Nuovo colpo di scena nello psicodramma delle destre sulla ratifica della riforma del Meccanismo europeo di stabilità. La Camera dei deputati ha respinto la ratifica del Mes. La votazione nell’Aula di Montecitorio si è chiusa con 184 voti contrari, 72 favorevoli e 44 astenuti. A votare contro Fratelli d’Italia, Lega e Movimento 5 stelle. A favore il Partito democratico, Italia viva e Azione, mentre si sono astenuti i deputati di Forza Italia, Noi moderati e Alleanza Verdi-Sinistra. La maggioranza, pertanto, si divide. L’Italia è l’unico Paese dell’Eurozona a non avere ratificato il Mes, tutti gli altri 19 Stati hanno già votato a favore.
Chigi “prende atto del voto” – Dall’Esecutivo arriva il commento affidato a “fonti” di Palazzo Chigi: “Il Governo, che si era rimesso al Parlamento, prende atto del voto dell’Aula di Montecitorio”, fanno sapere. Le stesse fonti minimizzano: “Si tratta di un’integrazione di relativo interesse e attualità per l’Italia, visto che come elemento principale prevede l’estensione di salvaguardie a banche sistemiche in difficoltà, in un contesto che vede il sistema bancario italiano tra i più solidi in Europa e in Occidente”. In più Palazzo Chigi ricorda che, “in ogni caso, il Mes è in piena funzione nella sua configurazione originaria, ossia di sostegno agli Stati membri in difficoltà finanziaria”. Per quanto riguarda i prossimi passi viene evidenziato che “la scelta del Parlamento italiano di non procedere alla ratifica può essere l’occasione per avviare una riflessione in sede europea su nuove ed eventuali modifiche al trattato, più utili all’intera Eurozona”. La palla viene lanciata pertanto in Europa dove, però, tutti gli altri 19 Paesi dell’Eurozona avevano ratificato il Mes.
Eurogruppo: “Rammarico per decisione” – La prima reazione da Bruxelles è quella del presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe: “Ho preso atto del voto espresso oggi dal Parlamento italiano in merito alla ratifica del trattato del Mes. Pur nel pieno rispetto delle deliberazioni parlamentari, mi rammarico per l’esito”, ha dichiarato Donohoe. “L’Italia rimane l’unico Paese che blocca la finalizzazione di una riforma su cui tutti ci siamo impegnati nel 2021″, ricorda Donohoe, evidenziando che si tratta di “un elemento chiave della rete di sicurezza comune nell’Eurozona, a vantaggio di tutti i Paesi membri”. “Continuerò il mio impegno a riguardo con le autorità italiane nei prossimi mesi”, aggiunge il presidente dell’Eurogruppo. Rammarico anche dall’European stability mechanism. L’amministratore delegato, Pierre Gramegna, in una nota, ricorda che ”senza la ratifica di tutti gli Stati membri, il Mes non sarà in grado di fornire il sostegno comune al Fondo di risoluzione unico dell’unione bancaria”, aggiunge l’ad. Il Meccanismo europeo di stabilità, ha aggiunto, ”è impegnato a continuare a sostenere i suoi membri e ad adempiere all’importante mandato per il quale è stato creato: garantire la stabilità finanziaria nell’area dell’euro. Continuerà a farlo nell’ambito dell’attuale trattato”, conclude.
Il voto in commissione – La giornata era iniziata con il colpo di scena già in Commissione Bilancio dove la maggioranza ha votato a favore del parere contrario proposto dalla relatrice di FdI, Ylenja Lucaselli. Ma ha confermato di essere spaccata, come emerso più volte negli ultimi giorni: FdI e Lega contrarie alla riforma firmata dall’Italia nel gennaio 2021 e pronte a votare no anche in aula, Forza Italia astenuta. Dopo mesi di tira e molla ed elucubrazioni sulla logica del “pacchetto”, il giorno dopo il varo della riforma del Patto di stabilità le divisioni vengono plasticamente confermate. Hanno votato contro il parere in Commissione, sostenendo quindi la ratifica, Pd, Azione e Iv. Il M5S non ha partecipato ai lavori della commissione ma ha votato contro il aula. Il voto a Montecitorio, tra l’altro, è stato anche anticipato. È passata, infatti, la richiesta di invertire l’ordine del giorno passando subito all’esame della ratifica. “Erano giorni che le opposizioni dicevano che stavamo scappando, così dimostriamo di non avere paura”, ha detto Lucaselli.
