Samira Sabzian è stata impiccata in Iran e noi siamo tutti complici
La Repubblica islamica d’Iran è senza pietà: l’impiccagione di Samira Sabzian è il nostro ennesimo fallimento. Secondo i dati di Iran Human Rights, sono 18 le donne impiccate in Iran nel 2023 e il clamore mediatico di questa assurda morte passerà tra qualche giorno, come le tante altre vittime del regime islamico. Sono “femminicidi di Stato” non potremmo chiamarli in altra maniera. Un regime che ammette ancora i matrimoni forzati, tra bambine e uomini adulti, che non tutela in alcun modo le violenze domestiche nei confronti delle donne, può essere solo definito un “regime criminale” che non ha alcun rispetto per la vita umana.
Le mie emozioni oggi sono un susseguirsi di indignazione, rabbia ma anche e soprattutto rassegnazione. Perché nonostante siano anni che denunciamo quello che accade nella Repubblica Islamica ci ritroviamo puntualmente a commentare l’ennesima impiccagione di una giovane donna.
Il tragico caso di Samira è uno dei tanti avvenuti in quel regime dittatoriale che applicando la Sharia cerca di inculcare nella popolazione che la “legge di Dio” (il loro ambiguo Dio) ammette che l’omicidio venga punito con un altro omicidio. Pensare oggi che Samira sia stata giustiziata perché si era semplicemente difesa dalle torture, sevizie e abusi di suo marito è inaccettabile. E noi che qua in Italia continuiamo a raccontare l’ennesimo femminicidio non possiamo rimanere inermi davanti a questo orrore. Non possiamo tacere oggi, nemmeno se la difesa implica un omicidio.
Conosciamo bene l’Iran, conosciamo quella Repubblica Islamica che lo scorso anno ha ucciso tante donne da Mahsa Amini bastonata dalla polizia morale solo perché aveva un ciuffo di capelli fuori dal velo islamico; fino a Armira Garawand, bastonata sempre dalla polizia morale all’interno di un vagone della metropolitana a Teheran perché si era rifiutata di tirare sul capo il suo Hijab. Conosciamo come quel regime ha reagito alle manifestazioni del popolo che ha gridato per le strade la libertà. Abbiamo più volte raccontato le violenze carnali che avvengono sulle donne nelle carceri iraniane e in tutti questi mesi nessuno è riuscito a fermare quel regime diabolico.
Siamo tutti complici di quello che avviene nella Repubblica Islamica. La politica prima di tutto, che potrebbe, anzi dovrebbe, chiudere ogni rapporto con quel paese ed invece continua a farci affari nominandolo addirittura a presiedere il Forum Onu per i diritti umani. Ma chi vogliamo prendere in giro? Facile oggi accusare i cattivi mullah iraniani che applicano la pena di morte anche su una giovane donna.
Domani di questo caso non ne parlerà più nessuno. Così come i tanti casi che abbiamo dimenticato negli anni. Chi ricorda il caso di Rayhaneh Jabbari quando nell’ottobre del 2014 venne impiccata solo perché aveva cercato di difendersi da un uomo che voleva violentarla uccidendolo? A cosa servono le manifestazioni, i proclami, le sanzioni se poi nulla cambia?
E, nel caso di Samira, il regime non ha nemmeno preso in considerazione, la “qisas” . Samira che aveva spesso rifiutato di vedere i suoi figli per non urtare la sensibilità della famiglia del marito nella speranza che potesse venir applicata quella legge, per cui non è solo lo Stato a decidere di vita o di morte sull’assassino ma è la stessa famiglia della vittima che poteva impedire l’esecuzione della giovane, salvandola dal patibolo e consegnandola a una vita in carcere. Le autorità iraniane hanno sempre sostenuto infatti di “non poter rifiutare alla famiglia della persona uccisa il diritto legale di reclamare il qisas, il principio cioè dell’occhio per occhio”. Il qisas è probabilmente il solo diritto che il popolo iraniano può legittimamente rivendicare.
Un ulteriore crimine del regime iraniano che delega la responsabilità dell’omicidio alla famiglia della vittima, che ovviamente ha una opinabile capacità emotiva sulla valutazione del reato. Alla repubblica islamica non interessa l’età, non interessa il genere e non prende in considerazione nemmeno le circostanze in cui avviene un crimine; a loro interessa ‘punire’ più che cercare di comprendere le motivazioni di una difesa alla violenza.
