Un cittadino presenta un esposto e lancia l’allarme: “I cavi della funivia sono usurati“. La mente va al maggio del 2021 e a quella cabina precipitata a 100 metri dall’ultimo pilone sul Mottarone che ha causato 14 morti. Questa volta però siamo sul Gran Sasso d’Italia e l’impianto in questione è quello che porta in sette minuti migliaia di turisti e lavoratori nella stazione invernale di Campo Imperatore, a circa 2.200 metri nel versante aquilano del massiccio più alto dell’Appennino.
Così, in seguito all’esposto, la funivia è stata bloccata dal Ministero per le Infrastrutture ed i Trasporti. Il Mit ha “ordinato” una verifica e subito sono scattati i controlli attraverso l’Agenzia nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture stradali e autostradali. Prove approfondite sono state effettuate la scorsa settimana e adesso si attende il responso. La stagione non è ancora iniziata a causa della mancanza di neve ma la preoccupazione è che possa saltare l’intera stagione turistica e sciistica con gravi conseguenze per l’intero indotto.
In attesa del responso dei controlli approfonditi, l’ingegnere Dino Pignatelli, presidente del Centro turistico Gran Sasso d’Italia (azienda pubblica che gestisce funivia e stazione di proprietà del Comune dell’Aquila) mostra comunque ottimismo. “Stiamo aspettando la risposta del Mit, abbiamo seguito personalmente i controlli, mi sento di dire che la sicurezza c’è, ho una esperienza trentennale sulla tematica e non metterei a rischio la vita degli altri e la mia se avessi il minimo dubbio dalle numerose verifiche seguite finora”, spiega l’ingegnere Pignatelli.
Secondo quanto trapela, prima dello stop del Mit, la funivia era stata chiusa per lavori di manutenzione per lo spostamento di una delle quattro funi. Intanto, il Comune ha chiesto alla Provincia di riaprire la strada provinciale che collega il fondovalle con Campo Imperatore, al momento unico collegamento.