Chi ha deciso di partire per la capitale inglese dovrà vedersela con i famelici topi britannici che ormai hanno sviluppato una resistenza a tutto
Dapprima ci furono le cimici del letto parigine, ora è la volta dei super topi londinesi. Dura vita per gli abitanti delle metropoli della vecchia Europa e per i turisti che amano frequentarla, soprattutto durante le festività. Chi ha deciso di partire per la capitale inglese dovrà vedersela con i famelici topi britannici che ormai hanno sviluppato una resistenza a tutto; ai topicidi, alla paura di essere visti e alla presenza degli umani.
L’invasione è certificata e sostenuta da numeri inequivocabili. Secondo i dati diffusi da Direct Line, l’invasione dei ratti è cresciuta portando ad un totale di 225.430 chiamate per interventi nelle maggiori città del regno Unito nell’ultimo anno. Solo a Londra, alcuni quartieri hanno visto una crescita della popolazione dei topi del 90%. Complessivamente sono stati spesi 36 milioni di sterline per i sopralluoghi degli sterminatori professionali di roditori nella case, negli uffici e nelle sedi istituzionali della Gran Bretagna.
Non è passato inosservato quanto accaduto la scorsa estate nella sede del parlamento di Westminster letteralmente invaso in ogni suo angolo più remoto. Da quelle parti, l’avvistamento dei topi è ormai diventata una costante tanto che per risolvere la situazione si era pensato di tutto, incluso il reclutamento di gatti ad hoc. Nulla di più plausibile visto che il vero inquilino, quello più famoso, di Downing Street al numero 10, non è il primo ministro ma Larry the cat.
L’idea però era tramontata di fronte alle resistenze avanzate da veterinari ed esperti secondo i quali i prodotti usati per uccidere i topi si sarebbero rivelati pericolosi ed altamente tossici anche per i mici. Lo speaker della House of Commons, Lindsay Hoyle è un noto amante dei gatti ed il suo bianco e pelosissimo Attlee è spesso in visita nel quartier generale del suo “padrone”. Su Instagram vengono pubblicate le foto della sua presenza, ma solo come visitatore e non come cacciatore, situazione che fa non desistere i roditori dal considerarsi i veri padroni di casa. Purtroppo, secondo la British Pest Control Association, l’invasione registrata porta conseguenze ad alto rischio per la salute pubblica. I topi sono vettori di malattie come la salmonella, attraverso il contatto con le loro urine o di listeria quando il loro corpo entrasse in contatto con il cibo.
Ma non vanno trascurati anche i danni materiali che la loro presenza provoca alle strutture. I topi, infatti, rosicchiano i tubi di plastica, i cavi elettrici e tutte le pedane e le strutture di legno. Ogni pezzo danneggiato, dai tetti alle fessure, rappresenta per loro un facile accesso alle abitazioni dove trovare cibo a volontà. Stesso dicasi per i supermercati ed i negozi di alimenti per animali.
Il lockdown ha fatto la sua parte in questa crescita esponenziale perché quando le attività che normalmente forniscono risorse per i roditori sono state chiuse, ristoranti e negozi, la loro ricerca di cibo li ha spinti verso le zone residenziali, verso le case. A tutto questo va aggiunta l’abitudine di dare da mangiare agli animali nei parchi che costellano Londra. Gli scoiattoli, le anatre, i cigni devono dividere le generose donazioni dei turisti con i topi; soprattutto con l’ultima specie dei “topi giganti”.
Sono questi l’ultima evoluzione e la più pericolosa. Gli esperti hanno spiegato che possono diventare grandi come i gatti e che la loro popolazione è destinata a crescere fino a 200-300 milioni. New York pare che in qualche modo sia riuscita a fronteggiare l’emergenza, anche istituendo delle vere e proprie Rats Academy per i residenti, la vecchia Londra ce la farà?