Ma il regime dittatoriale ci ha anche spiegato molto bene nel corso degli anni che della comunità internazionale non ha alcuna considerazione. Forse noi qua in Occidente dovremmo urgentemente prendere delle posizioni nette che fino ad oggi nessuno ha avuto il coraggio di prendere. Dovremmo chiudere ogni rapporto con quei criminali, cercando di salvaguardare quella parte di popolo coraggiosi uomini e donne che da anni lottano per la libertà.
Proprio stanotte 20 dicembre come ogni anno, gli iraniani in Iran e nel resto del mondo festeggeranno Yalda, la notte in cui si celebra la vittoria del bene sul male. È chiamata Shab-e-Yalda (La notte della nascita) ed è una festa zoroastriana millenaria. Le famiglie iraniane, per esorcizzare il buio della notte, accenderanno candele e lanterne e si riuniranno per mangiare, cantare ed esprimere desideri. Festeggeranno fino all’alba, perché da questo momento in poi le notti saranno più corte, le ore di luce aumenteranno, le tenebre e il male lasceranno il posto alla primavera che arriverà a breve.
Che sia una notte di luce per tutti noi, in particolare per tutte quelle donne iraniane che lottano ogni giorno contro uno Stato che non solo non le protegge, ma che quando provano a difendersi da uomini violenti le condannano a morte fino a vederle penzolare con un cappio al collo.
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La Redazione
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Gli Emirati Arabi Uniti sono desiderosi di migliorare la cooperazione con il vostro Paese amico, al fine di sostenere la pace e la stabilità in Medio Oriente e nel mondo, soprattutto perché i due Paesi hanno orientamenti comuni in questo senso". Lo ha affermato il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Sono fiducioso -ha aggiunto- che i risultati di questa visita avranno un grande impatto nel far progredire le nostre relazioni in vari campi, alla luce della volontà comune di continuare a lavorare per sviluppare queste relazioni a beneficio dei due Paesi e dei due popoli".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "I nostri Paesi condividono, accanto a una analoga sensibilità per i temi della pace e della cooperazione, una naturale vocazione agli scambi commerciali e apertura agli investimenti. Sono lieto di constatare che la collaborazione bilaterale negli ultimi anni si è notevolmente intensificata. Sono numerose le imprese italiane che operano negli Emirati Arabi Uniti e con esse è in crescita anche la comunità di italiani che nel Suo Paese vive nell’accogliente realtà emiratina". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Lo sviluppo di idee e investimenti in Italia è benvenuto -ha aggiunto il Capo dello Stato- e queste prospettive saranno opportunamente approfondite nel forum imprenditoriale che si svolgerà domani. Accanto ai settori tradizionali, troveranno certamente posto quelli d’avanguardia e maggiormente proiettati al futuro. Le sfide internazionali passano dalla capacità di affrontare e progettare la transizione energetica che ci vede già collaborare ad ambiziose iniziative, nel quadro della sempre più avvertita consapevolezza che questo sia indispensabile per garantire alle prossime generazioni un futuro che, per essere prospero, dovrà essere sostenibile".
"Abbiamo, con questa consapevolezza, collaborato con il suo Paese -ha ricordato il Presidente della Repubblica- per il raggiungimento dell’accordo sul clima, sancito dalla Cop28 di Dubai che, per la prima volta, richiama esplicitamente la necessità di avviare una transizione dai combustibili fossili".
"Quella tra Emirati Arabi Uniti e Italia è una agenda ricca di opportunità. Penso allo sviluppo del continente africano, che ha tante implicazioni anche per la sua stabilità e per la vita della comunità internazionale. Penso al tema dello spazio. A quello dell’intelligenza artificiale".