La maggioranza divisa – Nell’aula della Camera è stata altissima la tensione. Nessun ministro ha partecipato alla seduta: ai banchi del governo soltanto alcuni sottosegretari. Forza Italia ha ribadito, anche in aula, la sua posizione: “La nostra astensione è responsabile, la nostra posizione ragionevole e rispettosa dell’interesse italiano e europeo”, ha detto l’azzurro Andrea Orsini nelle dichiarazioni di voto. “Ai nostri alleati – ha aggiunto – diciamo che la nostra opinione è in parte diversa da loro, cosa possibile tra alleati che lavorano insieme da decenni e che continueranno a farlo. Non condividiamo questa accelerazione”, ha sottolineato Orsini. Sulla stessa linea anche Noi Moderati che ha annunciato l’astensione: “Del Mes non gliene frega a nessuno dell’opposizione, ma vogliono dimostrare che la maggioranza è divisa, l’Italia non è autorevole. Noi dovremmo fare tutti il tifo nella stessa direzione”, ha detto Maurizio Lupi in aula. Esulta invece Matteo Salvini: “Il Parlamento boccia il Mes: pensionati e lavoratori italiani non rischieranno di pagare il salvataggio delle banche straniere. E pazienza se a sinistra si arrabbieranno. Una battaglia della Lega combattuta per anni e finalmente vinta. Avanti così, a testa alta e senza paura”, ha scritto sui social il vicepremier leghista subito dopo la bocciatura. Nessun commento, al momento da parte del ministro dell’Economia, il leghista Giancarlo Giorgetti. Parla, invece, il vice ministro Maurizio Leo: “Il Parlamento è sovrano e noi dobbiamo prendere atto delle decisioni parlamentari”, ha detto.
Le opposizioni all’attacco del governo – “Giorgetti ha detto all’Ecofin che l’Italia avrebbe ratificato il Mes: la parola è una in Europa e una in Italia”, ha affermato Enzo Amendola del Pd in aula alla Camera parlando di “crisi politica del governo”. Amendola su Giorgetti aggiunge: “Lo dico col massimo rispetto, abbiamo lavorato insieme ma un ministro che viene sbugiardata da questa aula, sbeffeggiato dal leader del suo partito, è un ministro che dovrebbe trarre le conseguenze”. Il “ricatto di non ratificare il Mes per trattare sul Patto di stabilità si è svelato, è il contrasto tra realtà e propaganda e per questo c’è che una crisi politica non nei numeri ma nella natura di questo intervento”. Il deputato di Azione Giulio Sottanelli ha chiesto “al ministro dell’Economia” di andare “in aula, perchè oggi qui la sua maggioranza lo sta sfiduciando”. “Noi votiamo contro”, ha annunciato il leader del M5s Giuseppe Conte durante la dichiarazione di voto. “Meloni ha detto che avevamo fatto passare il Mes col favore delle tenebre – ha aggiunto -. Ha mentito al Parlamento. Solo oggi decidete su Mes e ve ne assumete le responsabilità. Noi lo abbiamo rifiutato quando tutti volevano costringere l’Italia”. “Nel dicembre 2020 abbiamo lavorato financo per migliorare” questo “strumento” per rendere “il Mes un accordo comunitario e non intergovernativo”. “Oggi avete portato alla chetichella la votazione sul Mes” in Aula, “ma pensate che gli italiani siano così stupidi? Mascherate i vostri fallimenti” e “il Mes rimarrà grazie a voi un accordo intergovernativo e non comunitario”, ha aggiunto Conte.
Il testo del parere – “La proposta di legge”, recita il testo iniziale del parere di Lucaselli, è “carente di meccanismi idonei a garantire il coinvolgimento del Parlamento nel procedimento per la richiesta di attivazione del Meccanismo europeo di stabilità, con ciò escludendo le Camere da procedure di significativo rilievo sul piano delle scelte di politica economica e finanziaria e che tale esclusione potrebbe pregiudicare la possibilità per il Parlamento di monitorare versamenti ulteriori del capitale sottoscritto, esprime parere contrario”. Poi questa parte è stata modificata correggendola così: “Tale esclusione potrebbe incidere sulla possibilità per il Parlamento di monitorare in modo adeguato eventuali effetti indiretti della ratifica del Trattato, considerando che la mera richiesta di versamento di ulteriori quote di capitale”, ai sensi dell’articolo 9 del trattato istitutivo del Mes, “si prospetta come cogente rispetto ad ogni impegno di finanza pubblica, determinando intuibili effetti a carico della finanza pubblica”. Lucaselli ha ricordato che la proposta “è stata presentata dalle opposizioni, il trattato è stato deciso dalle opposizioni, è un qualcosa che proviene dal passato“.