Scontri di fronte a Montecitorio tra studenti e forze dell’ordine. Una manifestazione al Pantheon era stata convocata alle 17 via social dai collettivi studenteschi dei principali licei di Roma: “Dalle scuole occupate alle strade. Non ci avete ascoltato, bruciamo tutto” era lo slogan, riportato anche su alcuni manifesti. Ad organizzarla il coordinamento autonomo romano, per protestare, dicono i manifestanti, contro “il silenzio delle istituzioni sulle problematiche degli studenti”. Le tensioni sono iniziate quando i partecipanti, circa 250, hanno tentato di far partire un corteo non autorizzato dirigendosi verso piazza Montecitorio, provando a raggiungere la Camera e palazzo Chigi. Alcune decine di ragazzi sono stati caricati e bloccati dalla polizia in tenuta antisommossa in via della Colonna Antonina, a pochi metri dai palazzi delle istituzioni (video).
A partecipare alla manifestazione un centinaio gli studenti delle scuole occupate della Capitale, che con striscioni e fumogeni sono stati protagonisti di momenti di tensione con la polizia. Le forze dell’ordine in tenuta anti sommossa hanno formato un cordone, facendo partire una carica contro gli studenti appena questi hanno provato a oltrepassare il cordone. “Eravamo in sesta fila, non stavamo spingendo e non ci stavamo muovendo. Eravamo quattro ragazze, di cui tre minorenni, e la celere è arrivata ed ha iniziato a picchiarci. Una mia amica ha preso delle manganellate in testa, ora ha il ghiaccio. Non eravamo offensive. Se la celere avesse un numero identificativo sul casco potrei riconoscere l’uomo che ha iniziato a picchiare la mia amica. Si è accanito su di noi, perché lavora tra le forze dell’ordine?, la denuncia di una ragazza presente (video). Dopo i cori contro le forze dell’ordine, i liceali, hanno deciso di ripartire in corteo per arrivare davanti la sede del ministero dell’Istruzione in viale Trastevere.
Una “scuola transfemminista” che preveda “l’educazione sessuale e all’affettività” per studenti e docenti, un presidio di operatori antiviolenza e carriera alias e, inoltre, uno sportello psicologico finalizzato “a tutelare la salute mentale di tutte le persone che attraversano la scuola”: queste le rivendicazioni del coordinamento autonomo romano. Tra le richieste degli studenti – dai quali sono partiti cori nei confronti del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, apostrofato come “criminale” – anche una sezione sperimentale che preveda “l’abolizione del voto numerico a favore di una valutazione costruttiva” e “spazi sicuri” gestiti dagli studenti all’interno di ogni scuola. Le immagini delle cariche e delle manganellate, peraltro, ricordano episodi simili avvenuti negli scorsi mesi: meno di due settimane fa a Torino, al campus Einaudi, la polizia aveva caricato gli studenti che volevano impedire il volantinaggio di militanti di estrema destra. In quell’occasione a ricevere le manganellate era stata anche una docente universitaria che ha denunciato le “cariche a freddo a presidio già concluso”. Sempre nel capoluogo piemontese il 17 novembre si erano registrati degli scontri tra studenti e forze dell’ordine in piazza Carlo Felice durante il corteo per la Palestina e contro il governo. Risalgono ai primi di ottobre le manganellate sotto i portici di piazza Castello.
“Non si manganellano gli studenti che protestano nel centro di Roma. Con loro si parla, non si usa la violenza”, scrive sui social il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto: “È inaccettabile”, aggiunge, “che questo accada nel 2023 a pochi passi dal Parlamento. Il governo dia spiegazioni sul perché si usa la mano forte nei confronti di ragazzi minorenni”. Sempre dai social arriva l’intervento del leader dei Verdi Angelo Bonelli: “Meloni, sei la dimostrazione di quanto il tuo governo non voglia dialogare con i giovani e che l’unica risposta che sei in grado di dare sono botte, manganellate e carcere”, scrive Bonelli. “Che pericolo rappresentavano degli studenti, la maggioranza minorenni, che volevano solo far sentire la loro voce davanti al Parlamento? Con la deriva autoritaria di questo governo non si può più manifestare davanti a Montecitorio”. A chiamare in causa l’esecutivo è anche il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni: “Quello che è accaduto davanti a Montecitorio con quei minorenni manganellati è la manifestazione dell’educazione affettiva che ha in testa questo governo e questa brutta destra. Un altro episodio che conferma che Meloni, Piantedosi e Salvini sono nemici dei giovani di questo Paese. Non li sopportano proprio. Qualcuno dovrà spiegare al Parlamento questa brutta pagina per le istituzioni e per le forze dell’ordine”.
Non si manganellano gli studenti che protestano nel centro di Roma. Con loro si parla, non si usa la violenza. E’ inaccettabile che questo accada nel 2023 a pochi passi dal Parlamento. Il Governo dia spiegazioni sul perché si usa la mano forte nei confronti di ragazzi minorenni.
— Arturo Scotto (@Arturo_Scotto) December 22, 2023