"Abu Dhabi e Roma -ha concluso Mattarella- avvertono la responsabilità di contribuire, in una fase così confusa e convulsa della vita internazionale, a fare prevalere una visione incentrata sul valore del dialogo, su uno sviluppo equilibrato e sulla tenace costruzione di relazioni positive fra gli Stati".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Il Mediterraneo e la regione del Medio Oriente vivono oggi un periodo di più accentuata instabilità e di profonde sofferenze. In questi tempi difficili, Emirati Arabi Uniti e Repubblica italiana hanno lavorato insieme per promuovere la pace. Abbiamo condannato con fermezza il disumano e vile attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas –che rinnova atrocità con il crudele spettacolo nella consegna degli ostaggi sopravvissuti e dei corpi di quelli uccisi- e abbiamo esercitato in questi mesi ogni sforzo perché le violenze del conflitto che vi ha fatto seguito -che hanno afflitto gravemente i civili- avessero fine. Oggi l’impegno non può che essere diretto a evitare una ripresa dei combattimenti, a tenere aperto il filo dei colloqui faticosamente costruito in questi mesi, a rimuovere i sedimenti di rancore". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Il ritorno alle ostilità -ha proseguito il Capo dello Stato- non è foriero né di sicurezza futura per Israele, né, tantomeno, di soluzioni per il popolo palestinese, che versa, a Gaza, in condizioni drammatiche. Con ostinazione va ripetuto che il perseguimento della prospettiva due popoli-due Stati resta l’unica in grado di garantire una pace condivisa e sostenibile. Con grande apprezzamento desidero sottolineare lo straordinario aiuto umanitario degli Emirati Arabi Uniti in favore della popolazione di Gaza. È un impegno -quello per salvare vite umane, prestare soccorso ai feriti- che ci ha visto, ancora una volta, lavorare con orgoglio fianco a fianco".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Alla vigilia della gara di campionato con il Monza e dopo il passaggio agli ottavi in Europa League, la Roma ha annunciato che "Niccolò Pisilli ha rinnovato il proprio contratto con il Club fino al 30 giugno 2029".
"Classe 2004, il centrocampista -fiore all’occhiello del settore giovanile giallorosso- è diventato rapidamente un punto di forza della Prima Squadra collezionando 34 presenze complessive (e 4 gol segnati) tra Serie A, Europa League e Coppa Italia", spiega la Roma.
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Le Associazioni dei pazienti "hanno collaborato alla stesura del policy paper di Ovarian Cancer Commitment (Occ) che si articola in sei punti: come Associazione nazionale che sostiene i portatori di mutazione dei geni Brca e le loro famiglie, due di questi ci stanno particolarmente a cuore e sono il riconoscimento dei Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) per le donne ad alto rischio cancro all’ovaio in tutte le Regioni e l’estensione dell’esenzione D99 per le persone portatrici di tumore ovarico in tutte le Regioni. Allo stato attuale soltanto 8 regioni su 20 hanno approvato il Pdta, e soltanto 10 hanno approvato l’esenzione, quindi vuol dire che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B ancora oggi nel 2025". Così Ornella Campanella presidente aBRCAdabra in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è chiuso oggi a Roma.
Per Campanella è importante anche "il riconoscimento della chirurgia di riduzione del rischio all’interno di Lea che ad oggi non c’è – spiega - nonostante si sia ampiamente dimostrata come l’unica strategia in grado di prevenire il cancro all’ovaio nelle donne a rischio in quanto portatrici di mutazione dei geni Brca".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Igino Rugiero, ex Commissario Straordinario dell’Unione Italiana Tiro a Segno (Uits) nel 2019, è uno dei tre candidati alla presidenza dell’ente pubblico e Federazione Sportiva, insieme all’ex presidente Costantino Vespasiano e all’ex atleta Valentina Turisini. Con una lunga carriera militare alle spalle svolta per molto tempo presso le più alte Istituzioni dello Stato, e con profonda passione e conoscenza delle dinamiche interne della Uits, Rugiero si presenta con un programma ambizioso e una visione chiara per il futuro dell’organizzazione che, nel caso fosse eletto, siano al servizio delle Sezioni Tsn e dello Sport e non il contrario.
Rugiero ha intrapreso un tour in tutte le regioni italiane per incontrare gli elettori, non solo per presentare il suo programma, ma anche per farsi conoscere personalmente. “Sto girando praticamente in tutte le regioni e dove non mi è possibile andare cerco di contattare personalmente i presidenti delle Sezioni di Tiro a Segno Nazionale per mettere in condizione, democraticamente, gli elettori di conoscermi non soltanto dal punto di vista programmatico che espongo ovunque io vada, ma anche perchè ritengo che il contatto reale e il guardarsi negli occhi mentre ci si confronta sia un valore aggiunto che potrebbe fare la differenza, nel bene e nel male, nelle scelte dei singoli elettori”, ha dichiarato Rugiero all’Adnkronos.
