Banane, scatta l’allarme: trovati pesticidi anche nella polpa. Si salvano solo 3 su 20 marche, con Lidl, Carrefour e Esselunga in fondo alla classifica. Non è una bella notizia, soprattutto perché sono uno dei frutti preferiti dai bambini. È credenza comune, infatti, che poiché le banane vengano sbucciate prima di consumarle, non contengano pesticidi. Ma, un nuovo test effettuato da ‘Il Salvagente’ ha rilevato che la buccia delle banane non basta a fare da barriera, infatti tracce di pesticidi e sostanze chimiche sono state trovate anche nella polpa. ‘Il Salvagente’ ha analizzato 20 marchi di banane vendute nei supermercati e discount italiani.

Dai risultati è emersa una brutta sorpresa: neanche le banane biologiche si risultate esenti dalla contaminazione da pesticidi. Questo dato preoccupa molto, soprattutto perché è uno dei frutti più amati dai più piccoli. Su 20 referenze, infatti, solo 3 non hanno presentato tracce di pesticidi. Sfortunatamente, l’industria delle banane impiega in agricoltura un gran numero di sostanze chimiche, rappresentando un potenziale problema per la salute di chi non solo consuma questo delizioso frutto, ma anche per i lavoratori che si occupano della loro coltivazione. Inoltre, poiché i pesticidi molto spesso vengono irrorati dall’alto tramite aerei, a farne le spese è anche l’ambiente, con contaminazione delle risorse idriche e del suolo. Dall’analisi si evince che, ad eccezione di soli tre prodotti, i test effettuati sulla polpa delle banane condotte da ‘Il Salvagente’ hanno rilevato la presenza di tracce di pesticidi, anche se sempre in quantità al di sotto dei limiti di legge. Ma, il dato allarmante è che sono state trovate tracce di più sostanze sullo stesso frutto, fino a 6.

Questo sottopone i consumatori ad un serio rischio per la salute e a quello che viene definito ‘effetto cocktail’, confermato anche da diversi studi. Anche se le sostanze chimiche presenti erano sotto i limiti di legge, la nota rivista ha penalizzato i marchi contaminati dai neonicotinoidi, come imidacloprid, thiamethoxam e chlorfenapyr, una classe di insetticidi che mettono in serio pericolo le api. L’UE sta cercando in tutti i modi di bandire l’uso di questa classe di insetticidi, nonostante le continue deroghe richieste da alcuni stati, tra cui anche la Francia.

Invece, per quanto riguarda le altre sostanze rilevate nei campioni, non è stato possibile svolgere delle distinzioni poiché i livelli di sicurezza sono simili e, inoltre, nonostante pericolose sono sostanze autorizzate in Europa. Tuttavia, secondo ‘Il Salvagente’ occorre fare una segnalazione riguardo l’acido gibberellico, regolamentato fino al 2014 quando è entrato in vigore il Regolamento Ue 588 che ne ha eliminato i limiti di legge nonostante l’Epa, l’Autorità per la protezione della salute umana e dell’ambiente statunitense, l’abbia classificato tra i pesticidi leggermente tossici.

L’analisi ha mostrato che anche le banane biologiche non sono rimaste immuni alla contaminazione di pesticidi: un’amara sorpresa. La rivista ha cercato di scoprirne di più contattando le aziende Esselunga e Carrefour che si sono meravigliate delle tracce di pesticidi rilevate nei prodotti da loro commercializzati. Esselunga ha subito provveduto a bloccare le importazioni di banane e di altri alimenti provenienti dallo stesso produttore, mentre Carrefour ha avviato una procedura di controllo.

Le banane sono un frutto incredibilmente nutriente, delizioso e versatile con effetti benefici per salute. Mangiare regolarmente banane è collegato a una migliore digestione, a una pressione sanguigna più bassa, al buon umore e a un aumento dei livelli di energia grazie alla presenza di vitamine, minerali e fibre essenziali. Le banane sono un’ottima fonte di potassio, che aiuta a mantenere l’equilibrio dei liquidi nell’organismo e l’attività cardiovascolare, oltre che bilanciare i livelli di vitamina B6 e vitamina C, che aiutano a rafforzare il nostro sistema immunitario e a migliorare le funzioni cerebrali. Per il loro sapore gustoso è uno dei frutti più consumati nel nostro paese, con ben 600 mila tonnellate all’anno importazioni, quindi con un consumo medio di 10,5 chili a persona.

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