Va però considerato che, se la tuta di Laneus è andata a ruba in poche ore, Ferragni conferma il suo talento di imprenditrice digitale capace di influenzare i gusti dei suoi follower, almeno in fatto di moda
Il video è diventato virale in poche ore. Per comunicare la sua versione dei fatti dopo il caso Balocco, Chiara Ferragni per la prima volta ha scelto un abbigliamento molto semplice: una tuta grigia, il colore per eccellenza della neutralità, trucco leggerissimo, con un po’ di matita sbavata effetto pianto, capelli raccolti. Un modo per generare empatia e vicinanza col prossimo: una persona qualunque che resasi conto di un errore lo ammette senza pensarci troppo e lo fa dal divano di casa con la tuta addosso. Niente abiti firmati, borse lussuose, gioielli preziosi, Ferragni per il video del pentimento, come è stato ribattezzato dai giornali, sceglie di essere la versione più naturale di sé stessa, allontanandosi dall’immagine a cui ci ha abituato.
La tuta indossata dall’influencer nel video di scuse è andata sold out dopo poche ore. Si tratta di un capo in lana e angora con due tasche sul petto, da 600 euro del marchio Laneus, disponibile in tre colori: grigio perla, bianco e nero. Quella stessa tuta era stata indossata da Chiara Ferragni a inizio dicembre sulle alpi svizzere, a Sankt Moritz. Nel post l’imprenditrice digitale non aveva taggato il marchio sinonimo di quiet luxury, il lusso non ostentato che piace tanto ai veri ricchi, e il capo era passato inosservato. Il profilo social di Laneus, seguito da 32 mila follower, molti in comune con Ferragni, ha approfittato degli eventi degli ultimi giorni e ha recentemente riposato proprio quello scatto fatto in montagna l’8 dicembre. In poche ore la tuta in tutti e tre i colori è andata a ruba.
La tuta di Chiara Ferragni è grigia chiara, scelta cromatica molto in uso nei cosiddetti apology video, i video di scuse che le celebrità pubblicano sui social dopo aver commesso un errore che potrebbe costargli molto in termini di popolarità e di follower. Video che seguono delle regole precise nonostante sembrino improvvisati: volti quasi privi di trucco, fondo neutro e abbigliamento basico. Grigia era la polo indossata da Will Smith, nel video di scuse, dopo il pugno dato a Chris Rock. I video di scuse sono un format nato in America, empatico e consolidato, l’incubo di ogni influencer, ma necessario per intervenire in casi estremi quando i commenti negativi aumentano e i follower scappano.
Se dopo il Pandoro-gate e il video del pentimento, la reputazione della regina dei social non ne ha risentito particolarmente, tanto che il suo profilo Instagram in questi giorni ha perso 90 mila follower, un numero irrisorio considerando che i suoi seguaci sono quasi 30 milioni, ieri Safilo Group ha comunicato con una nota stringata l’interruzione per l’accordo di licenza per il design, la produzione e la distribuzione delle collezioni eyewear a marchio Chiara Ferragni.
Secondo i ben informati, a giudicare dai commenti che ormai invadono anche i profili dei marchi di cui Ferragni è ambasciatrice, c’è chi sospetta che questa possa essere solo la prima di una lunga serie di aziende italiane che prendono le distanze dall’influencer per tutelare la propria immagine. In effetti, al di là della sentenza dell’Antitrust, il caso Balocco-Ferragni ha avuto una ricaduta sull’immagine della regina dei social che per un errore di comunicazione, come lei stessa l’ha definito, ora non rappresenta più quel modello di rettitudine a cui in questi anni ci aveva abituato sia sui social sia nel reality The Ferragnez. Va però considerato che, se la tuta di Laneus è andata a ruba in poche ore, Ferragni conferma il suo talento di imprenditrice digitale capace di influenzare i gusti dei suoi follower, almeno in fatto di moda.