Via libera del Senato alla fiducia posta dal governo di Giorgia Meloni sul maxiemendamento sulla manovra. L’ok è passato con 112 voti favorevoli, 76 no e 3 astenuti. L’assemblea ora è passata all’esame della Nota di variazioni di bilancio e al voto finale del provvedimento. La legge di bilancio sarà poi trasmessa alla Camera per il via libera di Montecitorio, atteso entro il 29 dicembre.
Al momento del voto a Palazzo Madama erano presenti 193 senatori, 191 i votanti e 5 gli assenti (di cui 3 del gruppo Misto, uno di Forza Italia e uno dei 5 Stelle). Il centrodestra ha votato compatto a favore, contrarie le opposizioni: Italia viva, M5s, Pd, due senatori delle Autonomie (Pietro Patton e Luigi Spagnolli) e 6 del Misto. I tre astenuti, invece, sono i senatori a vita Mario Monti ed Elena Cattaneo, più Meinhard Durnwalder del gruppo delle Autonomie. E’ quanto risulta dai tabulati di Palazzo Madama.
“Abbiamo approvato il bilancio dello Stato, dove c’è dentro anche quello che abbiamo fatto. Tanti l’hanno criticato, siccome viviamo in tempi complicati, speriamo non sempre ci sia una guerra in Europa, abbiamo deciso di aiutare le famiglie italiane più bisognose proprio nel 2024, perché ci siamo resi conto che purtroppo questa guerra ha portato anche tanta inflazione nelle case degli italiani. Ignorare questo sarebbe ignorare la realtà”, ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Dure le critiche avanzate dall’opposizione in sede di dichiarazione di voto. La legge di Bilancio “ci preoccupa perché è scritta sull’acqua. Per la seconda volta in due anni scrivete una manovra basata su previsioni errate. Vi siete presentati in Parlamento dicendo che cresceremo dell’1,2%” un dato “solo per il governo Meloni. Peccato perché è 0,8% per la Banca d’Italia, 0,7% per l’Itat, 0,5% per Confindustria”. ha detto il capogruppo del Partito democratico, Francesco Boccia. “La nostra preoccupazione – ha continuato – è legata a tutto quello che è stato messo dentro alla manovra, perché è improntata sul breve termine in un contesto fragile e incerto e con poche risorse a disposizione”. Anche Stefano Patuanelli, capogruppo dei 5 stelle, ha accusato il governo: “Questi mesi siete riusciti a mescolare tutto in una retorica comunicativa in cui siete dei fuoriclasse. Dovevate insistere sul no al Mes per ottenere buoni risultati sul Patto di Stabilità e di questa vostra strategia oggi non rimane nulla. Il Patto di stabilità è talmente lacrime e sangue per l’Italia che perfino l’Olanda ha festeggiato. Nemmeno i giornali di destra sono riusciti a difendere la scelta del governo”.
Al termine dell’intervento di Patuanelli, i senatori M5S hanno sollevato dei cartelli con la scritta “Gasparri querelaci tutti“. Il riferimento è al fatto che il capogruppo di Forza Italia, negli ultimi giorni, ha annunciato querele nei confronti di esponenti 5 stelle rei di aver commentato il caso che lo vede coinvolto per il suo ruolo di presidente di una società che si occupa di cybersecurity. “Avete avuto una grossa caduta di tono che mi sento di censurare”, ha detto del presidente del Senato, Ignazio La Russa. Proprio ieri la Giunta per le elezioni si è espressa a maggioranza ritenendo che non ci sia incompatibilità tra il ruolo di parlamentare di Gasparri e quello di presidente e referente per i rapporti istituzionali della società Cyberealm.