Partiamo subito con le dovute premesse. Chi scrive non solo è stato un devoto ammiratore di Twitter nei suoi anni d’oro ma ha anche appena finito di leggere la nuova biografia di Elon Musk, a cura di Walter Isaacson. In teoria, avrei tutti gli elementi per remare contro Threads. In teoria. Ai tempi dell’università ho infatti potuto toccare con mano i benefici della piattaforma di Twitter. Mi consentiva di arrivare in modo efficace alle informazioni, di connettermi con persone interessanti e di condividere pensieri sintetici per farmi conoscere. Fu il mio primo assaggio di personal branding.
Ricordo che arrivai da 0 a circa 50.000 followers in pochi anni, in organico, ovvero senza investimenti pubblicitari. Ricordo anche che quando nel 2016 finii a lavorare per una startup a San Francisco feci richiesta per la spunta blu e Twitter me la diede. Fu la mia prima benedizione digitale.
Poi, Twitter è venuto a mancare. O meglio, si è spento gradualmente. Lo spirito hippie della leadership di Twitter ha condotto l’azienda al baratro. La condanna a morte è arrivata con la stagiona pandemica, stagione in cui il management ha deciso di occuparsi più di influenzare l’opinione pubblica che non migliorare l’esperienza degli utenti e aumentare le entrate pubblicitarie.
Elon Musk è salito a bordo della nave, mandato a casa il personale in eccesso e iniziato un graduale ripristino della situazione finanziaria. Ha ammesso lui stesso che acquistare Twitter si sia rivelato un errore. Ma con il suo track record imprenditoriale c’è ancora una speranza che possa salvare il canale.
Ora il focus si è spostato su Threads, il fratellino minore di Instagram.
Mark Zuckerberg, imperatore di Meta, ha infatti deciso di cavalcare la crisi di Twitter, oggi X, per proporne una versione simile. Meta aveva dopotutto già implementato le Stories su Instagram e Facebook prendendole da Snapchat, e poi emulato i Reels dai video di TikTok. La mossa non stupisce dunque.
Per iscriverti a Threads devi avere un profilo su Instagram. Carichi la foto profilo, scrivi una breve bio, aggiungi un link a tuo piacimento e parte l’esperienza. Come creatore di contenuti puoi pubblicare audio, immagini, video e testi di massimo 500 caratteri, quindi 220 in più rispetto ai 280 di Twitter (X). Puoi usare sia Threads che Twitter sia da mobile che da desktop. Su Threads per ora non trovi la pubblicità, mentre su Twitter potresti trovarla – se qualche azienda fosse disposta a pagarla, touché. Puoi mettere like, commentare e condividere i post nello stesso modo su entrambe le piattaforme.
L’esperienza del Feed è dove si giocherà la partita di Threads. Al momento c’è un unico Feed, il classico contenitore verticale di post – chiamati “threads”. Su Twitter invece puoi scorrere diversi Feed, a partire dai Trending Topics che ti mostrano i tweet per categoria tematica, oppure puoi creare delle Liste in cui i tweet sono quelli degli utenti da te selezionati. La partita si giocherà qui perché da un punto di vista puramente estetico i Feed, parliamoci chiaro, sono praticamente uguali ovunque. Quello che fa la differenza tra una piattaforma in cui gli utenti tornano e una che gli utenti abbandonano subito è un Feed che ti stimola, che ti invoglia a interagire, a scrollare.
Negli Stati Uniti il lancio di Threads non è andato bene. Gli utenti si sono iscritti ma hanno mollato in gran parte dopo poco tempo. È stato facile per Meta traghettarli da Instagram a Threads, ma non è stato altrettanto immediato coinvolgerli abbastanza da farli tornare. La speranza di Zuckerberg è che con il lancio di Threads in Europa il trend possa invertirsi.
Personalmente rilevo almeno tre insight degni di nota.
Punto primo, la piattaforma affascina gli ex appassionati di Twitter. Chi ha sperimentato in prima persona il fascino dei 140 caratteri, ora raddoppiati, non può resistere alla tentazione di giocarsi una seconda chance su Threads. È la nostalgia a guidare la loro attività – e anche la mia, a essere onesto.
Punto secondo, Threads risponde alla disperata ricerca di notorietà dell’uomo moderno. Chi è già conosciuto su altre piattaforme vuole colmare i propri vuoti esistenziali sentendosi amato anche su questo nuovo canale. E chi non è conosciuto spera di trovare in Threads il ponte verso la popolarità.
Punto terzo, il sentiment del nuovo canale risponde allo spirito del tempo. Alla ficcante ironia dei messaggi brevi, tipica del primo Twitter, si aggiunge l’irrefrenabile desiderio delle persone di discutere, di polarizzare conversazioni che 10 anni fa erano irrilevanti e oggi portano allo scontro violento.
