La vicenda che vede coinvolto lo storico interprete di Novecento, ovvero le infinite accuse di abusi e violenze sessuali su diverse donne è finita all’Assemble Nazionale
Macron difende Gerard Depardieu e bacchetta il ministro della cultura. Colpo di scena nel caso Depardieu. La vicenda che vede coinvolto lo storico interprete di Novecento, ovvero le infinite accuse di abusi e violenze sessuali su diverse donne è finita all’Assemble Nazionale. È lì che il ministro della cultura, Rima Abdul Malak, ha annunciato una procedura disciplinare nei confronti dell’attore che in soldoni significa che verrà valutato il ritiro della preziosa onorificenza della Legion d’Onore, ricevuta da Depardieu nel 1996. Solo che su France 5, nel corso del programma Cà Vous il presidente della repubblica Macron ha criticato la Malak: “Il ministro della Cultura è andato un po’ troppo oltre”.
Il ministro era intervenuto in maniera drastica dopo la 17esima accusa registrata contro Depardieu. Questa volta è stata la giornalista spagnola Ruth Baza che ha denunciato Depardieu per una serie di palpazioni e tentativo di violenza con una mano nella vagina quando nel 1995 la donna lo intervistò a Parigi. La procedura disciplinare per la revoca della Legione d’Onore è stata fatta quindi partire dal ministro. Ma ora le parole di Macron rimettono in gioco su più piani la questione: “La Legione d’Onore non esiste per predicare la moralità. Non è sulla base di un reportage che togliamo la Legione d’Onore a un artista. Sono un grande ammiratore di Depardieu, è un grande attore. Genio della sua arte, ha fatto conoscere la Francia in tutto il mondo e rende orgogliosa la Francia”. Il presidente francese ha continuato: “Sulla violenza contro le donne continuerò a lottare, ma voglio che sia fatto nell’ordine giusto. Odio la caccia all’uomo. Le procedure legali faranno il loro corso”.
Macron ha infine spiegato che come minimo bisogna attendere processi e condanne e che ad ora vada rispettata la presunzione di innocenza: “Sennò, avremmo tolto l’onorificenza a molti artisti. Se ogni volta che qualcuno ti accusa delle peggiori cose tu, che hai un ruolo pubblico, non puoi più fare nulla, si respira un’aria di sospetto, non è più democrazia. Non siamo più cittadini liberi”.