"Questo approccio mira a rispondere alle molte domande e curiosità dei Presidenti e a spiegare loro le ragioni delle spiacevoli situazioni createsi negli ultimi mesi che avevano messo in dubbio non solo la possibilità di andare ad elezioni, ma in particolare avevano destabilizzato le Sezioni di Tsn che si erano viste cadere addosso all’improvviso, senza essere mai state informate dalla Presidenza, la possibilità della approvazione di un emendamento, fortunatamente ora svanita, che avrebbe praticamente distrutto e messo in discussione la sopravvivenza di moltissime delle stesse Sezioni su tutto il territorio nazionale".
Il candidato alla presidenza sottolinea poi l’importanza di un cambiamento politico per migliorare la gestione dell’ente. “L’obiettivo di oggi, indipendentemente dalle tante cose che dovremmo iniziare a fare tutti insieme domani, è ricucire i necessari rapporti con gli Enti Vigilanti e le Istituzioni dello Stato che si sono persi nel tempo a causa di una gestione superficiale ed approssimativa molto fumosa e poco concreta”, ha affermato, riferendosi alla ultima Governance dell’Ente Pubblico e Federazione Sportiva. Rugiero ritiene che “mai come oggi la Uits ha la possibilità di guardare al futuro con ottimismo e visione pragmatica di risoluzione dei tanti temi da affrontare che da troppi anni ormai si porta avanti, il prossimo 15 e 16 marzo ad Ostia, gli elettori chiamati per scegliere il prossimo Presidente Nazionale ed il nuovo Consiglio della Uits avranno la grande opportunità di “cambiare” e di iniziare un nuovo percorso di rinascita che possa ridare alla Uits la dignità ed il riconoscimento istituzionale e sportivo che merita. Le Istituzioni tutte e lo Sport ce lo hanno praticamente chiesto facendocelo capire con i fatti, a noi tutti noti”.
Una delle sfide principali che Rugiero intenderebbe affrontare è quella di finalmente riaprire realmente, e non solo a parole, la collaborazione con il Genio Infrastrutture dell’Esercito per riportare armonia tra le parti e tracciare un percorso di confronto per risolvere le problematiche che purtroppo negli ultimi anni hanno messo in difficoltà molte Sezioni Tsn provocandone addirittura in alcuni casi la chiusura. Il suo programma prevede un percorso di risanamento e rinnovamento anche dell’aspetto sportivo a lui molto caro che riparta dalla promozione dello Sport del Tiro a Segno verso le scuole, verso i giovani e quindi verso le loro famiglie per far capire che questo è uno sport inclusivo, efficace e socialmente importante.
“Bisogna contrastare le percezioni negative legate a episodi di cronaca, bisogna far capire alle famiglie che il nostro è uno sport che può offrire ai giovani, e quindi ai loro figli, un contesto formativo e sicuro ed allo stesso tempo lontano dall’eccesso di distrazioni tecnologiche”. Con una visione chiara e un programma dettagliato, Igino Rugiero si propone come un candidato determinato a guidare l’Unione Italiana Tiro a Segno verso un futuro di rinnovamento e crescita, “Da soli si fallisce, uniti si vince”, il suo motto.
Roma, 23 feb. (Adnkronos Salute) - "La ricerca sta andando avanti spedita soprattutto dal punto di vista genetico e quindi tutta la tematica dei test molecolari è fondamentale. Oggi parliamo e sollecitiamo la rimborsabilità del test Hrd ma c’è già chi sta facendo delle proposte per la rimborsabilità non più riferita al singolo gene, come avvenuto per il Brca, ma a pannelli multigenici, che permettono di analizzare da 30 fino a 500 pannelli di geni. È una nuova prospettiva con cui guardare alle mutazioni e alla complementarietà tra test genomici e genetici e alla loro indispensabilità. L’accesso equo a test molecolari che permettono di definire la terapia su misura di ogni paziente e la possibilità di essere curate nei centri di riferimento di alta specialità, che eseguono un elevato numero di interventi chirurgici all’ovaio, non sono ancora una realtà in Italia". Lo ha detto Nicoletta Cerana presidente Acto Italia Alleanza Contro il Tumore Ovarico ETS in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è concluso oggi a Roma.