Per il resto, vedremo come va a finire il film. Tirare conclusioni ora sarebbe affrettato.
La piattaforma potrebbe decollare come morire in poco tempo. Da un lato dobbiamo prendere atto che l’imperatore di Meta abbia già dimostrato più volte di comprendere molto bene come conquistare la nostra attenzione. Dall’altro dobbiamo prevedere che il CEO di Tesla, SpaceX e Twitter non mollerà.
Questo non è Threads contro X. Questo è Zuckerberg contro Musk.
Federico Sbandi
Digital strategist
Media & Regime - 21 Dicembre 2023
Threads potrebbe decollare come morire in poco tempo: tre punti da considerare
Partiamo subito con le dovute premesse. Chi scrive non solo è stato un devoto ammiratore di Twitter nei suoi anni d’oro ma ha anche appena finito di leggere la nuova biografia di Elon Musk, a cura di Walter Isaacson. In teoria, avrei tutti gli elementi per remare contro Threads. In teoria. Ai tempi dell’università ho infatti potuto toccare con mano i benefici della piattaforma di Twitter. Mi consentiva di arrivare in modo efficace alle informazioni, di connettermi con persone interessanti e di condividere pensieri sintetici per farmi conoscere. Fu il mio primo assaggio di personal branding.
Ricordo che arrivai da 0 a circa 50.000 followers in pochi anni, in organico, ovvero senza investimenti pubblicitari. Ricordo anche che quando nel 2016 finii a lavorare per una startup a San Francisco feci richiesta per la spunta blu e Twitter me la diede. Fu la mia prima benedizione digitale.
Poi, Twitter è venuto a mancare. O meglio, si è spento gradualmente. Lo spirito hippie della leadership di Twitter ha condotto l’azienda al baratro. La condanna a morte è arrivata con la stagiona pandemica, stagione in cui il management ha deciso di occuparsi più di influenzare l’opinione pubblica che non migliorare l’esperienza degli utenti e aumentare le entrate pubblicitarie.
Elon Musk è salito a bordo della nave, mandato a casa il personale in eccesso e iniziato un graduale ripristino della situazione finanziaria. Ha ammesso lui stesso che acquistare Twitter si sia rivelato un errore. Ma con il suo track record imprenditoriale c’è ancora una speranza che possa salvare il canale.
Ora il focus si è spostato su Threads, il fratellino minore di Instagram.
Mark Zuckerberg, imperatore di Meta, ha infatti deciso di cavalcare la crisi di Twitter, oggi X, per proporne una versione simile. Meta aveva dopotutto già implementato le Stories su Instagram e Facebook prendendole da Snapchat, e poi emulato i Reels dai video di TikTok. La mossa non stupisce dunque.
Per iscriverti a Threads devi avere un profilo su Instagram. Carichi la foto profilo, scrivi una breve bio, aggiungi un link a tuo piacimento e parte l’esperienza. Come creatore di contenuti puoi pubblicare audio, immagini, video e testi di massimo 500 caratteri, quindi 220 in più rispetto ai 280 di Twitter (X). Puoi usare sia Threads che Twitter sia da mobile che da desktop. Su Threads per ora non trovi la pubblicità, mentre su Twitter potresti trovarla – se qualche azienda fosse disposta a pagarla, touché. Puoi mettere like, commentare e condividere i post nello stesso modo su entrambe le piattaforme.
L’esperienza del Feed è dove si giocherà la partita di Threads. Al momento c’è un unico Feed, il classico contenitore verticale di post – chiamati “threads”. Su Twitter invece puoi scorrere diversi Feed, a partire dai Trending Topics che ti mostrano i tweet per categoria tematica, oppure puoi creare delle Liste in cui i tweet sono quelli degli utenti da te selezionati. La partita si giocherà qui perché da un punto di vista puramente estetico i Feed, parliamoci chiaro, sono praticamente uguali ovunque. Quello che fa la differenza tra una piattaforma in cui gli utenti tornano e una che gli utenti abbandonano subito è un Feed che ti stimola, che ti invoglia a interagire, a scrollare.
Negli Stati Uniti il lancio di Threads non è andato bene. Gli utenti si sono iscritti ma hanno mollato in gran parte dopo poco tempo. È stato facile per Meta traghettarli da Instagram a Threads, ma non è stato altrettanto immediato coinvolgerli abbastanza da farli tornare. La speranza di Zuckerberg è che con il lancio di Threads in Europa il trend possa invertirsi.
Personalmente rilevo almeno tre insight degni di nota.
Punto primo, la piattaforma affascina gli ex appassionati di Twitter. Chi ha sperimentato in prima persona il fascino dei 140 caratteri, ora raddoppiati, non può resistere alla tentazione di giocarsi una seconda chance su Threads. È la nostalgia a guidare la loro attività – e anche la mia, a essere onesto.
