L’inviato precisa poi che il futuro della trasmissione della De Girolamo è “tutt'altro che deciso”, smentendo dunque quanti ipotizzavano che a gennaio 2024 non sarebbe nemmeno ripresa la messa in onda
Che ne sarà del destino di Avanti Popolo, il talk condotto da Nunzia De Girolamo, ancora non è chiaro. C’è chi sussurra da settimane di una possibile chiusura a gennaio e chi invece ipotizza possa proseguire ancora in attesa che gli ascolti decollino. L’unica certezza prenatalizia è l’addio – inaspettato – di uno degli inviati di punta del format di Rai3, Danilo Lupo, che con un lungo post su Facebook ha annunciato di aver lasciato il programma. La causa? “Mi rende infelice”, ha confessato pubblicamente. “Giovedì scorso ho lasciato Avanti Popolo, la trasmissione di Rai 3 dove ho iniziato a lavorare quattro mesi fa, carico di entusiasmo. Che mi ha pagato bene e valorizzato, facendo di me un inviato di punta nella prima serata della tv di stato”, ha spiegato via social il giornalista, che negli ultimi anni si era fatto notare nella trasmissione di Massimo Giletti, Non è l’Arena, su La7.
Nel suo post è dai toni agrodolci ma difende Nunzia De Girolamo, a suo dire bersaglio di critiche eccessive, e se la prende tra le righe con la Rai per non averla difesa: “Sono grato a Nunzia De Girolamo per avermi voluto con forza e cocciutaggine; credo che abbia trovato un vento contrario alla sua navigazione; non mi sfugge che lei (e chi per lei) abbia fatto degli errori, com’è umano e comprensibile, ma noto anche che si è trovata davanti un plotone di esecuzione più che una critica equanime; e mi pare che il modo in cui è gestita la Rai non l’abbia aiutata. In ogni caso io, parte di quel programma, mi prendo la mia fetta di responsabilità: quegli errori sono anche miei. Ma errare è umano, perseverare no”.
Ma che ne sarà del destino televisivo di Danilo Lupo e di Avanti Popolo? Per ora non c’è nulla di certo e chiaro. L’inviato precisa che il futuro della trasmissione della De Girolamo è “tutt’altro che deciso”, smentendo dunque quanti ipotizzavano che a gennaio 2024 non sarebbe nemmeno ripresa la messa in onda. Quanto al suo, è tutto da scrivere: “Me ne sono andato senza un contratto alternativo già in tasca; senza paracadute, confidando nella stima di chi conosce la mia passione per quello che è molto più di un lavoro. Ci tengo a ringraziare Fremantle, casa di produzione di grande serietà, di grande umanità, di grande libertà; ringrazio anche la Rai, grande azienda che però in questa mia esperienza non ha dimostrato le stesse caratteristiche. Mi dispiace lasciare i tanti colleghi che stimo: le nuove conoscenze che ho trovato in questa trasmissione e soprattutto i “reduci” della chiusura di Non è l’Arena che avevo ritrovato qui. Professionisti formidabili, che si meritavano di meglio”.