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Tiziana Ciavardini
Giornalista e antropologa
Mondo - 20 Dicembre 2023
Samira Sabzian è stata impiccata in Iran e noi siamo tutti complici
La Repubblica islamica d’Iran è senza pietà: l’impiccagione di Samira Sabzian è il nostro ennesimo fallimento. Secondo i dati di Iran Human Rights, sono 18 le donne impiccate in Iran nel 2023 e il clamore mediatico di questa assurda morte passerà tra qualche giorno, come le tante altre vittime del regime islamico. Sono “femminicidi di Stato” non potremmo chiamarli in altra maniera. Un regime che ammette ancora i matrimoni forzati, tra bambine e uomini adulti, che non tutela in alcun modo le violenze domestiche nei confronti delle donne, può essere solo definito un “regime criminale” che non ha alcun rispetto per la vita umana.
Le mie emozioni oggi sono un susseguirsi di indignazione, rabbia ma anche e soprattutto rassegnazione. Perché nonostante siano anni che denunciamo quello che accade nella Repubblica Islamica ci ritroviamo puntualmente a commentare l’ennesima impiccagione di una giovane donna.
Il tragico caso di Samira è uno dei tanti avvenuti in quel regime dittatoriale che applicando la Sharia cerca di inculcare nella popolazione che la “legge di Dio” (il loro ambiguo Dio) ammette che l’omicidio venga punito con un altro omicidio. Pensare oggi che Samira sia stata giustiziata perché si era semplicemente difesa dalle torture, sevizie e abusi di suo marito è inaccettabile. E noi che qua in Italia continuiamo a raccontare l’ennesimo femminicidio non possiamo rimanere inermi davanti a questo orrore. Non possiamo tacere oggi, nemmeno se la difesa implica un omicidio.
Conosciamo bene l’Iran, conosciamo quella Repubblica Islamica che lo scorso anno ha ucciso tante donne da Mahsa Amini bastonata dalla polizia morale solo perché aveva un ciuffo di capelli fuori dal velo islamico; fino a Armira Garawand, bastonata sempre dalla polizia morale all’interno di un vagone della metropolitana a Teheran perché si era rifiutata di tirare sul capo il suo Hijab. Conosciamo come quel regime ha reagito alle manifestazioni del popolo che ha gridato per le strade la libertà. Abbiamo più volte raccontato le violenze carnali che avvengono sulle donne nelle carceri iraniane e in tutti questi mesi nessuno è riuscito a fermare quel regime diabolico.
Siamo tutti complici di quello che avviene nella Repubblica Islamica. La politica prima di tutto, che potrebbe, anzi dovrebbe, chiudere ogni rapporto con quel paese ed invece continua a farci affari nominandolo addirittura a presiedere il Forum Onu per i diritti umani. Ma chi vogliamo prendere in giro? Facile oggi accusare i cattivi mullah iraniani che applicano la pena di morte anche su una giovane donna.
Domani di questo caso non ne parlerà più nessuno. Così come i tanti casi che abbiamo dimenticato negli anni. Chi ricorda il caso di Rayhaneh Jabbari quando nell’ottobre del 2014 venne impiccata solo perché aveva cercato di difendersi da un uomo che voleva violentarla uccidendolo? A cosa servono le manifestazioni, i proclami, le sanzioni se poi nulla cambia?
E, nel caso di Samira, il regime non ha nemmeno preso in considerazione, la “qisas” . Samira che aveva spesso rifiutato di vedere i suoi figli per non urtare la sensibilità della famiglia del marito nella speranza che potesse venir applicata quella legge, per cui non è solo lo Stato a decidere di vita o di morte sull’assassino ma è la stessa famiglia della vittima che poteva impedire l’esecuzione della giovane, salvandola dal patibolo e consegnandola a una vita in carcere. Le autorità iraniane hanno sempre sostenuto infatti di “non poter rifiutare alla famiglia della persona uccisa il diritto legale di reclamare il qisas, il principio cioè dell’occhio per occhio”. Il qisas è probabilmente il solo diritto che il popolo iraniano può legittimamente rivendicare.
Un ulteriore crimine del regime iraniano che delega la responsabilità dell’omicidio alla famiglia della vittima, che ovviamente ha una opinabile capacità emotiva sulla valutazione del reato. Alla repubblica islamica non interessa l’età, non interessa il genere e non prende in considerazione nemmeno le circostanze in cui avviene un crimine; a loro interessa ‘punire’ più che cercare di comprendere le motivazioni di una difesa alla violenza.