Punto secondo, Threads risponde alla disperata ricerca di notorietà dell’uomo moderno. Chi è già conosciuto su altre piattaforme vuole colmare i propri vuoti esistenziali sentendosi amato anche su questo nuovo canale. E chi non è conosciuto spera di trovare in Threads il ponte verso la popolarità.
Punto terzo, il sentiment del nuovo canale risponde allo spirito del tempo. Alla ficcante ironia dei messaggi brevi, tipica del primo Twitter, si aggiunge l’irrefrenabile desiderio delle persone di discutere, di polarizzare conversazioni che 10 anni fa erano irrilevanti e oggi portano allo scontro violento.
Per il resto, vedremo come va a finire il film. Tirare conclusioni ora sarebbe affrettato.
La piattaforma potrebbe decollare come morire in poco tempo. Da un lato dobbiamo prendere atto che l’imperatore di Meta abbia già dimostrato più volte di comprendere molto bene come conquistare la nostra attenzione. Dall’altro dobbiamo prevedere che il CEO di Tesla, SpaceX e Twitter non mollerà.
Questo non è Threads contro X. Questo è Zuckerberg contro Musk.
Articolo Precedente
Dove ha sbagliato Chiara Ferragni? Tutti gli errori nella gestione della ‘crisi’ Balocco
Articolo Successivo
Siamo bombardati da spot che ci chiedono di donare: lo capisco, ma trovo disonesta una cosa
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
Dati falsi sulle armi in Russia per spingere l’Ue a comprarne sempre di più: il dossier. Onu, Stati Uniti e Mosca votano insieme contro Kiev
Cronaca
Mancano gli infermieri? Le Regioni si inventano “gli assistenti”. L’ordine difende la scelta. I sindacati: “Così standard ridotti e si creano lavoratori sottopagati”
Mondo
Buenos Aires in ansia per il “suo” Papa, dalla chiesa dove è cresciuto fino ai quartieri poveri. Tutte le news di oggi | Il bollettino di lunedì
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Atac per possibile pratica commerciale scorretta. L’istruttoria riguarda la qualità e la quantità dei servizi erogati nel triennio 2021-2023 rispetto a quanto previsto dal contratto di servizio con il Comune di Roma e prospettato ai consumatori anche attraverso la Carta della Qualità dei Servizi del Trasporto Pubblico. Lo comunica l'Antitrust in una nota.
In particolare, Atac avrebbe sistematicamente disatteso gli obiettivi relativi alla regolarità del servizio di trasporto di superficie e del trasporto metropolitana, ai presidi di sicurezza delle stazioni metropolitane, al funzionamento di ascensori, montascale e scale/tappeti mobili, nonché all’illuminazione delle stazioni della metropolitana.
A fronte del presunto mancato raggiungimento di questi obiettivi, Atac non sembrerebbe aver assunto misure correttive adeguate a colmare le ripetute carenze, né misure di adeguamento e/o di rimborso parziale delle tariffe applicate, in considerazione dei potenziali disagi arrecati ai consumatori. Ieri i funzionari dell’Autorità hanno svolto un’ispezione presso la sede della società Atac con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di finanza.
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - "Se Cdu e Socialisti pensano di fare finta di niente, andando al governo confermando un inciucio fallimentare, non faranno il bene dell’Europa. Il voto di Afd, scelta da tantissimi giovani, è un voto di speranza, un voto che guarda al futuro. Per paura di Afd, la Cdu-Csu aveva espresso posizioni molto chiare che ora dovrà rimangiarsi per cercare un accordo con i Socialisti che, come un Pd qualunque, hanno straperso ma vogliono le poltrone come se nulla fosse. Per l’Europa sarebbe un pessimo segnale". Lo dice il vicepresidente del Consiglio e segretario della Lega, Matteo Salvini, in un'intervista a 'Libero'.
"Il cordone sanitario -aggiunge- non porta bene a chi lo fa, in Europa hanno tentato la stessa cosa contro la Lega e i nostri alleati, e hanno ottenuto che i Patrioti siano cresciuti in tutti i Paesi diventando terzo Gruppo a Bruxelles. Ormai Popolari e Socialisti sono chiusi in un bunker, perennemente sconfitti ma incapaci di vedere la realtà. Eppure continuo a sperare che le forze di centrodestra siano in grado di unirsi contro le sinistre, come da insegnamento di Silvio Berlusconi abbiamo il dovere di dialogare con tutte le forze alternative alle sinistre che spingono per l’immigrazione selvaggia, per la cancellazione delle nostre identità, della nostra agricoltura e del nostro lavoro".
