Insulti, graffi, pugni e ripetute liti davanti ai loro tre figli, di cui due minorenni e uno maggiorenne con disabilità. Marito e moglie (di 41 e 40 anni) sono accusati di lesioni e maltrattamenti perché “nel corso del tempo, con assiduità” avrebbero mostrato una reciproca e vicendevole “carica di aggressività, di violenza e di rabbia” che si sarebbe concretizzata in insulti, minacce gravi, percosse, lesioni e visite in ospedale.

Ritenuta sussistente “il pericolo concreto e attuale che entrambi gli indagati possano commettere altri delitti della stessa specie” il gip di Trani Ivan Barlafante, accogliendo le richieste della procura, ha emesso un provvedimento di allontanamento ed ha imposto il braccialetto elettronico sia per lui che per lei. C’e per il gip il “timore che gli indagati possano commettere altri gravi delitti, continuando a dirigere la violenza tra loro alla presenza dei figli”. Da qui, il provvedimento divieto di avvicinamento reciproco con braccialetto elettronico e l’allontanamento dalla casa familiare per lui.

La coppia, sposata dal 2004, vive ad Andria. I due, secondo quanto ricostruito, per molto tempo avrebbero litigato in modo feroce, finendo – in maniera alternata – prima al pronto soccorso e poi in Questura a sporgere denunce e querele. Le ultime risalgono agli ultimi due mesi quando nel corso delle accese discussioni davanti ai loro figli, si sarebbero presi a schiaffi, graffi e pugni. “Ho paura di rientrare a casa ma non ho altra abitazione”, ha messo a verbale lei. “Litigo da sette mesi con mia moglie”, le parole del 41enne dopo una medicazione in ospedale.

Il giudice ha anche evidenziato gli “effetti destabilizzanti della serenità e dell’equilibrio psicologico dei figli” dovuti ad “atteggiamento molesto e offensivo” che ha mostrato “una carica di aggressività, di violenza e di rabbia”. Così è arrivata la decisione del braccialetto elettronico per entrambi, proprio per evitare che nessuno dei due possa avvicinarsi all’altro.

Pochi giorni fa il braccialetto elettronico per due ragazzi era stato deciso dal tribunale di Marsala. La vicenda, in questo caso è molto differente: protagonista è la mamma di una 16enne molto preoccupata per la “relazione malata” della figlia con un ragazzo di 21 anni “aggressivo e possessivo“. La donna denuncia la vicenda alla polizia contro la volontà della figlia, che nega tutto. Trovati riscontri al racconto della madre i giudici hanno imposto il divieto di avvicinamento per il ragazzo, divieto assoluto di contattare lei con qualsiasi mezzo e braccialetto elettronico per entrambi (proprio per controllare ed evitare che lui possa avvicinarsi). In pratica i giudici hanno deciso di chiudere la relazione tra i due.

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