L’annuncio del progetto Superlega è arrivato a stretto giro di posta: il format a 64 squadre e tre livelli è stato reso pubblico un’ora dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha bocciato la posizione dominante di Uefa e Fifa. A caldo, con un futuro che prevede una lunga navigazione in mare aperto, si possono ipotizzare una serie di scenari.

LA SUPERLEGA – Si parte da qui, dal progetto che scardinerà dopo 68 anni la Coppa dei Campioni/Champions, istituita nel 1955. Il CEO di A22 Sports Management, il tedesco Bernd Reichart, uomo-chiave del trionfo in tribunale, ha illustrato lo schema della Superlega, assicurando che il criterio di base sarà il merito sportivo. Ci saranno promozioni e retrocessioni, senza posti permanenti. I tre livelli si chiamano Star, Golden e Blue League. Nello Star e nella Golden League ci saranno 16 squadre in ciascun torneo, divise in gruppi da otto. Si sfideranno in gare di andata e ritorno, totale quattordici partite. La Blue League sarà composta da trentadue club divisi in quattro gironi da otto. Questa fase si svolgerà da settembre ad aprile. Le prime quattro classificate dei due gruppi di Star e Golden League accederanno ai quarti di finale e alla fase a eliminazione diretta. Stesso schema per la Blue League. I vincitori saranno proclamati campioni di Star, Gold e Blue League. Le ultime due squadre di Star scenderanno in Golden, mentre le finaliste della Golden saliranno in Star. Meccanismo fotocopia tra Golden e Blue League. Ed è in questo ultimo torneo che avverrà il maggior ricambio: venti squadre potrebbero essere rimosse, sostituite da altrettante provenienti dai campionati nazionali. Il format sarà replicato nella Superlega donne. Le gare saranno trasmesse gratis attraverso una piattaforma streaming alla quale A22 sta lavorando da tempo: si chiamerà Unify. Una mossa strategica di grande impatto perché consentirà la visione delle gare senza costi ad un pubblico di miliardi di persone e il “regalo” farà guadagnare consensi ai padri della Superlega. In questi due anni sono stati compiuti studi di settore per verificare la consistenza commerciale di questo schema: i riscontri sono stati positivi. Il mercato dovrebbe premiare il salto nel futuro.

CAMPIONATI NAZIONALI – E’ la grande domanda di questa svolta epocale: che cosa sarà di Serie A, Premier, Liga, Bundesliga e del resto del panorama dei tornei nazionali? Nelle dichiarazioni di A22, i campionati svolgeranno ancora un ruolo fondamentale, ma come sempre bisogna vedere se alle parole faranno seguito i fatti. L’Inghilterra, dove si gioca la manifestazione più ricca e più seguita del mondo, è già partita la contraerea. Il governo di Londra sta elaborando una legge per impedire ai club di iscriversi alla Superlega, forte anche della svolta della Brexit. L’associazione dei tifosi ha ribadito le posizioni espresse nelle proteste di piazza dell’aprile 2021: “Noi non vogliamo la Superlega”. Ancora una volta sarà Londra a guidare la rivolta, ma rispetto a due anni fa, potrebbe ritrovarsi in una posizione più isolata. Considerata la storia del Regno Unito, non sarà una novità. La Premier per ora non ha fatto sentire la sua voce, mentre tra i sei club interessati nel 2021 alla Superlega, solo il Manchester United è uscito allo scoperto: “Noi vogliamo continuare a partecipare a competizioni Uefa”. La Superlega potrebbe partorire un inedito, ovvero l’alleanza Uefa-Football Association.

CHI SARANNO I NUOVI PADRONI? – Il mondo arabo e l’imprenditoria statunitense hanno le risorse necessarie per sfilare il calcio dalle mani di Uefa e Fifa. I primi hanno le ricchezze, i secondi una solida cultura di business sportivo. Non sono da escludere alleanze o soggetti di aree per ora più defilate che potrebbero essere interessati a giocare questa partita. La Cina ha abbandonato il calcio, ma potrebbe tornare in gioco. I giapponesi potrebbero partecipare ad eventuali alleanze. La Superlega lascia intravedere un business planetario con orizzonti economici sterminati.

ARBITRI – Il tema ha occupato finora una posizione secondaria, ma a questo punto bisogna porsi seriamente il problema: come gestirà la Superlega la questione? Uefa e Fifa come potranno opporsi al trasloco di massa dei fischietti più importanti? In teoria, chi accetterà di dirigere le gare della Superlega, sarà escluso dai tornei nazionali e quindi si porrà un duplice problema: quello del reclutamento di forze nuove forze e quello della gestione dei cosiddetti fischietti eccellenti. Scontato che anche gli arbitri guarderanno ai loro interessi: se la Superlega metterà sul piatto somme ingenti, in tanti saluteranno i campionati nazionali. C’è poi il capitolo VAR da definire: anche qui si annuncia una battaglia di grande impatto.

I CARROZZONI UEFA/FIFA – Federazione internazionale e federazione europea da oggi hanno un futuro ad alto rischio. Le due istituzioni hanno dipendenti e strutture collaterali sparsi in Europa e nel mondo. Migliaia di posti di lavoro nell’inevitabile ridimensionamento Uefa/Fifa saranno messi in discussione. I leader, come sempre capita ai potenti, potranno riciclarsi, seppur perdendo potere e visibilità, ma i dipendenti di base, ovvero quelli delle fasce di stipendio più basse, faranno i conti con mesi di angoscia.

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