Torino, 25 feb. (Adnkronos) - Oltre 100 persone indagate per traffico di stupefacenti e altri reati commessi all’interno delle carcerari. Una vasta operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Torino, insieme al Nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria di Torino, è in corso da stamattina presto nelle province di Torino, Alessandria, Biella, Vercelli, Cuneo, Sassari, Savona Imperia e Modena, con perquisizioni sia in abitazioni che in istituti di pena.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Io sono un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente". Così Simone Cristicchi, ospite a 'Maschio Selvaggio' su Rai Radio 2, risponde alla conduttrice Nunzia De Girolamo quando fa notare al cantautore romano come la canzone sanremese 'Quando sarai piccola' sia piaciuta tanto a Elly Schlein quanto a Giorgia Meloni.
"Si tende sempre a identificare gli artisti politicamente, la musica invece non ha fazioni, non ha colori. Devo dire che tu hai messo insieme la destra e la sinistra", ha detto De Girolamo al cantautore arrivato quinto nella classifica finale. "Questo mi fa sorridere - ha confessato Cristicchi - sono molto contento di questo apprezzamento bipartisan, o anche super partes, che ha generato la mia canzone. Io sono sempre stato un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente, proprio perché volevo che la mia musica e la mia arte potesse arrivare a tutti ed è giusto che sia così".
"Ovviamente ho le mie idee, come tutti, non le rinnego e non mi vergogno di esternarle quando è il momento e quando ho voglia, però - ha concluso il cantautore - sono veramente contento di aver fatto questa canzone che sia piaciuta più o meno a tutti".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il caro bollette è un problema sempre più grave, che non possiamo più far finta di non vedere. Paghiamo le bollette più care d’Europa, che a sua volta paga le bollette più alte tra i competitor internazionali. Siamo i più tartassati tra i tartassati, con un evidente danno alla competitività delle imprese e al potere di acquisto delle famiglie. I lavoratori, in particolare, pagano questi aumenti tre volte: la prima in casa quando arriva la bolletta, la seconda perché le aziende devono metterli in cassa integrazione poiché con l’energia alle stelle perdono produttività, la terza perché l’energia spinge a rialzo l’inflazione e i prodotti nel carrello della spesa costano di più". Lo dice Annalisa Corrado della segreteria del Partito Democratico.
"Agire è possibile e doveroso. Possiamo farlo subito, a partire dalla protezione dei soggetti vulnerabili, oltre 3 milioni e mezzo di utenti, per il quali il governo vuole bandire aste che sarebbero una iattura. Bisogna fermarle immediatamente e riformare piuttosto l’acquirente unico, che al momento gestisce il servizio di tutela della vulnerabilità, perché possa tornare a stipulare i contratti pluriennali di acquisto, agendo come vero e proprio gruppo d’acquisto".
"È necessario inoltre agire ad ogni livello possibile per disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas: occorre lavorare ad una riforma europea dei mercati, scenario non immediato, agendo però contemporaneamente ed immediatamente per un “disaccoppiamento di fatto”, come quello che si potrebbe attuare supportando i contratti pluriennali con i produttori di energia da fonti rinnovabili (PPA, Power purchase agreement). Dovremmo prendere esempio dalla Spagna di Sanchez, inoltre, che ha imposto un tetto al prezzo del gas, ottenendo risultati brillanti che hanno trainato la ripresa d’industria ed economia. Dobbiamo fare di più e meglio per la transizione energetica per liberarci dalla dipendenza del gas: oltre ad insistere su sufficienza energetica ed elettrificazione dei consumi, dobbiamo agire ad ogni livello perché la quota di energia da fonti rinnovabili nel nostro mix di produzione cresca: questo è l’unico modo strutturale di far penetrare il beneficio in bolletta del basso costo delle energie pulite".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - “Allarmano e inquietano gli atti violenti rivolti in questi giorni contro le Forze dell’Ordine, a loro va la nostra piena solidarietà”. Lo dichiara la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi dopo gli incendi dolosi che hanno coinvolto questa mattina il commissariato e la Polstrada di Albano Laziale e nei giorni scorsi il comando della Compagnia dei carabinieri di Castel Gandolfo.
“Auguriamo agli agenti intossicati una pronta guarigione. Nell’attesa che sia fatta chiarezza sulle dinamiche e che i responsabili siano consegnati alla giustizia, non possiamo che schierarci senza indugio al fianco di chi ogni giorno si impegna per la sicurezza delle cittadine e dei cittadini”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Le bollette energetiche di famiglie e imprese sono alle stelle. Meloni ha fischiettato per mesi, ignorando anche le nostre proposte. E oggi annuncia il rinvio di un Cdm promesso ormai due settimane fa. Non avevano detto di essere 'pronti'?". Lo ha scritto sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.