Ma il regime dittatoriale ci ha anche spiegato molto bene nel corso degli anni che della comunità internazionale non ha alcuna considerazione. Forse noi qua in Occidente dovremmo urgentemente prendere delle posizioni nette che fino ad oggi nessuno ha avuto il coraggio di prendere. Dovremmo chiudere ogni rapporto con quei criminali, cercando di salvaguardare quella parte di popolo coraggiosi uomini e donne che da anni lottano per la libertà.
Proprio stanotte 20 dicembre come ogni anno, gli iraniani in Iran e nel resto del mondo festeggeranno Yalda, la notte in cui si celebra la vittoria del bene sul male. È chiamata Shab-e-Yalda (La notte della nascita) ed è una festa zoroastriana millenaria. Le famiglie iraniane, per esorcizzare il buio della notte, accenderanno candele e lanterne e si riuniranno per mangiare, cantare ed esprimere desideri. Festeggeranno fino all’alba, perché da questo momento in poi le notti saranno più corte, le ore di luce aumenteranno, le tenebre e il male lasceranno il posto alla primavera che arriverà a breve.
Che sia una notte di luce per tutti noi, in particolare per tutte quelle donne iraniane che lottano ogni giorno contro uno Stato che non solo non le protegge, ma che quando provano a difendersi da uomini violenti le condannano a morte fino a vederle penzolare con un cappio al collo.
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Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Gli Emirati Arabi Uniti sono desiderosi di migliorare la cooperazione con il vostro Paese amico, al fine di sostenere la pace e la stabilità in Medio Oriente e nel mondo, soprattutto perché i due Paesi hanno orientamenti comuni in questo senso". Lo ha affermato il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Sono fiducioso -ha aggiunto- che i risultati di questa visita avranno un grande impatto nel far progredire le nostre relazioni in vari campi, alla luce della volontà comune di continuare a lavorare per sviluppare queste relazioni a beneficio dei due Paesi e dei due popoli".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "I nostri Paesi condividono, accanto a una analoga sensibilità per i temi della pace e della cooperazione, una naturale vocazione agli scambi commerciali e apertura agli investimenti. Sono lieto di constatare che la collaborazione bilaterale negli ultimi anni si è notevolmente intensificata. Sono numerose le imprese italiane che operano negli Emirati Arabi Uniti e con esse è in crescita anche la comunità di italiani che nel Suo Paese vive nell’accogliente realtà emiratina". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Lo sviluppo di idee e investimenti in Italia è benvenuto -ha aggiunto il Capo dello Stato- e queste prospettive saranno opportunamente approfondite nel forum imprenditoriale che si svolgerà domani. Accanto ai settori tradizionali, troveranno certamente posto quelli d’avanguardia e maggiormente proiettati al futuro. Le sfide internazionali passano dalla capacità di affrontare e progettare la transizione energetica che ci vede già collaborare ad ambiziose iniziative, nel quadro della sempre più avvertita consapevolezza che questo sia indispensabile per garantire alle prossime generazioni un futuro che, per essere prospero, dovrà essere sostenibile".
"Abbiamo, con questa consapevolezza, collaborato con il suo Paese -ha ricordato il Presidente della Repubblica- per il raggiungimento dell’accordo sul clima, sancito dalla Cop28 di Dubai che, per la prima volta, richiama esplicitamente la necessità di avviare una transizione dai combustibili fossili".
"Quella tra Emirati Arabi Uniti e Italia è una agenda ricca di opportunità. Penso allo sviluppo del continente africano, che ha tante implicazioni anche per la sua stabilità e per la vita della comunità internazionale. Penso al tema dello spazio. A quello dell’intelligenza artificiale".
