convinzione, più forte ancora, per la quale penso che la Coalizione Sarda sia la soluzione: i problemi, e anche le soluzioni, dei sardi sono in Sardegna. Non da altre parti.