Intanto tutti parlano, e sparlano, tranne i diretti interessati
Aspettando Godot. O meglio, aspettando Chiara Ferragni. I Ferragnez ci hanno abituato da tempo ad una regola aurea: l’unico modo per governare una crisi è giocarsi la carta dell’autoesilio dai social. Più lungo è – vedi il drama pop post Sanremo -, più pesante è la situazione da gestire. Tutti parlano, e sparlano, tranne i diretti interessati. E siccome il “pandoro gate” è in assoluto la crisi d’immagine più drammatica che la Ferragni-Godot si trova a gestire da quando ha fatto il grande salto e da influencer è diventata (o meglio si è autoproclamata) imprenditrice digitale, parlerà solo quando la situazione si sarà assestata e i follower si saranno dimenticati di tutto. Ed è da imprenditrice più che da comunicatrice che nel frattempo dovrà gestire lo scivolone del pandoro benefico, scoppiato con tempismo (im)perfetto un anno dopo la partnership con Balocco. L’Antitrust ha comminato alle sue società una multa da oltre un milione di euro, lei ha reagito annunciando ricorso e versando un milione di euro all’Ospedale Regina Margherita di Torino. Una mossa mediatico-strategica suggerita da Fedez, come rivela Guia Soncini in un pezzo su Linkiesta pieno di notizie: “Dicono che sia stato il marito a costringere (o almeno convincere) la Ferragni a fare una donazione finalmente munifica, e ad assumere un consulente che le facesse fare il discorso contrito”.
Nelle stesse ore Fedez avrebbe tentato un altro colpaccio, ossia il licenziamento di Fabio Maria Damato, general manager di The Blonde Salad e di Chiara Ferragni Collection e della TBS Crew Agency, l’agenzia di marketing fondata dalla Ferragni nel 2009. Damato non solo è uno dei suoi più cari amici ma anche il suo collaboratore più fidato, tanto che in uno dei primi episodi della serie Prime Video The Ferragnez, l’imprenditrice lo definisce “il mio braccio destro, sinistro, tutto. Mi aiuta in qualsiasi attività lavorativa”. Ma dopo il “pandoro-gate” sarebbe finito nel mirino di Fedez – le indiscrezioni sul fatto che il cantante non lo ami troppo ritornano da anni con una certa ciclicità -, come scrive ancora Soncini pur non nominando direttamente Damato: “Il marito ferragnico avrebbe mirato anche lui al bersaglio grosso: il licenziamento del principale esponente dello schieramento ferragnico, il collaboratore cui Chiara più s’affida, con cui il marito da sempre non va d’accordo e che questa volta, combinando questo pasticcio, gli ha offerto un’occasione se non d’oro almeno di zucchero a velo”.
Com’è finita? Per ora non è finita o forse non è mai iniziata. “Ora tu questo lo cacci, avrebbe detto il marito, e la moglie avrebbe pure eseguito, senonché – senonché niente, per ora la cosa pare essere finita a tarallucci e vino”. Prima c’è il Natale da festeggiare, pur senza surfare sull’engagement, gli adv compulsivi, figli che scartano regali, Paloma (il cane) con le orecchie da renna, sorelle e suocere attavolate appassionatamente da mostrare ai followers. Poi chissà, per lo showdown c’è tempo. Per capire se davvero, come ha scritto il Corriere della Sera, Fabio Maria Damato sarà il “capro espiatorio” di questa storia, pure. Intanto “i Ferragni sono in partenza per la montagna, giacché nella diatriba in cui a “non è il caso che ci paparazzino sciando” si contrappone “io non ho mica ammazzato nessuno che devo stare chiusa in casa” ha vinto la mozione festeggiare il Natale come quasi niente fosse”, aggiunge Soncini con dovizia di particolari. L’inner circle dei Ferragni, invece, tace. Ferragni-Godot pure.