"Abu Dhabi e Roma -ha concluso Mattarella- avvertono la responsabilità di contribuire, in una fase così confusa e convulsa della vita internazionale, a fare prevalere una visione incentrata sul valore del dialogo, su uno sviluppo equilibrato e sulla tenace costruzione di relazioni positive fra gli Stati".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Il Mediterraneo e la regione del Medio Oriente vivono oggi un periodo di più accentuata instabilità e di profonde sofferenze. In questi tempi difficili, Emirati Arabi Uniti e Repubblica italiana hanno lavorato insieme per promuovere la pace. Abbiamo condannato con fermezza il disumano e vile attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas –che rinnova atrocità con il crudele spettacolo nella consegna degli ostaggi sopravvissuti e dei corpi di quelli uccisi- e abbiamo esercitato in questi mesi ogni sforzo perché le violenze del conflitto che vi ha fatto seguito -che hanno afflitto gravemente i civili- avessero fine. Oggi l’impegno non può che essere diretto a evitare una ripresa dei combattimenti, a tenere aperto il filo dei colloqui faticosamente costruito in questi mesi, a rimuovere i sedimenti di rancore". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Il ritorno alle ostilità -ha proseguito il Capo dello Stato- non è foriero né di sicurezza futura per Israele, né, tantomeno, di soluzioni per il popolo palestinese, che versa, a Gaza, in condizioni drammatiche. Con ostinazione va ripetuto che il perseguimento della prospettiva due popoli-due Stati resta l’unica in grado di garantire una pace condivisa e sostenibile. Con grande apprezzamento desidero sottolineare lo straordinario aiuto umanitario degli Emirati Arabi Uniti in favore della popolazione di Gaza. È un impegno -quello per salvare vite umane, prestare soccorso ai feriti- che ci ha visto, ancora una volta, lavorare con orgoglio fianco a fianco".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Alla vigilia della gara di campionato con il Monza e dopo il passaggio agli ottavi in Europa League, la Roma ha annunciato che "Niccolò Pisilli ha rinnovato il proprio contratto con il Club fino al 30 giugno 2029".
"Classe 2004, il centrocampista -fiore all’occhiello del settore giovanile giallorosso- è diventato rapidamente un punto di forza della Prima Squadra collezionando 34 presenze complessive (e 4 gol segnati) tra Serie A, Europa League e Coppa Italia", spiega la Roma.
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Le Associazioni dei pazienti "hanno collaborato alla stesura del policy paper di Ovarian Cancer Commitment (Occ) che si articola in sei punti: come Associazione nazionale che sostiene i portatori di mutazione dei geni Brca e le loro famiglie, due di questi ci stanno particolarmente a cuore e sono il riconoscimento dei Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) per le donne ad alto rischio cancro all’ovaio in tutte le Regioni e l’estensione dell’esenzione D99 per le persone portatrici di tumore ovarico in tutte le Regioni. Allo stato attuale soltanto 8 regioni su 20 hanno approvato il Pdta, e soltanto 10 hanno approvato l’esenzione, quindi vuol dire che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B ancora oggi nel 2025". Così Ornella Campanella presidente aBRCAdabra in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è chiuso oggi a Roma.
Per Campanella è importante anche "il riconoscimento della chirurgia di riduzione del rischio all’interno di Lea che ad oggi non c’è – spiega - nonostante si sia ampiamente dimostrata come l’unica strategia in grado di prevenire il cancro all’ovaio nelle donne a rischio in quanto portatrici di mutazione dei geni Brca".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Igino Rugiero, ex Commissario Straordinario dell’Unione Italiana Tiro a Segno (Uits) nel 2019, è uno dei tre candidati alla presidenza dell’ente pubblico e Federazione Sportiva, insieme all’ex presidente Costantino Vespasiano e all’ex atleta Valentina Turisini. Con una lunga carriera militare alle spalle svolta per molto tempo presso le più alte Istituzioni dello Stato, e con profonda passione e conoscenza delle dinamiche interne della Uits, Rugiero si presenta con un programma ambizioso e una visione chiara per il futuro dell’organizzazione che, nel caso fosse eletto, siano al servizio delle Sezioni Tsn e dello Sport e non il contrario.
Rugiero ha intrapreso un tour in tutte le regioni italiane per incontrare gli elettori, non solo per presentare il suo programma, ma anche per farsi conoscere personalmente. “Sto girando praticamente in tutte le regioni e dove non mi è possibile andare cerco di contattare personalmente i presidenti delle Sezioni di Tiro a Segno Nazionale per mettere in condizione, democraticamente, gli elettori di conoscermi non soltanto dal punto di vista programmatico che espongo ovunque io vada, ma anche perchè ritengo che il contatto reale e il guardarsi negli occhi mentre ci si confronta sia un valore aggiunto che potrebbe fare la differenza, nel bene e nel male, nelle scelte dei singoli elettori”, ha dichiarato Rugiero all’Adnkronos.
"Questo approccio mira a rispondere alle molte domande e curiosità dei Presidenti e a spiegare loro le ragioni delle spiacevoli situazioni createsi negli ultimi mesi che avevano messo in dubbio non solo la possibilità di andare ad elezioni, ma in particolare avevano destabilizzato le Sezioni di Tsn che si erano viste cadere addosso all’improvviso, senza essere mai state informate dalla Presidenza, la possibilità della approvazione di un emendamento, fortunatamente ora svanita, che avrebbe praticamente distrutto e messo in discussione la sopravvivenza di moltissime delle stesse Sezioni su tutto il territorio nazionale".
Il candidato alla presidenza sottolinea poi l’importanza di un cambiamento politico per migliorare la gestione dell’ente. “L’obiettivo di oggi, indipendentemente dalle tante cose che dovremmo iniziare a fare tutti insieme domani, è ricucire i necessari rapporti con gli Enti Vigilanti e le Istituzioni dello Stato che si sono persi nel tempo a causa di una gestione superficiale ed approssimativa molto fumosa e poco concreta”, ha affermato, riferendosi alla ultima Governance dell’Ente Pubblico e Federazione Sportiva. Rugiero ritiene che “mai come oggi la Uits ha la possibilità di guardare al futuro con ottimismo e visione pragmatica di risoluzione dei tanti temi da affrontare che da troppi anni ormai si porta avanti, il prossimo 15 e 16 marzo ad Ostia, gli elettori chiamati per scegliere il prossimo Presidente Nazionale ed il nuovo Consiglio della Uits avranno la grande opportunità di “cambiare” e di iniziare un nuovo percorso di rinascita che possa ridare alla Uits la dignità ed il riconoscimento istituzionale e sportivo che merita. Le Istituzioni tutte e lo Sport ce lo hanno praticamente chiesto facendocelo capire con i fatti, a noi tutti noti”.
Una delle sfide principali che Rugiero intenderebbe affrontare è quella di finalmente riaprire realmente, e non solo a parole, la collaborazione con il Genio Infrastrutture dell’Esercito per riportare armonia tra le parti e tracciare un percorso di confronto per risolvere le problematiche che purtroppo negli ultimi anni hanno messo in difficoltà molte Sezioni Tsn provocandone addirittura in alcuni casi la chiusura. Il suo programma prevede un percorso di risanamento e rinnovamento anche dell’aspetto sportivo a lui molto caro che riparta dalla promozione dello Sport del Tiro a Segno verso le scuole, verso i giovani e quindi verso le loro famiglie per far capire che questo è uno sport inclusivo, efficace e socialmente importante.
“Bisogna contrastare le percezioni negative legate a episodi di cronaca, bisogna far capire alle famiglie che il nostro è uno sport che può offrire ai giovani, e quindi ai loro figli, un contesto formativo e sicuro ed allo stesso tempo lontano dall’eccesso di distrazioni tecnologiche”. Con una visione chiara e un programma dettagliato, Igino Rugiero si propone come un candidato determinato a guidare l’Unione Italiana Tiro a Segno verso un futuro di rinnovamento e crescita, “Da soli si fallisce, uniti si vince”, il suo motto.
Roma, 23 feb. (Adnkronos Salute) - "La ricerca sta andando avanti spedita soprattutto dal punto di vista genetico e quindi tutta la tematica dei test molecolari è fondamentale. Oggi parliamo e sollecitiamo la rimborsabilità del test Hrd ma c’è già chi sta facendo delle proposte per la rimborsabilità non più riferita al singolo gene, come avvenuto per il Brca, ma a pannelli multigenici, che permettono di analizzare da 30 fino a 500 pannelli di geni. È una nuova prospettiva con cui guardare alle mutazioni e alla complementarietà tra test genomici e genetici e alla loro indispensabilità. L’accesso equo a test molecolari che permettono di definire la terapia su misura di ogni paziente e la possibilità di essere curate nei centri di riferimento di alta specialità, che eseguono un elevato numero di interventi chirurgici all’ovaio, non sono ancora una realtà in Italia". Lo ha detto Nicoletta Cerana presidente Acto Italia Alleanza Contro il Tumore Ovarico ETS in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è concluso oggi a Roma.